Utente:Danteilperuaviano/Sandbox2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
"pressapochismo..."
Nessun oggetto della modifica
Riga 17:
Nel luglio del 1923, anno della [[Prima Divisione 1922-1923#La riunificazione del campionato|riunificazione]] del campionato, il vicepresidente della [[FIAT]] e del Foot-Ball Club Juventus [[Edoardo Agnelli (1892-1935)|Edoardo Agnelli]] venne eletto per decisione unanime della dall'assemblea straordinaria dei [[socio (diritto)|soci]] alla presidenza del club dopo essere stato proposto all'incarico dal [[Difensore#Terzino|terzino]] [[Antonio Bruna]], all'epoca operaio della FIAT, e dal dirigente bianconero [[Sandro Zambelli]]; succedendo all'avvocato [[Gino Olivetti]].<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1171_01_1923_0178_0002_24335476/anews,true/|titolo=L'avv. E. Agnelli presidente del F.C. Juventus|pubblicazione=[[La Stampa]]|p=2|data=28 luglio 1923}}</ref>
 
Personaggio proiettato verso il futuro, Agnelli ebbe l'oggettivo di imporre una nuova concezione del club di calcio in un'epoca in cui essi erano gestiti a livello dilettantistico,<ref name=Pennacchia>{{Cita news|autore=Mario Pennacchia|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/dicembre/27/GIOIELLO_FAMIGLIA_gm_0_9712271366.shtml|titolo=Il gioiello di famiglia|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=27 dicembre 1997}}</ref> seguendo due fondamenti: «[il] football è destinato a trovare spazio e attenzioni sempre maggiori tra le nostre popolazioni» e «[la] certezza che il campionato deve essere al più presto unificato per diventare veramente nazionale».<ref name=Pennacchia/> Così, diversificò le attività societarie rispetto a quella principale del calcio e, con la collaborazione del [[barone]] [[Giovanni Mazzonis]], incaricato della vicepresidenza,<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1628_02_1931_0078_0002_22370268/|titolo=La «Juventus»|pubblicazione=[[La Stampa]]|p=2|data=1º aprile 1931}}</ref> introdusse una serie di riforme amministrative in seno al club, ispirandosi al modello e ai principi [[anglosassoni]] del foot-ball, che si dimostreranno decisive per l'[[Campionato italiano di calcio#Dal 1926 al 1929|istituzione del ''girone unico'']] e la svolta verso il [[Divisione Nazionale 1928-1929#Verso la Serie A|professionismo]] nonché per il conseguente sviluppo del [[calcio in Italia]]:<ref name=Mostra>{{Cita|Passerin d'Entrevès}}</ref> tra queste, la creazione di una [[Juventus Organizzazione Sportiva Anonima|compagnia]] dedicata all'amministrazione aziendale della squadra sportiva – quarantaquattro anni prima della conversione delle società calcistiche in aziende a capitale privato<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,0115_01_1967_0169_0008_6828985/|titolo=La Juventus trasformata in «società per azioni»|pubblicazione=[[La Stampa]]|p=8|data=19 luglio 1967}}</ref> –, la decisione di adottare inizialmente le tecniche della cosiddetta «scuola danubiana» intensificando gli allenamenti della squadra,<ref>{{Cita|Mancini, De Luna|«Film», 8 min 58 s e ssqsqq.}}</ref> ingaggiando il primo allenatore professionista nella storia del club, l'[[Ungheria|ungherese]] [[Jenő Károly]],<ref>{{Cita|Bernardini ''et al''|«Film», 5 min 52 s e ssqsqq.}}</ref> e il connazionale [[Ferenc Hirzer]], attaccante e futuro [[Marcatori dei campionati italiani di calcio|capocannoniere]] del campionato nazionale;<ref>{{Cita|Pietra|p. 154}}</ref> in aggiunta ciò, l'intera rosa venne stipendiata<ref>{{Cita|Dietschy|p. 133}}</ref> e gli immobili ammodernati, investendo soprattutto nell'[[Illuminotecnica|illuminazione artificiale]] dello [[Campo Juventus|campo di proprietà]] costruito otto mesi prima su richiesta del presidente Olivetti, oltreché in una sede sociale dedicata ai dipendenti e soci juventini e nel settore medico, tutte novità per l'epoca.<ref>{{Cita|Romano; Saoncella|«Film», 5 min 33 s|Romano; Saoncella; DVD}}</ref>
