Regno visigoto: differenze tra le versioni
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=== Fondazione del regno visigoto in Gallia ===
[[File:Visigoth migrations.jpg|thumb|upright=1.4|Migrazione principale dei Visigoti]]
Tra il [[407]]
Allora il nuovo re, [[Vallia]] siglò un trattato di pace con il generale [[Costanzo III|Flavio Costanzo]]; in cambio di 600000 misure di grano e del territorio della regione d'[[Aquitania]], dai [[Pirenei]] alla [[Garonna]], i Visigoti in qualità di alleati ufficiali ovvero stato vassallo dell'impero (''foederati''), si impegnavano a combattere in nome dei romani i [[vandali]], gli [[Alani]] e i [[Suebi]], che nel [[406]] avevano attraversato il fiume Reno e si erano dislocati nella provincia d'[[Spagna romana|Hispania]]. I Visigoti inoltre restituirono [[Galla Placidia]] all'imperatore.
Nel [[416]] i Visigoti invasero l'Hispania, dove tra il [[416]]
=== Il regno dei Visigoti in Gallia ===
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In quegli anni, i Visigoti tentarono di espandere i loro territori e nel [[425]] arrivarono fin sotto le mura di [[Arles]], ma furono respinti da [[Flavio Ezio|Ezio]], comandante supremo delle truppe romane stanziate in Gallia, che li costrinse a rientrare nelle province loro assegnate. Per un certo periodo regnò la pace, se si escludono l'infruttuoso tentativo di occupare Arles, di sorpresa, nel [[430]] e l'assedio di [[Narbona]], dal [[436]] al [[437]]. Si promosse una politica matrimoniale e, nel [[442]], una delle figlie di Teodorico fu data in moglie ad [[Unnerico]], figlio di [[Genserico]], re dei [[Vandali]], nel [[448]] un'altra figlia fu data in moglie al nuovo re dei [[Suebi]], [[Rechiaro]], a cui fu permesso nel [[449]] di estendere i propri confini a spese dei Romani, nella [[Lusitania]] e nella [[Betica]].
Soltanto sotto la minaccia degli [[Unni]] comandati da [[Attila]], il popolo visigoto tornò all'antica alleanza coi Romani; nel [[451]] Attila lasciò la [[Pannonia]] con un esercito valutato attorno ai 500000 uomini, oltrepassò il Reno nel giorno di Pasqua
Torismondo continuò la politica nazionale già adottata dal padre, avendo, forse per il primo, una visione del regno visigoto indipendente da Roma. Soggiogò gli [[Alani]] della zona di [[Orléans]] e tentò, senza riuscirci, di assoggettare [[Arles]], ma sembra che Ezio spinse i fratelli [[Teodorico II (Visigoti)|Teodorico]] e [[Federico (Visigoti)|Federico]], filo romani, a rivoltarsi e a fare assassinare Torismondo, nel [[453]].
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Nel [[455]], i Visigoti riuscirono a far eleggere imperatore il [[Magister militum]] della [[Gallia]], e antico precettore di Teodorico II: Marco Mecillio [[Avito]].
Nel [[456]], Teodorico II mise insieme un esercito coi suoi alleati [[Burgundi]] e sul fiume Orbigo, nei pressi di [[Astorga (Spagna)|Astorga]], sconfisse il re dei [[Suebi]] di [[Regno suebo|Galizia]], [[Rechiaro]], che in quello stesso anno aveva attaccato le province romane [[Betica]], [[Castiglia|Cartaginense]] e [[Tarraconense]], lo catturò
Nel [[457]] dopo la deposizione e poi l'assassinio dell'imperatore Avito, i Visigoti non riconobbero il nuovo imperatore [[Maggioriano]], avanzarono nella provincia di [[Narbona]] e misero l'assedio ad [[Arles]]; dove, nel [[458]], furono sconfitti da Maggioriano, che venne riconosciuto imperatore e fu firmata una pace di tre anni.
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Nel [[462]], dopo la morte di Maggioriano ([[461]]), l'imperatore [[Libio Severo]], su suggerimento di [[Ricimero]] (figlio della sorella del re visigoto [[Vallia]]), cedette a Teodorico la [[Settimania]].
Il confine del regno visigoto, al nord, era stato portato alla [[Loira]] e quando tentarono di espandere i domini verso nord, inviando un esercito al comando di Federico, fratello del re, trovarono l'opposizione del ''magister militum'' [[Egidio (generale romano)|Egidio]], che in uno scontro, nel [[463]], sconfisse i Visigoti
Nel [[465]] Teodorico II rinsaldò l'alleanza con gli Svevi dando in moglie al loro re, Remismondo, una figlia. Ma, nel [[466]], una parte della nobiltà, che riteneva non più conveniente l'alleanza con l'impero romano, ormai in dissoluzione, organizzò una congiura, col tacito consenso di suo fratello [[Eurico]], e lo fece strangolare.
