Michele il Siro: differenze tra le versioni

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L'imperatore bizantino [[Manuele I Comneno]] lo avvicinò per negoziare una riunione delle Chiese. Ma si rifiutò di recarsi a [[Costantinopoli]] quando ricevette l'invito dell'imperatore. E si rifiutò due volte, nel [[1170]] e nel [[1172]], di incontrare l'inviato ''Teoriano'', mandando invece come sui rappresentanti prima il vescovo ''Giovanni di Kaishoum'', poi il discepolo ''Teodoro bar Wahbon''. In tre successive lettere all'imperatore rispose con una semplice riaffermazione del credo [[miafisismo|miafisita]] dei Giacobiti<ref>Wright, ''Syriac Literature'', p. 252, n. 3.</ref>.
 
Intorno al [[1174]] Michele dovette contendere la rivolta di una fazione di vescovi. Egli stesso fu arrestato due volte su istigazione dei vescovi dissidenti, come da lui affermato: la prima volta dai servitori del prefetto di [[Mardin]], la seconda da quelli dell'emiro di [[MossulMosul]]. Anche i monaci di ''Bar Sauma'' si ribellarono contro di lui nel [[1171]] e nel [[1176]].
 
Tra il [[1178]] e il [[1180]] risiedette di nuovo negli stati crociati, ad Antiochia e a Gerusalemme. Fu invitato dal [[papa Alessandro III]] a partecipare al [[Concilio Lateranense III]], ma si rifiutò di recarsi. Tuttavia partecipò al concilio in modo epistolare; scrivendo un lungo trattato sugli [[Albigesi]], sulla base delle informazioni che gli vennero fornite.