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Il termine '''grafica''' indica genericamente il prodotto della [[progettazione]] orientata alla [[comunicazione visiva]]. La conoscenza delle strutture portanti e delle strutture modulari delle figure geometriche fondamentali rende possibile la ricerca di '''forme geometriche '''nuove ed un campo specifico in cui questo tipo di ricerca è utilizzato con grande vantaggio è proprio quello della ''grafica''.
 
Oltre al concetto internazionale di ''graphic design'' (progettazione grafica) che intende l'attuazione di una precisa strategia di [[marketing]] prima e strategia creativa dopo, il termine può comprendere il concetto di ''grafica d'arte'', settore orientato alla produzione in serie anche di [[opera d'arte|opere artistiche]], slegate quindi da una mera progettazione commerciale.
 
== Storia ==
Fin dalla Preistoria, legli personeesseri umani hanno cercato metodi per dare una forma visualevisiva allea idee, conoscenze e ai concetti, raccoglieree laper conoscenzafornire in una forma visiva, e darecon ordine e chiarezza allele informazioni. Nel corso della storia, questi bisogni sono stati soddisfatti da varie personefigure, fra cui scribi, pittori e artisti. Nel 1922, un eccezionale designer del libro di nome [[William Addison Dwiggins]] coniò il termine ''graphic design'' per descrivere la propria attività come individuo che desse ordine strutturale e una maggiore forma visiva ai mezzi di comunicazione stampati. Comunque, il ''graphic designer'' contemporaneo è erede di una illustre ascendenza. Gli scribi sumeri che inventarono la scrittura, gli artigiani egizi che combinarono le parole e le immagini nei manoscritti papiri, gli stampatori di blocchi cinesi, i miniatori medievali, e gli stampatori e compositori del XV secolo che progettarono i primi libri europei, divennero tutti parte della ricca eredità e storia del graphic design.
 
=== Preistoria ===
Nel periodo compreso tra il primo [[Paleolitico]] e il [[Neolitico]] (35.000 - 4.000 a.C.), i primi uomini africani ed europei realizzarono pitture nelle caverne. Il nero era ottenuto dal carbone, e uno spettro di toni caldi, dal giallo chiaro fino al rosso-marrone, era ottenuto dagli [[Ossido di ferro|ossidi del ferro]] rossi e gialli. Questa tavolozza di pigmenti era mescolata con il grasso, che faceva da legante. Venivano disegnate e dipinte figure di animali, sui muri dei canali d'acqua sotterranei<ref name=":0">{{Cita libro|autore=P. Meggs, A. Purvis|titolo=Megg's History of Graphic Design|edizione=5|anno=|editore=|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref> - che facevano da rifugio agli uomini e le donne preistoriche. Forse il pigmento era spalmato sul muro con un dito, o venivano fabbricati pennelli con setole o canne. Si tratta dell'alba della comunicazione visuale<ref name=":0" />, in quanto queste prime immagini venivano realizzate per scopi di sopravvivenza, utilitaristici e rituali.
 
Gli animali dipinti nelle caverne sono detti ''[[Pittografia|pittogrammi]]'' - figure elementari o schizzi che rappresentano la cosa ritratta. Per il mondo, dall'[[Africa]] al [[America del Nord|Nord America]], fino alle isole della [[Nuova Zelanda]], gli uomini preistorici lasciarono numerose [[incisioni rupestri]], che erano segni scolpiti o graffiati o semplici figure sulla roccia. Molti dei [[Graffiti (archeologia)|graffiti]] sono pittogrammi, e alcuni forse degli ideogrammi, cioè simboli che rappresentano idee o concetti. IL'apparizione dei primi pittogrammi sicomportò svilupparono in due modiche: primo, essi furono l'inizio dell'[[Pittura|arte pittorica]] (gli oggetti e gli eventi del mondo vennero registrati con fedeltà incrementale ed esattezza incrementale col passare dei secoli); secondo, formarono le basi della [[scrittura]].
 