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Eurico, divenuto re, nel [[466]], non ottenendo il riconoscimento della sovranità visigota, dall'impero, cercò un'alleanza coi [[Vandali]] di [[Genserico]] e con i [[Suebi]], che non andò in porto; allora, i Visigoti, ponendo fine ai rapporti amichevoli con gli [[Suebi|Svevi]], con una guerra terribile secondo il cronista [[Idazio]], nel [[468]] avanzarono sino a ricacciarli nel loro antico dominio, nel nord del paese (nella [[Galizia (Spagna)|Galizia]]). Poi nel [[469]] avanzarono anche in [[Gallia]] dove, a [[Bourges]], nel [[470]], sconfissero i [[Britanni]] del capo [[celti]]co [[Riotamo]], fedeli all'imperatore, ed espansero le frontiere del regno nel nord, senza poter arrivare al fiume [[Somme (fiume)|Somme]], la linea di demarcazione del territorio dei [[Franchi]], perché sconfitti dal ''[[comes]]'' [[Paolo (comes)|Paolo]]. Allora si spinsero nella valle del [[Rodano (fiume)|Rodano]] e finalmente occuparono [[Arles]], dove, sempre nel [[470]], sconfissero un esercito che l'imperatore d'occidente, [[Antemio]], aveva inviato per liberare la città. Occuparono quindi l'[[Aquitania]] prima, ponendo l'assedio a [[Clermont-Ferrand|Clermont]], capitale dell'[[Alvernia]], che non poté essere aiutata dall'impero d'occidente, ma si difese strenuamente, sotto la guida di [[Ecdicio Avito|Ecdicio]], figlio dell'ex imperatore [[Avito]], e dal poeta e, dal [[470]], vescovo, [[Gaio Sollio Sidonio Apollinare|Sidonio Apollinare]].
Nel [[475]], grazie all'intervento del vescovo di [[Pavia|Ticinum]], i Visigoti raggiunsero una pace, di cui non si hanno notizie molto accurate, con l'imperatore d'occidente [[Giulio Nepote]] ma lo costrinsero a riconoscere la loro totale autonomia (completa indipendenza da [[Roma]], mentre i precedenti sovrani Visigoti avevano ufficialmente regnato come ''[[legatus|legati]]'' dell'[[Imperatori romani|Imperatore romano]]) sulla regione compresa tra la [[Loira]], il Rodano, i [[Pirenei]],
Quando l'[[Caduta dell'Impero romano d'Occidente|Impero romano d'Occidente cadde]] nel [[476]], i Visigoti avevano già conquistato gran parte della [[penisola iberica]] e dopo la deposizione dell'ultimo imperatore d'occidente, [[Romolo Augusto]], ritenendo decaduto il trattato del [[475]] invasero la valle del Rodano
Nel [[477]] i Visigoti tentarono l'invasione dell'[[Italia]], ma furono sconfitti dalle truppe di [[Odoacre]], che governava l'Italia; sempre nello stesso anno fu concluso un trattato, garante l'imperatore d'oriente, [[Zenone (imperatore)|Zenone]] che riconosceva la Provenza ai Visigoti, che si impegnavano a non intraprendere ostilità contro l'Italia, che in pratica spartì l'Impero romano d'Occidente tra [[Odoacre]]
Nel [[481]] [[Clodoveo]] divenne uno dei re de Franchi Salii e pare che abbia tentato di penetrare in territorio visigoto, ma Eurico, nei suoi ultimi anni di regno, lo seppe tenere a bada molto bene, come seppe tenere a bada le incursioni dei pirati [[Sassoni]].
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Per opporsi all'influsso e alle pressioni esercitate sul regno visigoto dai [[franchi]], ormai di fede cattolica, Alarico II strinse un'alleanza dinastica con il sovrano degli Ostrogoti Teodorico, di cui sposò la figlia Teodegota.
Nel [[507]], Clodoveo, riuniti tutti i Franchi ''Salii'', con un contingente fornito dai [[Franchi Ripuari]],
Continuò la guerra contro i [[Franchi]], ma senza successo; anzi i Franchi, sempre nel 507, gli bruciarono la capitale, [[Tolosa]]. E sempre nello stesso anno, gli alleati dei Franchi, i [[Borgogna|Burgundi]], attaccarono la [[Settimania]]
Tra il [[508]]
== Regno di Toledo ==
[[File:Hispania 700 AD.PNG|thumb|Spagna visigota e sue divisioni regionali nel 700, prima della conquista musulmana]]
L'ostrogoto [[Teudi]] venne eletto re dei Visigoti. Il suo primo atto fu di trasferire la capitale del regno da Narbona a Barcino (l'attuale [[Barcellona]]), in quanto i [[Franchi]] premevano sulla [[Settimania]] e l'avevano occupata quasi tutta. In quello stesso anno i Franchi erano penetrati in [[Cantabria]] e nel [[532]] si erano annessi un piccolo territorio
=== Guerra civile e intervento dei bizantini ===
Nel [[550]], i Visigoti tentarono di completare l'asservimento della [[Betica]], che per buona parte non era sotto il controllo diretto del governo visigoto, ma sin dai tempi dell'imperatore d'occidente [[Maggioriano]] ([[460]] circa), era governata dai nobili ispano-romani; ma davanti alla città di [[Cordova]], nel primo scontro con gli andalusi, l'esercito reale fu sconfitto
[[File:Iberia 560.svg|thumb|upright=1.4|Penisola iberica nel [[560]].]]
