Partito Democratico del Lavoro (Italia): differenze tra le versioni

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I demolaburisti entrarono a far parte del [[Comitato di Liberazione Nazionale]], unendo attorno a sé un esiguo gruppo di notabili prefascisti. Il 13 giugno [[1944]] la DL assunse la denominazione di Partito Democratico del Lavoro. Non ebbe un forte seguito popolare, il suo arco di vita fu infatti molto breve.
 
Nel [[1946]] la DL partecipò alle elezioni per l'[[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|Assemblea Costituente]] del 2 giugno sia con proprie liste, ottenendo lo 0,2% dei voti, che, nell'ambito della coalizione [[Unione Democratica Nazionale]], eleggendopermise di eleggere complessivamente 9 deputati.<ref>[http://legislature.camera.it/frameset.asp?content=%2FAltre%5FSezioniSM%2F304%2F5291%2F5292%2Fdocumentoxml%2EASP%3FGruppo%3D184%26GruppoMisto%3D La Camera dei Deputati<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
L'esito negativo della consultazione elettorale provocò prima il declino e poi la scomparsa del partito. Anche se i "padri fondatori" Bonomi e Ruini preferirono iscriversi al [[gruppo misto]], mantenendosi vicini alla classe dirigente socialdemocratica<ref>Bonomi diverrà poi negli anni successivi Presidente onorario del PSDI.</ref> con la quale condividevano l'impostazione culturale [[riformismo|laico-riformista]], gli altri deputati riuscirono invece a costituire un gruppo parlamentare grazie all'apporto di [[Alessandro Scotti]] del [[Partito dei Contadini d'Italia]].