Tali politiche permessero alla Juventus diventare la prima entità nello [[Sport in Italia|sport italiano]] con status professionistico ''[[ante litteram]]''.<ref name="Armstrong, Giulianotti"/>
 
Durante il decennio seguente, in virtù dei [[Quinquennio d'oro|successi sportivi]] della squadra bianconera e del profondo [[Quinquennio d'oro#Impatto nella società italiana|impatto]] che essi ebbero nella società italiana di quel tempo, i mezzi di comunicazione di massa coniarono l'espressione «stile Juventus»<ref name=LaStampa1969/> per sottolineare l'efficienza della gestione societaria che distingueva i bianconeri dal dilettantismo ancora imperante nelle altre società italiane del tempo, principalmente quelle [[Mezzogiorno (Italia)|meridionali]].<ref name="Bromberger 1995"/><ref>{{Cita|Pennacchia|p. 306}}</ref>
 
La presidenza dell'avvocato Agnelli, che cambierà per sempre l'approccio al sistema sportivo divenendo antesignana del cosiddetto ''football management'' sviluppatosi in Italia a partire dalla seconda metà del secolo,<ref>«Evento cardine dell'incontro tra industria e calcio è dato dall’instaurazione della famiglia Agnelli alla guida della Juventus che rappresenta l’inizio di un periodo di successi {{sic|ed}} il susseguirsi di una vera e propria dinastia di presidenti societari, fattore che modifica nel profondo e per sempre l’approccio al sistema sportivo […] proprio come avviene nella vicina [[Francia]] con le esperienze di Jean-Pierre Peugeot al {{Calcio Sochaux|NB}} e Jean-Bernard Lévy con il {{Calcio RC Paris|N}}.» Cfr. {{Cita pubblicazione|autore=Fabrizio Bertini|url=http://www.settoretecnico.figc.it/notiziario.aspx?c=8&sc=&ssc=&n=98|titolo=Dagli anni venti agli anni cinquanta: un'epoca d'oro del Pallone|rivista=Notiziario del Settore Tecnico|numero=6|p=13|editore=Federazione Italiana Giuoco Calcio|formato=PDF|anno=2010|mese=noviembre/dicembre|edizione=ed. 21 dicembre 2010|città=Firenze}}</ref> si caratterizzò anche per l'introduzione di un rigido e, per l'epoca, innovativo regolamento di controllo interno – ispirato ai principi istituiti in FIAT dopo la fine della Grande Guerra e proseguiti agl'inizi del decennio successivo dal direttore centrale [[Vittorio Valletta]]<ref name="The Oxford Encyclopedia of Economic History">{{Cita libro|lingua=en|curatore=Joel Mokyr|titolo=The Oxford Encyclopedia of Economic History|autore=Franco Amatori|capitolo=Agnelli Family|p=14|editore=[[Oxford University Press]]|città=Oxford|anno=2003|ISBN=0-19510-507-9}}</ref><ref>Le politiche imprenditoriali della FIAT agl'inizi degli anni 1920 erano centrate su tre principi: progressiva conquista del mercato attraverso la realizzazione di una produzione di massa; impiego del capitale finanziario in mete esclusivamente produttive; nel settore salariale, una politica riformistica che mira al graduale miglioramento delle condizioni di vita degli operai per evitare le tensioni sindacali e per trasformarli in possibili