Però nel [[553]], la guerra civile riprese e, nel [[554]], secondo [[Isidoro di Siviglia]], Atanagildo ottenne l'aiuto dell'esercito Bizantino, sotto il comando del generale [[Pietro Marcellino Felice Liberio|Liberio]], inviato, probabilmente dall'Italia, dall'imperatore [[Giustiniano I]]; altri cronisti sostennero che Giustiniano appoggiò Agila, ma è poco probabile. Comunque l'esercito, attraversata la Gallia, puntò su Siviglia, che occupò, dopo che una flotta aveva sbarcato truppe bizantine nel sud ovest della penisola iberica. per cui, molto probabilmente Atanagildo fece un accordo coi Bizantini e gli cedette una parte del territorio, le attuali [[Andalusia]] e [[Murcia]]. Agila fu nuovamente sconfitto a Siviglia e costretto nella sola Lusitania, nella città di Merida, mentre il nuovo re Atanagildo ma soprattutto i [[Impero bizantino|Bizantini]], con il favore della popolazione ispano-romana, andavano ingrandendo i loro territori. Giustiniano si trovò ad avere un grande potere nella penisola iberica e Liberio oltrepassò i confini concordati con Atanagildo. Agila fu infine assassinato a Merida, nel [[555]], da Visigoti della sua stessa fazione, forse istigati dai Bizantini, che così avrebbero avuto mano libera contro l'usurpatore Atanagildo, ma molto più probabilmente per eliminare un contendente e fare fronte comune con Atanagildo, che, nel [[554]], era già stato riconosciuto re da quasi tutta la nobiltà visigota
In quegli anni oltre che contro i Bizantini, i Visigoti lottarono contro i [[Franchi]] in [[Settimania]], i [[Vasconi]] nei [[Pirenei]] e i [[Suebi]] in [[Lusitania]] e [[Galizia (Spagna)|Galizia]]. Nonostante che dovette combattere per tutta la durata del suo regno, Atanagildo consolidò il suo potere e accrebbe la prosperità del regno; la fama dello splendore della sua corte e delle sue due figlie [[Brunechilde]] e [[Galsuinda]] si sparse nei regni vicini, tanto che furono chieste in moglie, rispettivamente da [[Sigeberto I]] di [[Austrasia]] e da [[Chilperico I]] di [[Neustria]], di questi due matrimoni, avvenuti tra il [[566]]
[[File:Byzantine Spain - 565-586.svg|upright=1.8|left|thumb|La massima espansione bizantina della Provincia di Spagna.
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Col pallino rosso sono indicate le città che si suppone siano state sotto dominazione bizantina, con il quadrato rosso quelle città in cui è attestata la presenza bizantina.]]
Nel [[569]] i re dei [[Franchi]] di [[Austrasia]], [[Sigeberto I]] e di [[Borgogna|Burgundia]] [[Gontrano]], invasero la [[Settimania]] e posero l'assedio ad [[Arles]], che fu attaccata e presa da Gontrano. Il nuovo re, [[Liuva I]] decise di rimanere in Settimania, per poterla difendere meglio, e, tenendo per
Leovigildo riuscì a mantenere unito il regno nella [[penisola iberica]], contenendo gli attacchi dei [[Bizantini]], mentre nel nord subì gli attacchi dei [[Vasconi]] dei [[Paesi Baschi]], dei [[Cantabria|Cantabrici]] e degli [[Asturie|Asturiani]]; infatti, secondo Giovanni di Biclar, un cronista vissuto in quel periodo, asserì che l'''Hispania Ulterior'' non era nelle mani dei Visigoti, ma il sud era bizantino, mentre il nord (città quali [[Oviedo]], [[León (Spagna)|León]], [[Palencia]], [[Zamora (Spagna)|Zamora]], [[Ciudad Rodrigo]], ecc..) era indipendente, governato da principi e governatori appartenenti alla nobiltà ispano-romana. Inoltre Leovigildo riprese immediatamente i rapporti con l'impero, comunicando all'imperatore [[Giustino II]] la propria ascesa al trono e riconoscendone l'autorità, stipulò una tregua, anzi propose all'imperatore un'alleanza in chiave anti-[[suebi|Sveva]], che lo portò ad attaccare il re suebo [[Teodemaro]], e le regioni indipendenti del nord ovest; conquistò [[Palencia]], Zamora e [[León (Spagna)|León]], ma non [[Astorga (Spagna)|Astorga]] che gli resistette tenacemente. Nel [[570]], dimenticate le dichiarazioni di sottomissione attaccò le province Bizantine, occupando in due anni: il distretto di [[Málaga]], [[Medina-Sidonia]] e [[Cordova]].