Gli artisti del Paleolitico svilupparono una tendenza verso la semplificazione e la stilizzazione: le figure saranno sempre più abbreviate ed espresse con un minimo numero di linee. Dal tardo periodo Paleolitico alcuni graffiti e pittogrammi si ridussero al punto da assomigliare a lettere.<ref name=":0" />
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=== La nascita della scrittura in Mesopotamia ([[IV millennio a.C.]]-[[XVI secolo a.C.|XVI sec. a.C.]]) ===
[[File:Sumerian Cuneifurm Tablet. Wellcome M0005812.jpg|miniatura|254x254px|Tavoletta sumera cuneiforme]]
Il salto dalla cultura dei villaggi all'alta civilizzazione avvenne dopo che i [[Sumeri]] arrivarono in [[Mesopotamia]] attorno alla fine del quarto millennio a.C. L'origine dei Sumeri - che si stabilirono nella parte meridionale della Mezzaluna Fertile prima del 3000 a.C. - rimane un grande mistero. Fra le numerose invenzioni che guidarono l'umanità sul sentiero della civiltà, l'invenzione della scrittura portò a una rivoluzione intellettuale che ebbe un vasto impatto nell'ordine sociale, nel progresso economico, e nei futuri sviluppi tecnologici e culturali.
 
Una teoria sostiene che l'origine del linguaggio visivo sisia sviluppòdovuta dallaalla necessità di identificare il contenutocibo all'interno dei contenitori usati per posare il cibo. Venivano fatte piccole etichette di argilla che identificavano il contenuto con un [[Pittografia|pittogramma]], e la quantità veniva segnata con un elementare [[Sistema numerico decimale|sistema di numerazione decimale]] basato sulle dieci dita umane. Le prime testimonianze della scrittura sono tavolette che apparentemente elencavano le merci con disegni pittografici di oggetti, accompagnati da numeri e nomi di persone inscritti in colonne.<ref name=":0" /> L'abbondanza di [[argilla]] di cui disponevano i Sumeri la rese il materiale con cui logicamente venivano registrate le cose da ricordare, e uno stilo di canna, dalla punta affilata a un'estremità, era utilizzato per disegnare le fini e curve linee dei primi pittogrammi. Le tavolette di argilla umida erano tenute dalla mano sinistra, e i pittogrammi erano graffiati sulla superficie con lo stilo di legno. Dall'angolo destro superiore della tavoletta, le linee venivano scritte in attente colonne verticali. La tavoletta, una volta scritta, era dopo lasciata asciugare al sole cocente o cotta in una fornace di roccia dura.
[[File:Sumer-seal.png|miniatura|350x350px|Sigillo cilindrico da stampa, Ittiti, 1650-1200 a.C.]]
Attorno al 2800 a.C. gli scribi ruotarono i pittogrammi e iniziarono a scrivere in righe orizzontali, da sinistra a destra e dall'alto in basso - questo rese la scrittura più facile. Circa trecento anni dopo, la velocità della scrittura venne aumentata grazie alla sostituzione dello stilo affilato, con uno dalla punta triangolare. Lo stilo veniva spinto nell'argilla piuttosto che essere trascinato. Questa innovazione alterò radicalmente la natura della scrittura; i pittogrammi si evolvettero in segni astratti chiamati ''cuneiformi''.<ref name=":0" /> Dopo la prima fase, quando i simboli-immagini rappresentavano oggetti animati e inanimati, i segni allora diventarono ''[[Logogramma|ideogrammi]]'' e iniziano a rappresentare idee astratte. Il simbolo per il sole, per esempio, cominciò a rappresentare idee come "giorno" e "luce". Il più alto sviluppo della scrittura cuneiforme fu l'uso di segni astratti per rappresentare le sillabe.<ref name=":0" />
 