clienti; cfr. {{Cita video|autore=Silvia Calandrelli|url=http://www.raiscuola.rai.it/articoli/fiat-1922-1966-dal-lingotto-a-vittorio-valletta/6420/default.aspx|titolo=FIAT 1922-1966: Dal Lingotto a Vittorio Valletta|editore=[[Rai Scuola|RAI Scuola]] ([[Rai Cultura|RAI Educational]])|tempo=0:02:34|anno=2012}}</ref> – che la totalità di dipendenti del club, giocatori inclusi, doveva rispettare: questi prescrivevano l'uso di un abbigliamento formale durante gli atti pubblici e viaggi in trasferta della squadra, l'evitare ogni polemica sia a livello personale che societario, il non concedere interviste senza l'autorizzazione dirigenziale, il rispetto delle decisioni arbitrali garantendo il ''[[Fair play (comportamento)|fair play]]''<ref>{{Cita|Bromberger|p. 150|Bromberger, 1995}}</ref> e l'apprendimento di regole d<nowiki>'</nowiki>''[[Galateo (costume)|étiquette]]'' e d'[[oratoria|espressione linguistica]], «perché alla Juventus non era ammessa l'ignoranza»,<ref>{{Cita|Buttafarro ''et al''|«Film», 48 min 59 s}}</ref> accentuando così le già radicate caratteristiche aziendali all'interno del club e rafforzando, di conseguenza, sia l'ammirazione verso la squadra tra la popolazione interessata al calcio che l'ostilità che, per motivi [[campanilismo|campanilistici]], ormai la circondava.<ref>{{Cita|Buttafarro ''et al''|«Film», 11 min 59 s e ssqsqq.|Buttafarro ''et al'', 2ª puntata}}</ref> Il giornalista [[Carlo Bergoglio]], detto ''Carlin'', diede testimonianza di ciò tra le pagine dell'edizione della [[Rotocalco (giornalismo)|rivista]] ''[[Guerin Sportivo]]'' del 2 maggio 1934:
 
{{Citazione|Hanno creato un ambiente che, come una macchina per impastare tutti i caratteri, ne farne il tipo unico mai illuso e mai disperato, mai troppo ottimista e mai troppo pessimista. Mai agitato e mai placato.<br />Cadere nella macchina un Monti o un Cesarini, un Orsi o un Varglien, spiriti fieri magari protervi, ed escono ben presto come gli altri: impastati. Ricadde un Tiberti, un Ferrari, un Sernagiotto, un Ferrero o un Valinasso e ne esce fuori un momento sicuro con qualche fierezza.<br />Il 'super asso' diventa solo un asso, l'aspirante a campione diventa asso; uno cava, l'altro cresce, tutto si livella. L'educazione e naturale riservo fanno il resto: se entri nel [[Circolo della Stampa|Circolo]], un tipo in guanti bianchi riceve il tuo cappello, gli stucchi dorati t'impediscono di dir parolacce. La stretta di mano sulla tetti all'orologio, non una mano sulla spalla. Nessun ordine del giorno, ma l'ordine con l'ora per il domani, firma carcame. Mai niente di nuovo. Un giocatore entra e capisce dov'è, cosa deve imparare, il senso delle distanze, il rispetto, quel formalismo che è pure necessario se tutti gli esserci si sono basati su quello.<ref>{{Cita|Buttafarro ''et al''|«Film», 53 min 32 s e ssqsqq.}}</ref>}}
[[File:Foot-Ball Club Juventus 1933-34.jpg|thumb|upright=1.2|Una formazione della ''[[Quinquennio d'oro|Juve del Quinquennio]]'' nella stagione [[Foot-Ball Club Juventus 1933-1934|1933-34]], all'interno dello [[Stadio Olimpico Grande Torino|stadio Mussolini]] di Torino]]
 
Riga 30:
 
=== Anni 1940-1960: riproposizione e consolidamento ===
