Prêt-à-porter: differenze tra le versioni

L'espressione '''prêt-à-porter''', mutuata della [[lingua francese]] che tradotto letteralmente significa "pronto da portare", indica nel campo della [[moda]] il settore dell'[[abbigliamento]] costituito da abiti realizzati non su misura del cliente ma venduti finiti in [[Taglia (misura)|taglie]] standard pronti per essere indossati. Esso si contrappone quindi agli abiti di [[sartoria]] (categoria di cui fanno parte i capi d'[[alta moda]]).

La realizzazione del prêt-à-porter ha comportato anche un completo cambiamento nella cosiddetta ingegnerizzazione del prodotto.; Ii modelli vengono studiati in modo da permettere la suddivisione del lavoro tra i diversi addetti. L'ottimizzazione non riguarda solo il tempo necessario perché la pezza di [[tessuto]] diventi un capo finito, ma anche quello di ridurre, a parità di qualità, i minuti operativi degli operai richiesti per confezionare il capo. Da qui derivòderiva la tendenza aad utilizzare grandi unità produttive, dotatialcune con centinaia di dipendenti, dotate di impianti di taglio automatico e successiveampi a delle linee di produzione generalmente lunghemagazzini.<br />

Quasi come reazione a questa impostazione venne ad affermarsi il concetto opposto: strutture molto agilipiccole basate sulla [[Settore terziario|terziarizzazione]] delle singole fasi produttive, riuscivanocon l'intento di riuscire a soddisfare in brevissimobreve tempo le esigenze del mercato. Tale struttura venne denominata "[[Pronto moda]]", con il vantaggio di ridurre al minimo i rischi di invenduto.

Il passo successivo fu il decentramento produttivo in paesi dell'[[Europa orientale]] o addiritturae del [[terzo mondo]].<ref>Da; da qui una differenziazione [[semantica]] Ildel termine ''Prêtprêt-à-porter'' che individua i capi pronti in piccola serie, anche se prodotti in paesi lontani, mentre si preferisce il termine [[pronto moda]] per indicare le produzioni locali di rapida realizzazione</ref>.

== Note ==

== Voci correlate ==