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Quando nel [[573]], Leovigildo rimase unico regnante dei Visigoti nominò i suoi due figli, [[Ermenegildo (re dei Visigoti)|Ermenegildo]] e [[Recaredo I]], duchi di [[Narbona]] e [[Toledo]], e sottomise tutti i territori sino alla provincia di [[Braganza]] arrivando così al confine del regno degli Svevi.
Nel corso del [[574]] e del [[575]] vi furono diverse sedizioni di nobili, che erano trattati troppo duramente dal re Leovigildo: in [[Cantabria]], nelle [[Asturie]], e a [[Toledo]] riportò delle vittorie seguite da terribili punizioni.
Sebbene in costante conflitto con i Bizantini, i Visigoti ne imitarono il metodo di amministrazione del territorio e il cerimoniale, arrivando addirittura ad ispirarsi al loro sistema di conio. Leovigildo riformò la legge dei Visigoti e creò la possibilità di una successione pacifica al trono facendosi coadiuvare alla reggenza dai suoi due figli, [[Ermenegildo (re dei Visigoti)|Ermenegildo]] e [[Recaredo I|Recaredo]]. In quel periodo la lingua dei Visigoti non era più germanica, ma era già stata alterata dal [[Lingua latina|latino]] che era parlato nella penisola iberica che sarebbe poi divenuto [[lingua spagnola|spagnolo]], [[lingua catalana|catalano]] e [[lingua portoghese|portoghese]].
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Leovigildo reagì con prudenza, mandando ambasciatori al figlio perché si sottomettesse e dando ordine alle sue truppe di non attaccare, ma eventualmente solo di difendersi, se attaccate dagli insorti. Ermenegildo però non cedette, anzi chiese l'aiuto di Svevi e Bizantini.
Nel [[580]] Leovigildo convocò a [[Toledo]] un sinodo di vescovi ariani che sancì che per aderire all'[[arianesimo]] bastava l'imposizione delle mani e non un secondo battesimo e ordinando ai suoi sudditi di religione cattolica di convertirsi alla religione ariana; solo una piccola parte di cattolici aderì all'invito del concilio scatenando una persecuzione che portò all'abolizione dei privilegi della chiesa cattolica, alla confisca dei beni
Nel frattempo (580) i Baschi, influenzati dalla rivolta della provincia della Betica, si erano ribellati e, nel [[581]], Leovigildo li attaccò personalmente, li batté e fondò una città, [[Vitoria|Victoriacus]], poi nel [[582]] raccolse un potente esercito che, appena pronto, si mise in marcia, conquistando Caceres e Merida, e nel [[583]] marciò contro la Betica, dopo aver comprato, con 30000 monete d'oro la neutralità dei cattolici bizantini; pose l'assedio a Siviglia e andò incontro al re dei [[Suebi]] [[Miro (Suebo)|Miro]], che veniva in aiuto a Siviglia, sconfiggendolo e costringendolo a rientrare nei suoi domini. [[Ermenegildo (re dei Visigoti)|Ermenegildo]], che aveva lasciato Siviglia per cercare aiuto inutilmente dai Bizantini si rifugiò a Cordoba dove, nel [[584]], venne catturato e dopo essersi prostrato ai piedi del padre, fu esiliato a Valencia, poi fu trasferito a Tarragona, dove venne assassinato il 13 aprile [[585]] dal duca Sigeberto, secondo la voce popolare, per ordine di suo padre.
Approfittando della usurpazione della corona sveva, fatta da [[Andeca]], che, nel [[584]], si era proclamato re dei [[Suebi]] della [[Galizia (Spagna)|Galizia]], dopo aver detronizzato [[Eborico]], loro alleato, i Visigoti, dichiarata guerra ad Andeca invasero immediatamente il territorio suebo e, secondo quanto afferma il cronista Isidoro, "con la massima rapidità", sconfissero in due sole battaglie, a [[Porto (Portogallo)|Portucale]]
Negli anni [[586]] e [[587]] vi fu un conflitto aperto con i [[Franchi]] lungo i confini settentrionali del territorio visigoto.
