Regno visigoto: differenze tra le versioni

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Il più anziano dei due fratelli, Ermenegildo, nel [[579]], si unì in matrimonio con una principessa [[Franchi|franca]], fervente cattolica, [[Ingunda (regina visigota)|Ingunda]], figlia di re [[Sigeberto I]], sovrano d'[[Austrasia]] e di [[Brunilde]], figlia del re [[Atanagildo]]. La moglie di Leovigildo, Gosvinda, fervente ariana, era stata la moglie di [[Atanagildo]], era quindi la mamma di Brunilde e la nonna di Ingunda, cercò di convincere la nipote a convertirsi all'arianesimo, anche con le minacce.
 
Per evitare che la situazione precipitasse e non avere problemi con i [[Franchi]], Leovigildo, nel [[580]] mandò il figlio Ermenegildo a governare Siviglia, una delle province della frontiera coi bizantini; Ermenegildo, per le pressioni della moglie Ingunda ma anche per merito del vescovo di Siviglia, [[Leandro di Siviglia|Leandro]], si convertì al Cattolicesimocattolicesimo e intorno a lui si coagulò la protesta cattolica. La notizia della conversione rinfocolò il malcontento ispano-romano della [[Betica]], che si ribellò; i rivoltosi proclamarono re Ermenegildo, che accettò, probabilmente con l'appoggio dei vescovi cattolici, ma le gerarchie ecclesiastiche ([[Gregorio di Tours]], Giovanni di Biclar, e [[Isidoro di Siviglia]]) ufficialmente condannarono la rivolta e definirono Ermenegildo un usurpatore.
 
Leovigildo reagì con prudenza, mandando ambasciatori al figlio perché si sottomettesse e dando ordine alle sue truppe di non attaccare, ma eventualmente solo di difendersi, se attaccate dagli insorti. Ermenegildo però non cedette, anzi chiese l'aiuto di Svevi e Bizantini.