Capua (città antica): differenze tra le versioni

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[[File:Santa Maria Capua Vetere Mithraeum Tauroctony.jpg|thumb|225x225px|[[Mitreo di Santa Maria Capua Vetere|Mitreo di Capua]], ''Tauroctonia'', [[II secolo]].]]
 
La vendetta dei Romani al tradimento di Capua, secondo alcune fonti citate anche da [[Livio]] tra cui [[ClelioCelio AntipratoAntipatro]], fu molto forte. I Romani avrebbero punito i cittadini capuani rei di aver assecondato Annibale con la deportazione ''trans Tiberim'' ed addirittura per i più ambienti la carcerazione, la confisca dei beni e la vendita di moglie e figlie come schiave. Se sulle deportizioni e la carcerazione in massa le stesse fonti in parte dubitano, certo è invece il provedimento di esproprio dei terreni che con un [[senatoconsulto]] il Senato emanò nel [[211 a.C.]]. Questo provvedimento di ''deditio'' o ''debellatio'' portò alla confisca dei territori capuani da parte dei romani e alla loro vendita in concessione tramite il pagamento di ''vectigal'' ai cittadini romani. Probabilmente almeno in questa fase i territori Capuani non divennero parte dell'''[[ager publicus]]'' romano propriamente detto ma divennero semplicemente ''ager publicatus'' cioè "occupato" dai Romani e questo sarebbe dimostrato dal fatto che quando Publico Cornelio Lentulo realizzò nel [[165 a.C.]] la ''forma agri Campani'' in questi territori dovette comprare i territori occupati, sintomo che questi territori non appartenevano al patrimonio romano.<ref>Osvaldo Sacchi, L'ager Campanus antiquus: fattori di trasformazione e profili di storia giuridica del territorio dalla mesogeia arcaica alla centuriatio romana, 2004</ref>
 
Già nel [[173 a.C.]] gran parte della terra era tornata ai privati capuani e per far fronte a questo il Senato inviò il console [[Lucio Postumio Albino (console 173 a.C.)|Lucio Postumio Albino]] per ridefinire i confini pubblici, e otto anni dopo il pretore Publio Cornelio Lentulo, come detto, comprò i terreni privati, dividendo quelli pubblici in poderi e realizzando la ''forma agri'' e molto probabilmente fu in questa fase che i Romani acquisirono questi territori come [[ager publicus]]. Nel [[130 a.C.]] infine una specifica commissione formata dai'' tresviri agris dandis iudicandis adsignandis '' [[Caio Gracco]], [[Appio Claudio Pulcro (console 143 a.C.)|Appio Claudio]] e Licinio Crasso provvide all'identificazione e alla determinazione del territorio in [[centurie]]. Caio Gracco tentò senza successo anche di restituire i diritti civili alla città.<ref name="Trecc" />