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=== Conversione al cattolicesimo ===
[[File:Wisigoth croix votive.jpg|150px|miniatura|Croce votiva visigota dal [[tesoro di Guarrazar]].]]
Secondo Giovanni di Biclar, nel [[587]] il nuovo re dei Visigoti, Recaredo si convertì al Cattolicesimo (la conversione fu annunciata dapprima con la fine delle persecuzioni ai cattolici e poi con la convocazione di un convegno di vescovi ariani e cattolici al termine del quale il re proclamò la propria preferenza per il cattolicesimo, quindi la sua conversione) segnando un momento fondamentale per la storia religiosa della penisola iberica e per il futuro dei Visigoti. Gran parte dei nobili Visigoti seguirono il suo esempio convertendosi a loro volta, soprattutto nelle zone più prossime a Toledo, mentre alcune regioni più remote si ribellarono alla conversione, come il caso della [[Settimania]], che si appellò a [[Gontrano]], il re Franco dei Burgundi, che prima fece un'incursione i Settimania, dove venne battuto e poi, inviò il suo condottiero ''Desiderio'' alla guida dell'esercito in appoggio dei rivoltosi. Tuttavia Recaredo sconfisse i ribelli
Nel [[III Concilio di Toledo]], organizzato dal vescovo cattolico Leandro ma tenuto per volontà del sovrano visigoto, nel [[589]], si stabilirono i principi del nuovo credo religioso del regno visigoto e del suo sovrano, che giurò fedeltà alla nuova religione in una dichiarazione solenne, che venne conclusa da
I Visigoti tentarono di cacciare dalla penisola iberica i Bizantini, senza riuscirci, e alla fine, attraverso la mediazione del papa [[papa Gregorio I|Gregorio Magno]], raggiunsero un accordo con l'imperatore [[Maurizio (imperatore)|Maurizio]], per il mantenimento dello ''status quo''.
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=== Inizio delle persecuzioni contro gli Ebrei ===
Il nuovo re [[Sisebuto]], dal 1º luglio nel [[612]], applicò rigorosamente una legge che era disattesa, la ''lex Romana'' di Alarico II, restrittiva per gli [[ebreo|ebrei]] di [[Spagna]], che considerava adulterio i matrimoni misti, vietava agli ebrei di possedere schiavi di religione cattolica e di occupare posti pubblici. Già [[Recaredo I]] aveva introdotto l'obbligo di battezzare i figli di coppie miste, ma con Sisebuto si passò ad una vera persecuzione, perché, nel [[616]], oltre che a riconfermare
Sisebuto domò l'insurrezione [[baschi|basca]], e continuò la guerra contro i [[Bizantini]], iniziata dal suo predecessore, [[Gundemaro]], che si protrasse per quasi tutto il periodo del suo regno; tra il [[615]] e il [[616]] conquistò [[Málaga]]. Dopo aver battuto due volte il generale bizantino Asario, l'imperatore ([[610]]-[[641]]) [[Eraclio I]] chiese la pace, che Sisebuto accordò a condizione di potersi annettere tutte le province orientali ([[Mar Mediterraneo|mediterranee]]), lasciando ai bizantini la provincia ([[Oceano Atlantico|atlantica]]) occidentale (dallo [[stretto di Gibilterra]] all'[[Algarve]].
Continuò ad avere ostilità contro il re dei Franchi di [[Borgogna|Burgundia]] [[Teodorico II (Merovingi)|Teodorico II]]
I Visigoti ebbero buoni rapporti con i re [[Longobardi]], soprattutto con [[Adaloaldo]], che era cattolico e che regnò dal [[616]] al [[626]].
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I Visigoti ripresero con forza la lotta contro i [[Bizantini]], che ancora occupavano la zona costiera [[Oceano Atlantico|atlantica]] della provincia [[Betica]]; dapprima portarono la guerra nel sud del dominio bizantino, che praticamente andava da [[Gibilterra]] a [[Cadice]], e poi con un'ultima campagna, terminata nel [[629]], riuscirono a batterli anche nell'[[Algarve]] e a ricacciarli in [[Nordafrica]] portando a termine la riunificazione della [[penisola iberica]] (salvo qualche distretto settentrionale del nord, in [[Biscaglia]] e nei [[Pirenei]]). Il sogno dei re Visigoti fu realizzato da [[Suintila]] che, dal [[629]], fu il primo re visigoto di ''totius Spaniae'' (in questo periodo il termine Spania cominciò a sostituirsi al latino Hispania).
Dedicatosi alla politica interna, [[Suintila]] cercò di rendere ereditaria la successione sul trono
Sisenando che già deteneva il potere dal 631, venne ufficialmente confermato nel IV [[Concilio di Toledo]] dell'anno [[633]], presieduto da Isidoro, [[arcivescovo di Siviglia]], mentre Suintila fu esautorato, scomunicato ed ebbe confiscati tutti i suoi beni. Nello stesso concilio furono abolite le tasse per tutto il clero e fu ufficialmente stabilito il sistema elettivo della monarchia visigota; il re doveva essere eletto da un'assemblea di nobili e vescovi.