L'atteggiamento societario della Juventus fu riproposto durante la seconda metà del XX secolo con l'assunzione della massima carica dirigenziale del club da parte dell'[[imprenditore]] [[Gianni Agnelli]], membro del [[consiglio di amministrazione]] del club dal 1938, la cui gestione avrà un impatto nella comunità sportiva simile a quello sperimentato negli anni 1920.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.uefa.org/about-uefa/history/obituaries/newsid=50895.html|titolo=Juventus mourn passing of Agnelli|pubblicazione=Union des Associations Européennes de Football|data=24 gennaio 2003}}</ref> Influenzato sia dal padre Edoardo che dal nonno, l'[[omonimo]] [[Senato del Regno d'Italia|senatore]] [[Giovanni Agnelli (1866-1945)|Agnelli]],<ref name="The Oxford Encyclopedia of Economic History"/> l<nowiki>'</nowiki>''Avvocato'' – come era già noto – portò avanti una serie di riforme in seno alla società, nel frattempo indebolitasi per la distruzione delle proprie infrastrutture quali il [[Campo sportivo Gianpiero Combi|centro sportivo]], la sede amministrativa e il [[Circolo della Stampa|Circolo]] societario durante i bombardamenti cittadini<ref>{{Cita web|url=http://www.museotorino.it/view/s/9878b61309e04d08a33f7daca1b5e775|titolo=Società Spettacoli Sportivi di corso Marsiglia|sito=MuseoTorino|editore=Città di Torino}}</ref> e, in particolare, per la [[liquidazione]] della CISITALIA, che l'amministrò durante la [[Resistenza italiana|Resistenza]] e i primi anni della [[Secondo dopoguerra in Italia#I problemi della ricostruzione|Ricostruzione]]. Conferendogli da allora un grado di stabilità considerevolmente superiore a quello delle istituzioni sportive e politiche sia in ambito [[Allenatore|tecnico]]<ref>In sessantotto stagioni disputate dalla Juventus dalla [[Foot-Ball Club Juventus 1929-1930|1929-30]], la prima in cui il campionato italiano di calcio venne disputato a [[Serie A|girone unico]], alla [[Juventus Football Club 1999-2000|1999-2000]] la dirigenza bianconera decise il cambio d’allenatore in dodici occasioni, includendo quelli di [[Carlo Carcano|Carcano]] (1935) e [[Armando Picchi|Picchi]] (1971) legati a motivi estracalcistici, equivalenti a un percentuale di cambiamento del 17.64%, una cifra considerevolmente inferiore alla media di esoneri realizzati da squadre militanti nel campionato di Serie A durante un minimo di dieci stagioni (42.31%); cfr. {{Cita pubblicazione|autore=Marco Tarozzi|titolo=Quel record dell’Alessandria|rivista=[[Calcio 2000]]|numero=4 [40]|anno=2001|mese=aprile|p=77|ISSN=1122-1712}}</ref> che [[Direzione aziendale|manageriale]],<ref name="Bromberger 1995"/><ref>Dal 1923 al 2003, anno della morte dell<nowiki>'</nowiki>''Avvocato'', la Juventus cambiò il [[Presidenti della Juventus Football Club|presidente]] e [[consiglio di amministrazione]] in dieci occasioni, l'ultima nel 1990; la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio]] (FIGC), l'organo di governo del calcio italiano, cambiò il [[Federazione Italiana Giuoco Calcio#Presidenti|presidente]] e membri del Consiglio Federale un totale di 25 volte durante quel periodo e la [[Democrazia Cristiana]] (DC), il principale [[partito politico]] in Italia durante la [[Prima Repubblica (Italia)|Prima Repubblica]], cambiò il [[Democrazia Cristiana#Struttura del partito|segretario generale]] – la sua massima carica istituzionale – in 23 occasioni dal luglio 1944 fino al suo scioglimento nel 1992; cfr. {{Cita|Buttafarro ''et al''|«Film», 15 min 31 s e ssqsqq.