Insegnò filologia romanza nell'[[Università di Genova]] e letteratura francese e spagnola a [[Roma]]. Occupò infine la cattedra di filologia romanza all'Università di Roma, dove successe proprio a Ernesto Monaci, suo vecchio professore.
Dal [[1907]] al 1913 e dal 1921 fino alla morte diresse la rivista "«[[La Cultura (rivista)|La Cultura]]"», primadapprima con [[LuigiNicola CeciFesta]], e [[BrunoGiuseppe MiglioriniAntonio Borgese]] e altri, poi, dal [[1921]] al [[1928]], da solo, rifondandola. De Lollis fece di tale pubblicazione non solosoltanto uno strumento di rinnovamento di metodi critici e di apertura verso la cultura [[europa|europea]], ma anche il luogo dove si formarono le più vivaci forze della giovane critica italiana (come [[Domenico Petrini]], [[Cesare Pavese]], [[Leone Ginzburg]], [[Arrigo Cajumi]]) alla luce della sua concezione [[umanismo|umanistica]] dell'esercizio letterario come impiego [[etica|etico]].
Nel [[1925]] è tra i firmatari del [[Manifesto degli intellettuali antifascisti]] di [[Benedetto Croce]].