Nozze d'oro: differenze tra le versioni

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Il 13 ottobre 1911 ''Nozze d'oro'' ricevette il 1º premio per la categoria artistica che consisteva nella somma, per il tempo assai rilevante. di 25.000 [[Lira italiana|lire]]<ref name=prolo/>. Dopo questo ambito riconoscimento il film, inserito nella "serie Oro" in cui la "Ambrosio" annoverava le sue opere più importanti<ref>Bernardini, cit. in bibliografia, p. 44.</ref>, iniziò un percorso di successo, sia di critica che commerciale, in Italia ed all'estero. Ebbe accoglienze trionfali a [[Roma]] (Teatro Argentina) ed a [[Parigi]], dove venne proiettato al "Gaumont Palace" considerato il più vasto cinematografo del mondo, mentre dalla sola [[Londra]] ne vennero richieste 60 copie. In tutto la "Ambrosio" vendette oltre 400 copie del film e dovette assumere nuovo personale per poter far fronte a tutte le ordinazioni che riceveva<ref name=frusta1954/>. ''Nozze d'oro'' riuscì inoltre ad entrare nel difficile mercato [[Stati Uniti d'America|USA]]<ref name=muto1911>Bernardini e Martinelli, cit. in bibliografia, p. 25.</ref>, aprendo la strada per l'affermarsi negli anni successivi anche in quel contesto del film storico italiano<ref>Cfr. Davide Turconi, ''Il cinema storico italiano negli USA'', in ''Bianco e nero'' n. 1 - 2, gennaio - febbraio 1963.</ref>.
 
== Problemi con la censuraAccoglienza ==
'''Problemi con la censura'''. Nel dicembre 1911 il film, mentre era all'apice del successo, venne proibito dal Governo. Le ragioni del divieto erano da ricercare nel timore che l'[[Impero austro-ungarico|Austria]], con cui al tempo l'Italia era legata dalla [[Triplice alleanza (1882)|Triplice Alleanza]], si risentisse per l'immagine che la pellicola dava delle sue truppe, ed assumesse un atteggiamento ostile alla [[Guerra italo-turca|Campagna di Libia]] in corso in quel momento<ref>Bernardini, cit. in bibliografia, p. 220.</ref>. Una decisione che fu oggetto di proteste da parte della stampa, che sottolineò, spesso con sarcasmo ed insofferenza verso l'alleato, l'assurdità di questo divieto che «strozza tutta l'epopea nazionale che nei tempi passati ebbe per avversario continuo l'odierno "caro" alleato<ref>''Cinema'', n. 23, 20 dicembre 1911.</ref>» o che «offende quanto di più sacro abbiamo nel cuore in ricordo della nostra indipendenza<ref>''Vita cinematografica'', n. 10, maggio 1912.</ref>».
 
La questione diventò un "caso" quando si seppe che una copia del film era stata richiesta dalla famiglia reale che l'aveva visionata presso la [[Palazzina di caccia di Stupinigi|residenza di Stupinigi]] ed aveva fatto pervenire ai produttori parole di elogio<ref name=muto1911/>. Nonostante il divieto, negli anni successivi, il film circolò in diverse occasioni, sino a quando, nel 1915, al momento dell'entrata in guerra italiana, ''Nozze d'oro'' poté essere rimesso in circolazione, assieme ad altri film di soggetto risorgimentale<ref>Cfr ''Tra una film e l'altra'', premessa di Lino Micciché, Venezia, Marsilio, 1981, p. 258.</ref> che, come questo, davano una rappresentazione del Risorgimento come moto di partecipazione popolare<ref name =brunetta<ref name=brunetta>Brunetta, cit. in bibliografia, p. 161.</ref>.
[[File:Nozzedoro1911 tarlarini+alt.jpg|thumb|240px|Foto di scena con da sin.) Mary Cleo Tarlarini, Luigi Maggi - qui anche attore - e Giuseppe Gray]]
 