|Buttafarro ''et al'', 2ª puntata}}</ref> Agnelli portò la squadra, capitanata dal difensore [[Carlo Parola]] e rinforzata dagli acquisti di giocatori di rilievo quali il futuro [[Capitani della Nazionale di calcio dell'Italia|capitano della nazionale italiana]] [[Giampiero Boniperti]] e i [[Nazionale di calcio della Danimarca|nazionali danesi]] [[John Hansen]] e [[Karl Aage Præst|Karl Åge Præst]], a vincere due titoli del campionato di [[Serie A]] nel [[Serie A 1949-1950|1950]] e [[Serie A 1951-1952|1952]] – i primi dopo un quindicennio – nonché a partecipare, in rappresentanza della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio]] (FIGC) quale [[Serie A 1949-1950|campione d'Italia 1949-50]],<ref>{{Cita news|url=http://www.emeroteca.coni.it/bookreader.php?&c=1&f=9961&p=3#page/4/mode/1up|titolo=La Juventus a Rio al «Torneo dei Campioni»|pubblicazione=[[Corriere dello Sport - Stadio|Corriere dello Sport]]|p=4|data=14 giugno 1951}}</ref> a un [[Torneo Internazionale dei Club Campioni|torneo internazionale]] disputatosi in [[Brasile]] nel [[Torneo Internazionale dei Club Campioni 1951|1951]], nella quale arrivò in finale esprimendo al massimo livello il gioco a [[Difesa a zona|zona]],<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Luigi Bonizzoni|url=http://www.settoretecnico.figc.it/notiziario.aspx?c=8&sc=&ssc=&n=32|titolo=Inizio anni Cinquanta: le prime avvisaglie del gioco a zona fanno discutere|rivista=Notiziario del Settore Tecnico|numero=3|p=44|editore=Federazione Italiana Giuoco Calcio|formato=PDF|anno=2002|mese=maggio/giugno|città=Firenze}}</ref> un atteggiamento tattico all'epoca sconosciuto in [[America Meridionale|Sudamerica]], una circostanza che permetterà ai bianconeri di estendere la propria popolarità nel continente.<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Pozzo|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0046_01_1951_0161_0004_10930021/|titolo=Entusiastici commenti per la Juventus in Brasile|pubblicazione=[[La Nuova Stampa]]|p=4|data=10 luglio 1951}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Vittorio Pozzo|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0046_01_1951_0161_0004_10930021/|titolo=La Juventus questa sera parte in aereo dal Brasile|pubblicazione=[[La Nuova Stampa]]|p=4|data=24 luglio 1951}}</ref>
 
Durata sino al 1954, la presidenza di Gianni Agnelli consoliderà il [[Storia della Serie A#Il sodalizio tra la Juventus e gli Agnelli|sodalizio]] tra la Juventus e la dinastia proprietaria della FIAT, il più antico e duraturo nello sport italiano,<ref>{{Cita|Patrick Hazard, David Gould|titolo=Three Confrontations and a Coda: Juventus of Turin and Italy|pp. 209, 215|Fear and Loathing in World Football}}</ref> iniziato un trentennio prima e interrotto tragicamente nel 1935, rafforzando notevolmente l'identificazione fra la squadra e la famiglia, e di cui lo stesso ''Avvocato'' diverrà l'[[Apparenza|immagine]] pubblica.<ref>{{DBI|nome=AGNELLI, Giovanni|nomeurl=giovanni-agnelli|autore=Giuseppe Berta|volume=1|anno=2013}}</ref> Tra le altre cose, proprio lui contribuirà anche a riformare le norme contrattuali FIGC, all'epoca ripartite in maniera proporzionale all'importanza della città-sede dei club – un criterio arbitrario stabilito dalla Federazione – e il relativo [[inflazione|carovita]], in favore del [[valore di mercato]] del singolo atleta e del proprio rendimento sportivo.<ref name=Mostra/>
[[File:Juventus, 1957. Charles, Sívori, Ferrario, Umberto Agnelli e Boniperti.jpg|thumb|upright=1.2|left|Tre dei neoacquisti bianconeri della stagione 1957-58, [[John Charles|Charles]], [[Omar Sívori|Sívori]] e [[Rino Ferrario|Ferrario]], riuniti con il giovane presidente del club, il ''Dottore'' [[Umberto Agnelli]], e il capitano della squadra, [[Giampiero Boniperti|Boniperti]]]]
 