Tra il [[631]]
In materia religiosa, applicando la teoria di [[Isidoro di Siviglia]], proibì le conversioni forzate degli [[ebrei]], ma non permise che coloro, che già erano stati convertiti con la forza, potessero tornare alla loro religione di origine.
Con i successori di Suintila, [[Chintila]] e [[Tulga]] i vescovi del regno aumentarono la loro influenza sul re e praticamente assunsero la direzione del governo, che li portò a legiferare sempre a favore dei propri interessi. Furono convocati, nella capitale del regno, [[Toledo]], il V [[Concilio di Toledo]] nel mese di giugno del [[636]] e nello stesso mese del [[638]] il VI [[Concilio di Toledo]], in cui fu confermato ciò che era stato stabilito nel V, che il re doveva appartenere alla nobiltà e giammai avrebbe dovuto essere un chierico, un membro della classe servile
=== Rafforzamento del potere centrale ===
Tra il [[641]] e il [[642]], [[Chindasvindo]], un nobile di circa 79 anni, capeggiò una ribellione, appoggiata solo da una parte della nobiltà, ma non dal clero, che il 30 aprile del [[642]], fu eletto re dei Visigoti, secondo il canone n
Con l'assistenza di Braulio, vescovo di [[Saragozza]], Chindasvindo cominciò ad elaborare un codice che fosse valido sia per i Visigoti che per gli ibero-romani, riunendo così le leggi della ''[[Lex Romana Visigothorum]]'' o ''Breviario di Alarico'', che regolava i diritti degli ibero-romani, a quelle del ''Codice di Leovigildo'', usato per i Goti. Il codice fu promulgato da figlio Reccesvindo, nel 654, un anno dopo la sua morte e fu chiamato ''Liber Judiciorum'' o ''Forum Judiciorum'' ed è noto anche come ''lex Reccesvindiana''.
Nel [[653]], alla morte del padre, dopo la ribellione di Froja da lui sconfitto e catturato Reccesvindo anziché punire severamente i ribelli, convocò l'VIII [[Concilio di Toledo]] in cui fu codificato il canone elettivo approvato nel IV Concilio di Toledo,
Il 21 settembre 672, alla morte del re [[Reccesvindo]], una parte dei nobili Visigoti, riuniti nella regione di [[Valladolid]] (al «''Gertico(s) Valladolid''»), elessero re [[Vamba (re visigoto)|Vamba]], malgrado l'età molto avanzata, insolita per un nuovo re. Dato che la sua elezione venne contrastata dai nobili di [[Nîmes]] e di [[Narbona]], per affermare la propria autorità, circa un mese dopo (ottobre), si fece consacrare, tramite l'unzione sacra dall'[[arcivescovo di Toledo]]; fu il primo re d'origine «[[Barbaro|barbara]]» in [[Civiltà occidentale|occidente]] a farsi consacrare, imitato, circa 80 anni dopo, dal re dei [[Franchi]] [[Pipino il Breve]], per legittimare il suo potere.
Vamba riorganizzò militarmente lo stato e soprattutto rese più severa l'obbligatorietà del servizio militare, per nobili e clero, con una legge del [[673]] che fu aggiunta al codice di Reccesvindo: coloro che rifiutavano di prestare servizio nell'esercito venivano privati dei diritti civili. Dovette lottare contro i nobili ribelli, sia [[Arianesimo|ariani]] che [[Cattolicesimo|cattolici]], e reprimere le rivolte dei [[Vasconi]], negli attuali [[Paesi Baschi]], e soprattutto dovette intervenire in [[Settimania]] per combattere e vincere il [[duca Paolo]], che con il sostegno dei nobili locali, si era proclamato re, a Narbona,
Sotto il suo regno iniziarono le incursioni dei cavalieri [[Berberi]], [[islam]]izzati da pochi anni, nel sud del regno visigoto (nell'[[Andalusia]] attuale) per fare razzie.
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=== Intensificazione della repressione degli ebrei ===
Inoltre, consigliato dall'[[arcivescovo di Siviglia]] Giuliano, Vamba decise che la [[Ebraismo|Religione ebraica]] dovesse sparire completamente dal regno, per cui organizzò il prelievo forzato dei bambini [[ebreo|ebrei]], per obbligarli a ricevere il battesimo [[Cattolicesimo|cattolico]]
Verso il [[680]], a causa delle sue riforme sia in campo militare che religioso, Vamba fu rovesciato e, nell'ottobre dello stesso anno, fu costretto a abdicare e a consegnare il potere al conte [[Ervige]], che aveva guidato la ribellione, appoggiato dal metropolita di [[Toledo]], Giuliano II (680-690), che lo unse come nuovo re. Il XII [[Concilio di Toledo]], respingendo le richieste di Vamba, legittimò l'usurpazione del trono.