La titolarità delle proprietà e la specializzazione dei commerci e dei mestieri, resero necessaria un'identificazione visuale. C'era bisogno di un segno che identificasse l'autore di una tavoletta cuneiforme di argilla, certificasse i documenti commerciali e i contratti e fornisse l'autorità di proclamazioni religiose e regali. Erano utilizzati perciò dei cilindri che, quando venivano rullati lungo una tavoletta umida, lasciavano un rilievo di quanto vi era scavatoin nelessi cilindroscavato<ref name=":0" />; ciò consisteva in un "marchio" del proprietario. Poiché l'immagine scavata nella pietra tonda appariva sulla tavoletta con un disegno a rilievo ben definito, era virtualmente impossibile duplicarlo o contraffarlo. Nell'immagine che illustra il cilindro: combinando ornamenti decorativi con immagini figurative, il rullo molto probabilmente ritrae un rituale, possibilmente un'offerta sacrificale, sulla destra. Ha sia un'immagine sul profilo, per rullare, sia un'immagine sul fondo, per timbrare. Poiché permetteva che le immagini potessero essere riprodotte, il sigillo cilindrico può essere visto come un precursore della stampa. Molte di queste pietre avevano una perforazione che le attraversava in modo che potessero essere indossate, appendendole attorno al collo o polso. I primi sigilli erano incisi con semplici immagini di re, bestiame o creature mitiche. Dopo, vennero sviluppate immagini più narrative; per esempio, un dio poteva presentare un uomo (probabilmente il proprietario delldel sigillo) a un altro dio, o un uomo poteva figurare bene in vista mentre combatteva in una battaglia o uccideva un animale selvatico. Nel successivo periodo Assiro, venne approcciato un design più stilizzato e araldico venne approcciato, nel nord della Mesopotamia. Venivano illustrate storie di dei, e venivano mostratio animali ingaggiati in battaglia.
 
LDopo l'alba del linguaggio visivo, il magnifico regalo all'umanità che era la scrittura, passò all'Egitto e alla Fenicia. Gli egiziani svilupparono una scrittura complessa basata sui pittogrammi, e i fenici sostituirono la formidabile complessità della scrittura cuneiforme con semplici segni fonetici.
 
=== I geroglifici egiziani ([[XXXI secolo a.C.|XXXI]]-[[IV secolo a.C.]]) ===
Da quanto il faraone Menes unificò la terra d'Egitto e formò la Prima Dinastia intorno al 3100 a.C., un certo numero di invenzioni sumere raggiunsero l'Egitto, fra cui il sigillo cilindrico, il design architettonico dei mattoni, i motivi stilistici decorativi, e i principi della scrittura. A differenza dei Sumeri - la cui scrittura pittografica evolvette in quella cuneiforme astratta - gli Egiziani conservarono il proprio sistema di scrittura a immagini, i cui elementi sono detti ''geroglifici'', per quasi tre millenni e mezzo. I primi geroglifici conosciuti risalgono circa dall'anno 3100 a.C., mentre l'ultima incisione geroglifica conosciuta fu intagliata nel 394 d.C., molti decenni dopo che l'Egitto divenne una colonia romana. Le ultime persone a utilizzare questo sistema linguistico sono stati i sacerdoti dei templi egiziani<ref name=":0" />; essi erano così riservati che gli studiosi Greci e Romani dell'epoca credevano che i geroglifici non fossero altro che simboli magici per riti sacri.
 
I geroglifici consistevano in pittogrammi che ritraevano oggetti o esseri viventi. Questi erano combinati per nominare idee concrete, con i fonogrammi che denotavano i suoni e i determinativi che identificavano le categorie.<ref name=":0" /> Quando i primi scribi Egiziani si confrontarono con parole complicate da esprimere in una forma visuale, concepirono un rebus, utilizzando le immagini per i suoni, per scrivere la parola desiderata. Allo stesso tempo, designarono un simbolo illustrato per ogni suono di consonante o combinazione di consonanti presenti nel loro discorso. Dai tempi del Nuovo Regno (1570-1085 a.C) questo notevole sistema di scrittura possedeva più di settecento geroglifici, dei quali cento rimasero strettamente pittogrammi visivi o parole-immagini. I restanti, divennero fonogrammi.
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I determinativi erano usati dopo queste parole per assicurarsi che il lettore le interpretasse correttamente. "Hinew", per esempio, poteva riferirsi all'unità di misura per i liquidi o ai vicini di casa. Nel primo caso, essa era seguita dal glifo per la tazza di birra; nel secondo dai glifi per l'uomo e per la donna. Presentando molte più possibilità rispetto alla scrittura cuneiforme, i geroglifici erano usati per documenti storici e commerciali, poesia, miti, epica, e si rivolgevano alla geografia, scienza, astronomia, medicina, farmacia, la concezione del tempo, e altri argomenti.<ref name=":0" />
 
Il nostro uso di simboli visuali si originò dagli Egizi; da loro abbiamo ereditato lo zodiaco, la bilancia della giustizia, e l'uso degli animali per rappresentare concetti, città e persone. In Grecia, la civetta simboleggiava Atena, e l'immagine di una civetta su una moneta greca indicava che era stata coniata ad Atene. Oggi noi abbiamo l'aquila americana, gli Atlanta Falcons, i Carolina Gamecocks, e la colomba che simbolizza la pace. Il graphic designer e storico [[Lance Hidy]] scrive: "«Il nostro debito culturale alla idolatria dell'Egitto pagano fu largamente cancellato dalla storia dai revisionisti cristiani"».
 
