Tripolitania italiana: differenze tra le versioni

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Oltre {{formatnum:100000}} soldati italiani riuscirono a ottenere dalla [[Turchia]] quelle regioni attualmente definibili libiche nel [[Trattato di Losanna (1912)|Trattato di Losanna]] del 18 ottobre [[1912]], ma solo la Tripolitania fu effettivamente controllata dal [[Regio Esercito]] italiano, sotto la ferrea guida del governatore [[Giovanni Ameglio]]. Nell'interno dell'attuale Libia (principalmente nel [[Fezzan]]), la guerriglia indigena continuò per anni, a opera dei turchi e degli arabi di [[Enver Pascià]] e di Aziz Bey.
 
La [[riconquista della Tripolitania|riconquista]] iniziò nel luglio [[1921]] con l'arrivo del nuovo governatore della Tripolitania, il banchiere veneziano [[Giuseppe Volpi]]. Volpi, supportato dal ministro delle Colonie, il liberale [[Giovanni Amendola]], impresse subito una sterzata alle demoralizzate guarnigioni ormai abituate a vivere alla giornata. All'alba del 26 gennaio [[1922]], realizzando una sorpresa tattica, [[carabinieri]], [[zaptièzaptié]] ed eritrei sbarcarono a [[Misurata Marittima]], occupando la località; era l'inizio della svolta che in poco più di un anno si concluse con l'occupazione di tutta la Tripolitania.
 
Alla pacificazione seguì un periodo di rapido sviluppo, con un grande sforzo del governo italiano per lo sviluppo economico della regione, che si concretizzava soprattutto in massicci investimenti nelle infrastrutture della Libia<ref>Adu Bohaen, op. cit. pag. 196.</ref>. Tra i progetti più importanti, furono realizzati la [[Via Balbia|strada litoranea]] tra [[Tripoli]] e Bengasi e le [[Storia delle ferrovie coloniali italiane|linee ferroviarie coloniali]] [[Ferrovia Tripoli-Tagiura|Tripoli-Tagiura]], [[Ferrovia Tripoli-Vertice 31|Tripoli-Vertice 31]] e [[Ferrovia Tripoli-Zuara|Tripoli-Zuara]].