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Durante il suo regno, Ervige diminuì alcune imposte e ne abolì altre; revocò le severe imposte della legge militare di Vamba, che obbligava nobiltà e clero a prestare servizio nell'esercito. Continuò con la politica di persecuzione degli [[ebreo|ebrei]]. A partire dal 1º febbraio [[681]] i non convertiti avevano 12 mesi di tempo per farsi battezzare. E nel [[682]], modificò diverse norme del ''Liber iudiciorum'' o ''Codice di Reccesvindo'', che da quel periodo fu chiamato ''Codice di Ervige''. Infine sembra che, durante il suo regno, continuassero anche i tentativi di sbarco dei [[Berberi]], [[islam]]izzati.
Il successore, [[Egica]], continuando nella politica di Ervige modificò il ''codice di Reccesvindo'' a favore del mantenimento del trono alla sua famiglia. Nello stesso tempo varò diverse norme contro gli ebrei, che furono ratificate dal XVII Concilio di Toledo, del [[695]] per ingraziarsi la chiesa e quindi evitare, alla sua morte, persecuzioni alla sua famiglia, come era avvenuto in passato. Tutti gli ebrei maschi del regno dovevano essere venduti come schiavi
Per questi motivi gli ebrei accolsero gli arabi come liberatori e ne favorirono l'invasione.
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Nel [[698]], il [[califfo]] [[omayyadi|omayyade]], [[Abd al-Malik ibn Marwan]], nominò [[Wali (governatore)|governatore]] del [[Ifriqiya|Nordafrica]] il generale [[yemen]]ita, [[Musa ibn Nusayr]], che portò a termine la conquista dei territori [[berberi]] e migliorò la flotta per la futura conquista delle isole [[Baleari]] ai [[Bizantini]].
Succeduto al padre [[Egica]], nel [[702]], [[Witiza]] si dimostrò un [[monarca|sovrano]] più clemente del padre. Cosciente delle tensioni create dalle persecuzioni dei suoi predecessori, richiamò coloro i quali erano stati [[esilio|esiliati]] da suo padre, restituendo loro le [[proprietà (diritto)|proprietà]] e gli [[schiavismo|schiavi]] precedentemente confiscati. L'inizio del suo regno coincise con la celebrazione del XVIII
Poco si conosce del regno di Witiza: stando a un cronista anonimo, continuatore della Cronaca di [[Isidoro di Siviglia]], si trattò di un periodo di prosperità per la [[Spagna]]. Negli ultimi anni di governo, Witiza associò al trono il figlio [[Agila II]], assegnandogli le province Settimania e Tarraconense. Verso il [[708]], vi fu un tentativo di invasione, da parte degli [[arabi]] di [[Ifriqiya]], che prontamente Witiza respinse, e nello stesso periodo sembra (secondo il cronista Isidoro di Pax Julia) che rintuzzasse anche il tentativo dei [[Bizantini]] di ritornare sulla [[penisola iberica]] dalle [[Baleari]].
Dopo la morte di Witiza, nel [[710]], gli successe il figlio Agila II, ma alcuni funzionari
=== La conquista araba ===
L'esercito arabo-berbero attraversò lo stretto nella primavera del [[711]],
I due eserciti si scontrarono il 19 luglio [[711]] nella valle del Rio Salado, presso [[Cadice]], nella [[battaglia del Guadalete]] che si protrasse per ben otto giorni, dal 19 al 26 dello stesso mese: alla fine, l'esercito di Rodrigo fu sconfitto. L'esito della battaglia fu fatale al re e al regno dei Visigoti: secondo le cronache arabe vennero passati tutti a fil di spada e gettati nel fiume. La vittoria musulmana fu favorita anche dal supporto di molti degli avversari di Rodrigo, come il già citato Agila, e il vescovo Oppas, fratello del defunto Witiza. Questa battaglia mise fine al regno dei [[Visigoti]] e aprì, in modo incredibilmente facile e inatteso, le porte all'occupazione araba della Penisola Iberica.
Dopo la battaglia del Guadalete, Agila probabilmente fu coronato, a Toledo, re dei Visigoti. I musulmani, appoggiati dalla popolazione [[ebreo|ebraica]], che, negli anni precedenti, era stata perseguitata, continuarono ad avanzare
Nel [[712]], Agila incontrò, sempre a Toledo, [[Tariq ibn Ziyad]], il condottiero della compagine arabo-berbera, che non potendo confermarlo re dei Visigoti, lo rimandò al ''[[Wali (governatore)|wali]]'' [[Musa ibn Nusayr]], l'[[emiro]] [[yemen]]ita, governatore del [[Nordafrica]], che a sua volta, per la decisione, si rimise al [[califfo]] [[omayyadi|omayyade]] di [[Damasco]], [[al-Walid I ibn Abd al-Malik|al-Walīd I ibn ʿAbd al-Malik]] ([[705]]-[[715]]) .