I geroglifici erano incisi nella pietra come immagini erette o rilievi, ed era di solito applicato il colore. Questi coprivano gli interni e gli esterni dei templi e delle tombe. Arredamenti, bare, vestiti, utensili, edifici e gioielli erano tutti incisi con i geroglifici per scopi sia decorativi che di iscrizione. La flessibilità nel disegno dei geroglifici era ampiamente incrementata dalla scelta della direzione della scrittura. Si iniziava dalla direzione nella quale le creature viventi stavano guardando. Le linee potevano essere scritte orizzontalmente o verticalmente, così il progettista di un manufatto o manoscritto aveva quattro possibilità: da sinistra a destra orizzontalmente; da sinistra a destra in colonne verticali; da destra a sinistra orizzontalmente; e da destra a sinistra in colonne verticali.<ref name=":0" />
 
==== Il papiro e la scrittura ====
L'impiego del [[papiro]] (un supporto simile alla carta) per i manoscritti, fu un grande passo avanti nella comunicazione visuale egiziana (nella sua ''[[Naturalis historia|Naturalis Historia]]'', lo storico romano [[Plinio il Vecchio]] racconta come veniva realizzato il papiro veniva realizzato).
 
La tavolozza di legno usata dallo scriba non era solo uno strumento di scrittura, ma rappresentava anche un "marchio" che identificava il portatore come capace di leggere e scrivere.<ref name=":0" /> Poteva essere lunga 32,5 cm. Un'estremità aveva almeno due depressioni, per tenere il nero, il rosso e a volte altri colori. Insieme a una soluzione di gomma che fungeva da legante, il carbone era usato per ottenere l'inchiostro nero e l'ocra rossa per quello rosso. Questi erano lasciati essiccare dentro contenitori simili a quelli contemporanei per gli acquerelli, e in seguito un pennello bagnato sarebbe stato strofinato sul contenitore per far tornare l'inchiostro allo stato liquido, per scrivere. Uno slot nel mezzo della tavolozza tratteneva i pennelli, che erano fatti di steli. La punta dello stelo era tagliata ad angolo e masticata dallo scriba per separare le fibre, in modo da costruire un pennello.
 
Dal 1500 a.C. i sacerdoti svilupparono una calligrafia rapida detta ''ieratica'', una semplificazione dei geroglifici, utilizzata nelle scritture religiose.<ref name=":0" /> Le prime scritture ieratiche differivano dai geroglifici solo perché l'uso di una penna rapida, piuttosto che un pennello appuntito, produceva un maggiore numero di caratteri astratti dall'aspetto conciso. Una calligrafia ancora più astratta detta ''demotica'', entro nell'uso secolare per scritture commerciali e legali dall'anno 400 a.C.<ref name=":0" /> Il geroglifico per "scriba" era un calco (potremmo dire oggi, un'icona) della prima veraoriginaria tavolozza econ legata la sacca per l'inchiostro.<gallery mode="packed" widths="200">
File:Musée du Louvre - Antiquités égyptiennes - Salle 06 - 02d.jpg|Tavolozza degli scribi egizi
File:Scribe stuff.jpg|Prima veraOriginaria tavolozza degli scribi egizi
File:Scribe-writing.png|Da sinistra a destra: geroglifico, 2700 a.C.; geroglifico di un manoscritto, 1500 a.C. circa; calligrafia ieratica, 1300 a.C. circa; calligrafia demotica, 400 a.C circa.
</gallery>
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=== Il contributo asiatico ([[XIX secolo a.C.|XIX sec. a.C.]]-[[XV secolo|XV sec. d.C]]) ===
Similmente ai geroglifici egiziani e la scrittura Maya nell'America Centrale, il sistema di scrittura cinese è un linguaggio puramente visuale. Non è alfabetico, e ogni simbolo è composto da un numero di linee diversamente sagomate all'interno di un quadrato immaginario. La leggenda afferma che il cinese sia stato scritto per la prima volta nel 1800 a.C. circa da Tsang Chieh, che fu ispirato a inventare la scrittura dalla contemplazione dei segni deglilasciati dagli artigli degli uccelli e delledalle impronte degli animali.<ref name=":0" /> Tsang Chieh procedette a sviluppare pittogrammi elementari di elementi naturali. Queste immagini sono altamente stilizzate e composte da un numero minimo di linee, ma sono facilmente decifrabili. I Cinesi sacrificarono il realismo che troviamo nei geroglifici per un design più astratto.
 