Il metodo gestionale juventino si sarebbe consolidato come modello sportivo-finanziario durante la successiva presidenza di [[Umberto Agnelli]], anche lui imprenditore. Eletto nel 1955 da una giunta di soci, tra cui il fratello Gianni<ref>{{Cita|Buttafarro ''et al''|«Film», 4 min 39 s e ssqsqq.|Buttafarro ''et al'', 2ª puntata}}</ref> – divenendo il più giovane ad assumere la massima carica dirigenziale nella storia della società, ad appena ventidue anni –, la sua presidenza venne caratterizzata dagli ingaggi di giocatori di rilievo – ma a quel tempo sconosciuti al pubblico italiano – quali il [[Nazionale di calcio del Galles|nazionale gallese]] [[John Charles]] e il [[Nazionale di calcio dell'Argentina|nazionale argentino]] [[Omar Sívori]], decisivi per la conquista di tre campionati di lega e due [[Coppa Italia|coppe nazionali]] consecutive dalla stagione [[Juventus Football Club 1957-1958|1957-58]] all'annata [[Juventus Football Club 1960-1961|1960-61]],<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.uefa.com/memberassociations/news/newsid=183009.html|titolo=Agnelli succumbs to cancer|pubblicazione=Union des Associations Européennes de Football|data=28 maggio 2004}}</ref> facendo sì che la Juventus emergesse come la [[Trio Magico#Impatto nella società italiana|squadra-simbolo]] dell'allora favorevole [[Miracolo economico italiano|congiuntura economica interna]], anche in virtù di un cospicuo incremento del bacino di simpatizzanti a seguito della massiccia [[Storia di Torino#Immigrazione|immigrazione meridionale a Torino]] nei primi anni 1950.<ref>{{Cita news|autore=Giovanni Bechelloni|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0990_02_1986_0111_0002_19035958/|titolo=Torino, città delle «sfide»|pubblicazione=[[Stampa Sera]]|p=2|data=28 aprile 1986}}</ref><ref>{{Cita libro|autore1=Antonio Papa|autore2=Guido Panico|titolo=Storia sociale del calcio in Italia: dai campionati del dopoguerra alla Champions League (1945-2000)|p=47|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=2000|ISBN=88-1507-632-8}}</ref>
 
Per i seguenti otto anni verrà rafforzata la struttura direttiva della squadra,<ref>{{DBI|nome=AGNELLI, Umberto|nomeurl=umberto-agnelli|autore=Giuseppe Berta|volume=1|anno=2013}}</ref> nei quali andò definitivamente ad affermarsi anche una peculiare politica di reclutamento iniziata alla fine del secondo conflitto mondiale: oltre a puntare soprattutto sull'ingaggio di giocatori italiani – scelta che si rivelerà determinante nei cicli di successi della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale «A»]] –, inclusi atleti noti per una notevole predisposizione e [[Glossario calcistico#J|polivalenza]] tattica e disciplinare, andando a compensare certi limiti tecnici, e per questo spesso paragonati agli operai della compagnia,<ref name="Bromberger, 1987b">{{Cita|Bromberger|p. 37|Bromberger, 1987}}</ref> il club si segnalò nell'ingaggiare stranieri pescati principalmente nei paesi limitrofi quali la [[Francia]], in virtù dei vincoli storici che tale nazione condivide con la città di Torino, e dell'[[Europa centrale]] e [[Europa settentrionale|settentrionale]], in quanto ritenuti «più adattabili» allo [[stile di vita]] della capitale sabauda nonché alla disciplina ormai caratteristica della società nei confronti dei calciatori provenienti da altre latitudini.<ref>{{Cita|Bromberger|p. 163|Bromberger, 1995}}</ref>