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Sempre nel 712 lo stesso Musa, sbarcò nella Penisola iberica, alla testa di un grosso contingente di 18.000 uomini, con lo scopo di conquistarla, e senza tener conto delle richieste di Agila, ad essere confermato re, conquistò [[Siviglia]] e dopo un anno di assedio, nel giugno del [[713]], [[Mérida (Spagna)|Merida]], e dopo essere arrivato a [[Toledo]], propose ad Agila, che l'aveva raggiunto di riconoscersi suo vassallo, con la promessa di restituirgli tutti i beni di cui era stato spogliato da Roderico.
Tra la fine del [[713]]
La conquista omayyade della [[penisola iberica]] da parte dei [[Mori (storia)|Mori]], iniziata con la [[battaglia del Guadalete]] del [[711]], nel [[714]], aveva già inglobato le province: [[Betica]] e [[Lusitania]] e parte della Galizia, della Cartaginense
Le truppe musulmane con gli ebrei, loro alleati, tra il [[715]]
Così, nel [[717]], le guarnigioni che si erano ritirate in [[Barcellona]], furono sconfitte davanti alle porte della città, dalle truppe musulmano-ebraiche. Mentre simultaneamente [[Girona]] ed [[Empúries]], dove gli ebrei erano in numero rilevante, si arresero alle truppe di Mori ed ebrei, obbligando i Visigoti ad abbandonare le città. Entro lo stesso anno tutta la nobiltà gota fu obbligata a ritirarsi, attraversando i [[Pirenei]], in [[Settimania]], dove si riorganizzarono, per tentare la riconquista della penisola iberica. Nel [[720]], dopo che i Mori, attraversati i Pirenei, attaccarono la Settimania, Ardo si ritirò a Narbona, che era, nel frattempo, diventata la capitale (di quello che era rimasto) del regno. Nel [[721]], i Mori posero l'assedio a Narbona, che resistette finché Ardo perse la vita in una battaglia davanti alle porte della città.
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=== Regno delle Asturie ===
{{vedi anche|Regno delle Asturie}}
Si crede che sia stato [[Pelagio delle Asturie|Pelagio]], un nobile visigoto, ad aver iniziato la ''[[Reconquista]]'' cristiana della Spagna nel [[718]], quando sconfisse gli Omayyadi nella [[battaglia di Covadonga]] dando vita al [[Regno delle Asturie]] nel nord che diventò la prima entità politica cristiana presente nella penisola iberica dopo il collasso del regno visigoto. Altri Visigoti, rifiutando di convertirsi alla fede [[islam]]ica, fuggirono verso nord entrando nel regno dei [[Franchi]], dove poche generazioni dopo i Visigoti giocarono un ruolo fondamentale nella nascita dell'impero di [[Carlo Magno]]. Il Regno delle Asturie venne istituito da [[Pelagio delle Asturie|Pelagio]]. La caduta fu dovuta alla sconfitta di [[Roderico]] nella [[battaglia del Guadalete]],
== La società nella Spagna visigota ==
Le stime più affidabili parlano di circa 150.000 Visigoti insediati in Hispania all'epoca del trasferimento della capitale a Toledo (attorno alla metà del VI secolo), su una popolazione totale iberica compresa fra i 7 e i 10 milioni di abitanti<ref>Cfr. a tale proposito AA.VV. ''I Goti'' e in particolare il capitolo redatto da Gisela Ripoll López dal titolo ''Archeologia visigota in Spagna'' (pag. 301), Milano, Electa Lombardia, 1994</ref> Tale popolo di ceppo germanico, all'interno della società ibero-romana si può pertanto configurare come una vera e propria minoranza etnica, anche se detentrice del potere, che fu lentamente assimilata.
La stessa società iberica andò incontro a forti cambiamenti. Da un lato, si ebbe infatti un progressivo spopolamento delle grandi città, dall'altro, un lento processo di ruralizzazione, con la formazione di piccoli centri abitati intorno alle ''villae'' romane. Molti edifici e monumenti romani andarono distrutti e i loro materiali furono riutilizzati per la costruzione di luoghi di culto cristiani
All'anno [[654]] risale la pubblicazione del ''Liber iudicorum'', opera in cui i fondamenti del [[diritto romano]] si fondevano con le pratiche che, col passare dei secoli, si erano sviluppate attorno al diritto di proprietà.
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{{Portale|Germani|medioevo|Spagna}}
[[Categoria:Regno visigoto]]
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