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Al-Maʾmūn ricevette le truppe durante l'estate del 1229 e alla fine di settembre navigò da [[Algeciras]] a [[Ceuta]], sulla costa marocchina. Le sue forza si scontrarono con quelle di Yaḥyā appena fuori Marrakesh l'11 febbraio 1230 al-Maʾmūn ottenne una vittoria netta, con i suoi mercenari che arrivarono fino all'accampamento di Yaḥyā distruggendo la sua tenda, creando panico tra i suoi soldati che temevano che fosse morto. Yaḥyā sopravvisse e si ritirò nelle roccaforti dei suoi alleati nelle montagne tra la tribù [[Hintata]]. Una volta preso il controllo di Marrakesh, al-Maʾmūn ruppe radicalmente con la dottrina religiosa almohade.
 
Al-Maʾmūn mantenne la promessa e fece costruire la chiesa a Marrakesh. Era dedicata a Maria. Al-Maʾmūn si vendicò ferocemente sui capi tribali almohadi che avevano sostenuto Yaḥyā per il califfato, dichiarandoli traditori, li fece decapitare e fece appendere le loro teste sulle mura di Marrakesh. Allo stesso tempo, ripudiò l'ideologia religiosa del movimento almohade. Promulgò un editto per tutto che negava che [[Ibn Tumart|Ibn Tūmart]], il fondatore del movimento almohade, era il [[Mahdi]], il redentore divinamente ispirato della teologia islamica che avrebbe restaurato la giustizia nel mondo: ''Sappiate che abbiamo respinto la falsità e abbiamo accettato la verità, non c'è altro Mahdi oltre a Gesù, figlio di Maria''. Negò che Ibn Tūmart avesse posseduto l'infallibilità" (''ʿisma'') ed ordinò che il suo nome fosse rimosso dalla preghiera del venerdì e dalle monete<ref> Ibn Abī Zarʿ, ''Rawḍ al-qirtāṣ'', 330.</ref>. La dichiarazione di al-Ma'mun che Gesù era il vero [[Mahdi]] può avere impressionato alcuni dei combattenti cristiani che lo avevano aiutato a conquistare Marrakesh, ma è quindi probabile che la sua rinuncia alla dottrina di Ibn Tūmart era volta perlopiù a mantenere la fedeltà dei mercenari cristiani<ref>Fromherz, ''North Africa and the Twelfth-Century Renaissance'', 50 </ref>.
 
Al-Maʾmūn affrontò Yaḥyā per la seconda volta nell'estate del 1230. Yaḥyā subì un'altra sconfitta ma riuscì ancora a fuggire nelle montagne. Nel 1232, il fratello di al-Maʾmūn, Abū Mūsa ʿImran, si ribellò contro di lui a Ceuta. Mentre al-Maʾmūn assediava Ceuta, Yaḥyā ne approfittò per attaccare Marrakesh. Al-Ma'mun cercò di tornare nella sua capitale, ma morì poco prima che potesse raggiungerla. Yaḥyā saccheggiò la città. In mezzo alla distruzione generale, i soldati di Yaḥyā abbatterono la chiesa. Secondo [[Ibn Abi Zar']], hanno anche ''ucciso molti [[storia degli ebrei in Marocco|ebrei]] e Banū Farkhān, e sequestrato i loro beni. Il massacro di cristiani descritto da Ibn Abī Zarʿ durante l'incursione di [[Yahya al-Mu'tasim]] a Marrakesh sembra essere confermato da uno scritto trecentesco francescano, che descrive il martirio di cinque frati francescani nella chiesa della Beata Maria di Marrakesh, insieme al massacro di ''una grande folla di cristiani di entrambi i sessi''<ref> ''Chronica XXIV Generalium Ordinis Minorum'' , ed. Bernard Bessa, in ''Analecta Franciscana annuncio historiam Fratrum Minorum spectantia'', 17 voll.</ref>.