Nadežda Konstantinovna Krupskaja: differenze tra le versioni

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In questi anni, assieme a figure come Lenin e [[Anatolij Vasil'evič Lunačarskij|Lunačarskij]], partecipa come pedagogista alla realizzazione di una nuova scuola, cercando di rendere attuale la riflessione di [[Marx]] sull'esigenza di un "uomo nuovo" sviluppato "onnilateralmente" attraverso l'abitudine al lavoro collettivo e una preparazione politecnica, prendendo le distanze dalla "scuola del lavoro" di [[Georg Kerschensteiner|Kerschensteiner]]. Questa scuola viene definita di "cultura generale e politecnica" e si propone di integrare [[lavoro intellettuale]] e lavoro manuale (produttivo). Secondo alcuni studiosi, questo progetto ebbe difficoltà nell'integrazione con il lavoro intellettuale sistematico e non direttamente finalizzato alla produzione, artigianale o su scala industriale, che avrebbe portato alla realizzazione pratica degli ideali [[marxismo|marxisti]].<ref>F. Cambi, ''Le pedagogie del Novecento'', 2006.</ref>
 
Per tutto il periodo dell'edificazione socialista, e in particolare dopo la morte di Lenin nel [[1924]], cercò di stimolare la formazione politecnica, l'educazione sociale e la pedagogia del collettivo, nonché di realizzare l'aspirazione della [[Pedagogia di Lev Tolstoj]] di una scuola statale pubblica e popolare e di metodi didattici non costrittivi come quelli praticati a [[Jasnaja Poljana]].

Il suo sforzo di pedagogista fu volto a indirizzare e rafforzare le strutture giovanili come l'[[Organizzazione dei pionieri di tutta l'Unione]], che raggruppava bambini dai 9 ai 14 anni e il [[Komsomol]], l'Unione comunista leninista della gioventù pansovietica, nell'intento di attualizzare nel concreto il [[leninismo]] attraverso metodologie pedagogiche finalizzate al primato della politecnicizzazione. La K. teorizzava il superamento della separazione tra teoria e prassi, scienza, tecnica e cultura, propria, a suo parere, delle pedagogie praticate nel mondo capitalista borghese, funzionali alla divisione in classi della società.
 
Una Risoluzione del Partito Comunista del 4 luglio 1936, escluse le ore di lavoro dal piano didattico delle scuole, spostando il rapporto a favore dello studio e dell’istruzione non direttamente indirizzata alla professionalizzazione, rendendo così più equilibrato l’intero sistema scolastico. La cosiddetta “pedologia”, termine con cui si intendeva la psicologia sperimentale applicata alle metodologie didattiche attiviste, fu dichiarata una “pseudoscienza”, ed anche la K., aperta, seppur criticamente, ai contributi della pedagogia attivistica, prese le distanze da essa, continuando a sviluppare l’idea del politecnicismo.<ref>A. Daziano,''La scuola nell'Unione Sovietica'', Feltrinelli, 1963, pag.17</ref>