Riga 48:
}}
 
Dopo le rispettive attività dirigenziali a fronte del club i fratelli Agnelli rimasero legati ai colori bianconeri compiendo, in diversi periodi, una serie di incarichi amministrativi, assumendo ulteriormente il ruolo di [[presidente onorario]] con cui poterono mantenere la propria influenza sul consiglio di amministrazione della società.<ref>{{Treccani|agnelli-edoardo-giovanni-umberto_(Enciclopedia-dello-Sport)|AGNELLI; Edoardo, Giovanni, Umberto|autore=Roberto Beccantini|anno=2002}}</ref> Così, il club poté sollevare le [[Storia del Gruppo Fiat#La Fiat diventa una holding|tensioni tra la FIAT e i sindacati]] degli anni 1960, aggravate durante il cosiddetto «[[autunno caldo]]», attraverso una «[[austerità|politica dell'economia]]» instaurata dall'[[Camera dei deputati|onorevole]] [[Vittore Catella]] su iniziativa di Gianni Agnelli.<ref>{{Cita|Buttafarro ''et al''|«Film», 7 min 59 s e ssqsqq.|Buttafarro ''et al'', 2ª puntata}}</ref> Tale provvedimento societario sarebbe continuato durante gli [[Terrorismo in Italia|anni del terrorismo]] dal suo successore Giampiero Boniperti, chi assunse la massima carica istituzionale bianconera nell'estate del 1971 su richiesta dell<nowiki>'</nowiki>''Avvocato'', per affrontare la crisi di risultati delle squadre italiane originate dal divieto di tesseramento di giocatori di nazionalità diversa all'italiana e allenatori che svolgerono l'attività sportiva fuori dal territorio nazionale imposto dalla [[Lega Calcio|Lega Nazionale Professionisti]] (LNP) su iniziativa del presidente federale [[Giuseppe Pasquale]] dopo l'insuccesso della cosiddetta ''Squadra Azzurra'' al [[campionato mondiale di calcio 1966|campionato mondiale del 1966]] e ulteriormente aggravata dall'emersione del [[Scandalo italiano del calcioscommesse del 1980|primo scandalo del calcioscommese]] quattordici anni più tardi,<ref>{{Cita pubblicazione|curatore=Centro Studi e Ricerche Settore Tecnico FIGC|url=http://www.settoretecnico.figc.it/notiziario.aspx?c=8&sc=&ssc=&n=33|titolo=Lo stato di salute nel calcio italiano|rivista=Notiziario del Settore Tecnico|numero=4|pp=39-40|editore=Federazione Italiana Giuoco Calcio|formato=PDF|anno=2002|mese=luglio/agosto|città=Firenze}}</ref> a cui la società bianconera si era opposto in quanto «determinava una condizione sfavorevole per il calcio italiano nelle competizioni internazionali».<ref name=Mostra/> In quel periodo la Serie A era un netto svantaggio a livello tecnico-tattico nei confronti, principalmente, delle squadre militanti nel [[Eredivisie|campionato dei Paesi Bassi]], dove ebbe l'origine il cosiddetto ''[[calcio totale|totaalvoetbal]]'', uno stile di gioco offensivo che avrà un forte impatto nel resto del continente; al [[campionato inglese di calcio|campionato inglese]], le cui ricevettero a metà del decennio un'autorizzazione speciale da parte della [[Fédération Internationale de Football Association|Federazione Internazionale del Calcio]] (FIFA) per ingaggiare giocatori originari nelle altre [[nazione costitutiva|nazioni costitutive]] del [[Regno Unito]] e nelle [[Impero britannico#Territori dell'Impero britannico nel 1952|antiche colonie dell'impero britannico]] senza alterare le restrizioni agli acquisti di giocatori di altre nazionalità imposte in precedenza dalla propria [[Federazione calcistica dell'Inghilterra|associazione nazionale]]; al [[Primera División (Spagna)|campionato spagnolo]], le cui squadre poterono ingaggiare la maggioranza dei migliori atleti che parteciparono ai mondiali del [[campionato mondiale di calcio 1974|1974]] e del [[campionato mondiale di calcio 1978|1978]] e anche a quello [[campionato tedesco di calcio|tedesco occidentale]], il cui sarebbe stato classificato al primo posto nel [[coefficiente UEFA|ranking europeo]] alla fine della decade.