'''Commenti contemporanei'''. Il successo commerciale internazionale del film fu accompagnato ovunque da commenti molto positivi. «Un titolo idilliaco - ha scritto la ''Cine - fono'' - un'azione meravigliosa per grandiosità: non ci si aspetterebbe mai dalla modesta festa famigliare che dà inizio al film, giungere alla meravigliosa riproduzione delle campagne per l'indipendenza italiana<ref>''La Rivista Fono - cinematografica'', n. 170 del 7 ottobre 1911.</ref>», mentre per la ''La vita cinematografica'' «il film è perfetto sotto tutti i rapporti, come soggetto, come svolgimento, come esecuzione fedele e come messa in scena fedele all'epoca cui si riferisce<ref>''La vita cinematografica'', n. 21 del 30 novembre 1911.</ref>». All'estero il periodico londinese ''Bioscope'' lo definì come «un ritratto storico accurato e convincente<ref>''Bioscope'' del 28 settembre 1911.</ref>», mentre una rivista americana riconobbe che «l'azione è di tipo così intenso da non abbandonarci per un istante<ref>''Moving Picture World'', New York, 9 dicembre 1911.</ref>».
== Accoglienza ==
Il successo commerciale internazionale del film fu accompagnato ovunque da commenti molto positivi. «Un titolo idilliaco - ha scritto la ''Cine - fono'' - un'azione meravigliosa per grandiosità: non ci si aspetterebbe mai dalla modesta festa famigliare che dà inizio al film, giungere alla meravigliosa riproduzione delle campagne per l'indipendenza italiana<ref>''La Rivista Fono - cinematografica'', n. 170 del 7 ottobre 1911.</ref>», mentre per la ''La vita cinematografica'' «il film è perfetto sotto tutti i rapporti, come soggetto, come svolgimento, come esecuzione fedele e come messa in scena fedele all'epoca cui si riferisce<ref>''La vita cinematografica'', n. 21 del 30 novembre 1911.</ref>». All'estero il periodico londinese ''Bioscope'' lo definì come «un ritratto storico accurato e convincente<ref>''Bioscope'' del 28 settembre 1911.</ref>», mentre una rivista americana riconobbe che «l'azione è di tipo così intenso da non abbandonarci per un istante<ref>''Moving Picture World'', New York, 9 dicembre 1911.</ref>».
 
Quando il film poté nuovamente circolare in Italia gli elogi, nel nuovo clima di ostilità anti austriaca, aumentarono, definendo ''Nozze d'oro'' «il più ispirato, il più eletto, il più gagliardo e nello stesso tempo il più sentimentale lavoro uscito dalla casa "Ambrosio"<ref>''Maggese cinematografico'', n. 2 del 30 gennaio 1915.</ref>» oppure annettendolo alla campagna [[Interventismo|interventista]] che nei primi mesi del 1915 era in corso: «La breve, bella e commovente film ci ritornò dinnanzi agli occhi come un ricorso ed un monito insieme (...) Inutile aggiungere che la mirabile film suscita ad ogni apparizione sullo schermo» i più vivi e profondi entusiasmi patriottici del pubblico<ref>''La cinematografia italiana ed estera'', n. 1 - 2 del 13 gennaio 1915.</ref>».
 
'''Commenti successivi'''. Ancora decenni dopo, commentando il film, diversi storici del cinema ne hanno dato un giudizio positivo. Secondo [[Francesco Savio]], «Le scene attorno al cascinale assediato sono tra le più plausibili del cinema sulle guerra di indipendenza: bersaglieri, polvere, sciabole, un tono genuino di scaramuccia nell'aia, la brillante azione individuale del bersagliere<ref>Francesco Savio, ''Visioni private''. Roma, Bulzoni, 1972, p.176.</ref>», mentre Brunetta lo considera un film importante in quanto «uno dei primi esempi di narrazione in prima persona da parte dello stesso soggetto dell'azione<ref name=brunetta/>>». Sadoul ricorda che nel 1911, quando uscì in Francia ''Nozze d'oro'' fu paragonato, per movimento ed originalità, ad un film di [[David Wark Griffith|Griffith]], venne salutato in quel paese come un capolavoro e sostiene che il suo successo internazionale «fece capire che non bisognava più sottovalutare gli italiani nella corsa ad accaparrarsi i mercati internazionali, sino ad allora dominati dalla produzione francese<ref>Sadoul, cit. in bibliografia, p. 78.</ref>».
 
'''Conservazione'''. ''Nozze d'oro'' è un film sopravvissuto al tempo. Una copia della pellicola è infatti conservata presso il [[Museo nazionale del cinema|Museo del cinema di Torino]]. Altre copie si trovano in cineteche francesi e britanniche<ref>''Le imprese di produzione ....''. cit. in bibliografia, p.395.</ref>.
 
== Note ==
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* Aldo Bernardini, ''Cinema muto italiano - III - arte, divismo e mercato'', Roma - Bari, Laterza, 1982, {{NoISBN}}
* Gian Piero Brunetta, ''Storia del cinema italiano''. vol. I, Roma, Editori Riuniti, 1993, ISBN 88-359-3723-X
* Aldo Bernardini, ''Le imprese di produzione del cinema muto italiano'', Bologna, Persiani, 2015, ISBN 978-88-98874-23-1
 
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