Della Scala: differenze tra le versioni
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Nel [[1265]] si ribellò [[Trento]], che venne velocemente rioccupata, mentre poco dopo furono conquistati i castelli di [[Lonigo]], [[Montecchio Maggiore]] e [[Montebello Vicentino]]. Due anni dopo scese in Italia l'imperatore [[Corradino di Svevia]], che lo scaligero sostenne militarmente, tanto che l'intera città di Verona fu scomunicata dal pontefice: i guelfi ne approfittarono e insorsero a [[Mantova]], dove però la città cadde in mano ai [[Bonacolsi]], alleati degli [[scaligeri]]. L'anno stesso furono ritirate le scomuniche ma ad un prezzo altissimo: in opposizione al papa Mastino della Scala fece catturare a [[Sirmione]] circa 170 [[vescovo|vescovi]] e [[sacerdote|preti]] [[Catari]] che furono imprigionati (Mastino non se la sentì di ucciderli, e infatti furono messi al rogo nell'Arena solo dopo la sua morte).
Con Mastino della Scala la città raggiunse un notevole stato di benessere,<ref>
Gli successe allora il fratello [[Alberto I della Scala|Alberto]], con cui si ebbe l'effettivo passaggio da Comune a Signoria, avvenuta grazie al grande favore che questi ottenne dal popolo che in soli dieci giorni gli affidò ampi poteri.<ref>
[[Alberto I della Scala]] morì nel [[1301]]. Dei sei figli avuti dalla moglie [[Verde di Salizzole]], che morirà nel [[1306]], tre erano maschi: il secondogenito [[Bartolomeo I della Scala|Bartolomeo]], il quartogenito [[Alboino della Scala|Alboino]], e il quintogenito [[Cangrande I della Scala|Cangrande]]. Assumeva il potere quindi il figlio maggiore Bartolomeo, a cui [[Dante]] dedicò due terzine del [[Paradiso - Canto diciassettesimo|canto XVII]] del [[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]. Questi riuscì ad impadronirsi di [[Riva del Garda|Riva]] e [[Arco (Italia)|Arco]] nel trentino, ma nel [[1303]] morì senza figli, lasciò quindi il posto al fratello Alboino, secondo in ordine di successione.
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Nel [[1325]] Cangrande venne colpito da una grave malattia, e si sparse la voce che fosse morto: [[Federico della Scala]] allora si fece eleggere principe, ma alla sua guarigione Cangrande bandì lui e la sua famiglia, oltre alle altre famiglie che parteciparono al complotto (compresi i [[Montecchi]]).
Nel [[1328]] un legato pontificio indisse una crociata contro di lui (con una accusa di eresia), a cui risposero numerose città guelfe che vennero però sconfitte. Riuscì quindi a consolidare il dominio di Padova e mise d'assedio Treviso, che poco dopo si arrese: divenne quindi signore di Verona, Vicenza, Padova, Treviso, Belluno, Feltre, Monselice, Bassano, oltre che vicario imperiale di Mantova e capo ghibellino italiano.<ref>
Nel [[1328]] i figli illegittimi di Cangrande tentarono una congiura per uccidere i figli di Alboino della Scala ([[Alberto II della Scala|Alberto II]] e [[Mastino II della Scala|Mastino II]]), ma vennero scoperti e imprigionati. Mastino II l'8 agosto [[1331]] venne eletto ''Capitan Generale'' della lega formata, oltre che da Verona, dagli [[Estensi]], dai [[Gonzaga]] e dai [[Visconti]] (in seguito si unì anche Firenze),<ref>
=== Decadenza della Signoria ===
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Prima della sua morte, nel [[1375]], ordinò la morte del fratello Paolo Alboino al fine di garantire la successione ai figli illegittimi [[Bartolomeo II della Scala]] e [[Antonio della Scala]], allora non ancora maggiorenni.
I due ragazzi entrarorono però in una sorta di protettorato dei [[Visconti]], che approfittarono della debolezza politica del momento e del forte indebitamento in cui era caduta la città. [[Bernabò Visconti]] attaccò Verona reclamando l'eredità per la moglie [[Regina della Scala]] sorella di Cansignorio, ma i veronesi fecero una sortita e li costrinsero alla fuga. Per altri sei anni la città rimase in mano agli Scaligeri, ma Antonio della Scala fece uccidere il fratello per poter governare da solo: egli fece incolpare i [[Malaspina]], i [[Nogarola (famiglia)|Nogarola]] (da sempre amici di famiglia) e i [[Bevilacqua]], che riuscirono a trovar rifugio a Milano. Essi incitarono i [[Visconti]] a portare guerra ad Antonio della Scala: si formò quindi una lega tra Visconti, [[Carraresi]], [[Estensi]] e i [[Gonzaga]], che segnò la fine della signoria scaligera. L'esercito veronese combatté due grandi battaglie, tra le più grandi di quel tempo,<ref>
Ebbe fine l'indipendenza di Verona, e Antonio della Scala si ritirò a [[Venezia]]. Morì nel [[1388]] non lontano da Firenze, da dove partì con un piccolo esercito alla volta di Verona.
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[[File:Messkirch Epitaph Gottfried Werner von Zimmern Ahnenprobe 04 Leiter (Scaliger).jpg|upright=0.7|thumb|Stemma nella chiesa di St. Martin (Meßkirch), (1551)]]
===Genealogia===
Si riportano i membri della famiglia storicamente considerati signori di Verona e di altre città<ref>
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Pompeo Litta|titolo=Famiglie celebri d'Italia. Scaligeri di Verona|anno=1835|città=Torino|cid=cidLitta|isbn=no}}
* {{cita libro|autore=Mario Carrara|titolo=Gli Scaligeri|anno=1966|editore=Dell'Oglio|città=Varese|isbn=no|cid=Carrara}}
* {{cita libro|autore=Giovanni Solinas|titolo=Storia di Verona|anno=1981|editore=Centro Rinascita|città=Verona|isbn=no|cid=Solinas}}
* {{cita libro|autore= Manfred Treml|titolo=Momenti di vita nobiliare nel tardo medioevo: Gli Scaligeri nell'Italia settentrionale e in Baviera|anno=1986|editore=Bayerische Staatskanzlei|città=Monaco|isbn=no}}
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