<ref>{{Cita news|autore=Antonio Bomba|url=http://www.tifosobilanciato.it/2014/04/18/la-storia-ufficiale-e-non-del-ranking-uefa-gli-anni-70/|titolo=La storia (ufficiale e non) del Ranking UEFA: gli {{sic|anni '70}}|data=18 aprile 2014}}</ref> Per farlo, Boniperti elaborò un progetto a [[Orizzonte temporale#Lungo periodo|lungo termine]] gestito con rinnovati criteri industriali, caratterizzato dall'introduzione e successiva applicazione della ''[[zona mista]]'', un innovativo schema tattico che coniuga efficientemente i concetti del calcio totale neerlandese e il classico [[catenaccio]] italico; dall'inserimento graduale in prima squadra di giovani calciatori forniti nel [[Juventus Football Club#Settore giovanile|settore giovanile]] juventino quali [[Giuseppe Furino]], [[Roberto Bettega]] e [[Paolo Rossi (calciatore 1956)|Paolo Rossi]], nonché dall'arruolamento di talenti in prospettiva con presenza attiva nel campionato di Serie A con altri club quali [[Gaetano Scirea]], [[Antonio Cabrini]], [[Claudio Gentile]], [[Marco Tardelli]] e [[Franco Causio]]; e dalla ferrea disciplina – includendo d'[[Apparenza|immagine]] – imposta alla squadra bassata in quella che esperimentò durante l'attività agonistica; dando inizio al periodo di successo più duraturo nella storia del calcio italiano,<ref>{{Cita news|autore=Bruno Colombero|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0005/articleid,0729_01_1994_0064_0053_10000873/|titolo=Cicli d'oro firmati da grandi campioni|pubblicazione=[[La Stampa]]|p=5|data=6 marzo 1994}}</ref> in cui sarà considerevolmente arricchito il palmarès,<ref name=Garanzini>{{Treccani|giampiero-boniperti_(Enciclopedia-dello-Sport)|BONIPERTI, Giampiero|autore=Gigi Garanzini|anno=2002}}</ref> e che darà inizio a un periodo aureo per il calcio italiano a partire dalla riapertura delle frontiere e l'autorizzazione ai club di tesserare un giocatore proveniente da un'associazione nazionale estera a partire dalla [[Juventus Football Club 1980-1981|stagione 1980-81]] e la successiva vittoria della rappresentativa italiana ai [[campionato mondiale di calcio 1982|mondiali del 1982]].<ref>{{Cita pubblicazione|curatore=Centro Studi e Ricerche Settore Tecnico FIGC|url=http://www.settoretecnico.figc.it/notiziario.aspx?c=8&sc=&ssc=&n=33|titolo=Lo stato di salute nel calcio italiano|rivista=Notiziario del Settore Tecnico|numero=4|pp=40-42|editore=Federazione Italiana Giuoco Calcio|formato=PDF|anno=2002|mese=luglio/agosto|città=Firenze}}</ref>
Nel febbraio del 1990, Boniperti rassegnò le [[dimissioni]] in ragione della conflittualità insostenibile con i [[Procuratore sportivo|procuratori]],<ref name=Garanzini/> essendo sostituito dall'avvocato [[Vittorio Caissotti di Chiusano]].<ref name="Caroli">{{Cita news|autore=Angelo Caroli|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,29/articleid,0693_01_1995_0036_0029_10256885/|titolo=Chiusano, difensore in casa|pubblicazione=[[La Stampa]]|p=29|data=6 febbraio 1995}}</ref>