Storia dell'islam nell'Italia medievale: differenze tra le versioni

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===Lepanto===
{{Vedi anche|Battaglia di Lepanto|Battaglia di Vienna}}
La ''[[battaglia di Lepanto]]'' (7 ottobre [[1571]]) segnò un punto di svolta importante negli equilibri militari nell'area del Mediterraneo. La disfatta di Lepanto rappresentò la prima significativa inversione di tendenza, ed impedì ai Turchi una ulteriore espansione nel settore occidentale del Mediterraneo. Tradizionalmente si pensa che questo scontro abbia segnato l'inizio della parabola discendente nella storia dell'impero turco-ottomano: in realtà più di un secolo dopo i Turchi erano ancora una volta giunti in forze sotto le mura di [[Vienna]], mentre Venezia dovette combattere altre lunghe guerre con l'Impero Ottomanoottomano.
 
La battaglia di Lepanto fu combattuta tra le flotte dell'[[Impero Ottomano]] e della cristiana [[Lega Santa (Mediterraneo)|Lega Santa]] che riuniva forze navali di [[Repubblica di Venezia|Venezia]], della [[Spagna]], di [[Stato Pontificio|Roma]], di [[Repubblica di Genova|Genova]], dei [[Cavalieri di Malta]] e del [[Ducato di Savoia]]. La scarsa coesione tra i vincitori impedì alle forze alleate di sfruttare appieno la loro vittoria ed ottenere una supremazia duratura. Gli attacchi alle coste italiane continuarono ugualmente da parte delledei piraterie[[corsari barbareschebarbareschi]]: dopo Lepanto fu chiaro che la flotta turca non era invincibile, mentre la Spagna, pur vittoriosa, era troppo impegnata a reprimere la rivolta dei Paesi Bassi spagnoli, e quindi le reggenze barbaresche "rialzarono la testa", guadagnando spazi d'autonomia, o dedicandosi alla pirateria, anche contro gli interessi del Sultano. Gli stessi ottomani continuarono a battere le coste italiane: un convertito che arrivò addirittura alla carica di [[Gran Vizir]], '''[[Sinan Pascia]]''', nome di battesimo Scipione Cicala di origini genovesi, viene posto a capo anche di una flotta corsara che, nel [[1594]]- [[1595]], compie numerose e violente incursioni nell'Italia meridionale, particolarmente in [[Calabria]]; [[Soverato]], [[Cirò Marina]] e la stessa [[Reggio Calabria|Reggio]] vengono messe a ferro e fuoco, e ancora adesso è nota la strofa popolare su di lui:
{{citazione|''Arrivaru li turchi, a la marina <br /> Cu Scipioni Cicala e novanta galeri. <br /> Na matina di maggiu, Cirò vozzi coraggiu <br /> Mentre poi a settembri, toccò a Riggiu. <br /> Genti fujiti, jiti a la muntagna, <br /> Accussì di li turchi nessuno vi pigghia!''}}