I caratteri cinesi divennero ''[[Logogramma|logogrammi]]'', cioè segni grafici che rappresentano un parola intera. Il segno $, per esempio, è il logogramma che rappresenta la parola "dollaro". Non esiste alcuna relazione diretta fra il linguaggio cinese parlato e quello scritto. I giapponesi adattarono i logogrammi cinesi per il loro linguaggio scritto nonostante le grandi differenze tra i due linguaggi parlati. Similmente, diversi dialetti parlati cinesi, sono scritti con gli stessi logogrammi.
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Una ''miniatura'' è una decorazione pittorica, a piena pagina o limitata alle iniziali e ai bordi, di un manoscritto: è generalmente eseguita con colori ad acqua o a tempera, ma anche a olio o smalto, in epoche più antiche su papiro, più tardi su pergamena e in seguito su carta. Il vocabolo deriva dal verbo latino ''miniare'', relativo all'uso di scrivere le iniziali in rosso (minium).<ref name=":1">{{Cita libro|autore=AA. VV.|titolo=Enciclopedia dell'Arte|anno=2003|editore=Garzanti|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref> Per estensione, viene usato anche per indicare qualunque oggetto pittorico di piccole dimensioni (in particolare ritratti), realizzato con minuzia esecutiva di particolari.
 
La miniatura è generalmente collocata tra le "arti minori", quasi come versione in formato ridotto e meno impegnativa della pittura; ciò è il risultato di una lunga tradizione storica, che ha posto la miniatura in una posizione inferiore, riservata ai dilettanti o limitata ai settori marginali dell'operazione artistica; ma non va dimenticato che, a parte ogni considerazione sulla inconsistenza scientifica di un tale metodo di classificazione, la miniatura ebbe in particolari momenti storici e in alcune scuole artistiche (medioevoMedioevo occidentale, Oriente islamico e persiano) una importanza eccezionale<ref name=":1" />, pari se non superiore a quella della pittura, e assunse una funzione notevole nell'ambito dell'elaborazione originale del linguaggio artistico e, più in generale, della diffusione della cultura.
 
==== La miniatura nell'Alto Medioevo ====
Scarse sono le testimonianze di opere di miniatura in età anticanell'Antichità, anche se restano alcuni significativi esempi di arte egizia e greco-romana, specie di epoca tarda (secoli III-IV d.C.). A partire dal V secolo la documentazione è più copiosa e consente di risalire agli ''[[Scriptorium|scriptoria]]'' di Costantinopoli e dell'area siro-palestinese: caratteristica comune è l'influenza dell'arte alessandrina, intesa in senso più corsivo in Siria (<ref>''Codice purpureo'', Rossano Calabro)</ref>, più aulico a Bisanzio (<ref>''Dioscuride'', Vienna, Bibliothek der Akademie der Bildenden Ktinste)</ref>. Dopo la [[Iconoclastia|controversia iconoclasta]], che segnò un grave periodo di stasi produttiva, gli scriptoria di Bisanzio riprendono vigore tra i secoli IX-X, realizzando una serie di codici sfarzosi (<ref>''Omelie di san Gregorio'', Parigi, Bibliothèque Nat.; </ref><ref>''Menologio di Basilio II'', Biblioteca Vaticana)</ref> di stile aulico e monumentale, in cui la tradizione classica è rivista in termini di solenne ieraticità. Più popolaresca appare la produzione dei centri minori, di ambiente copto, armeno, georgiano: si distinguono però i monasteri del Monte Athos, la cui produzione (<ref>''Tetravangelo'', X secolo)</ref> si mantiene a buon livello per vari secoli.
 
In Occidente, intanto, uno sviluppo del tutto autonomo, legato alle tradizioni celtiche e germaniche, avevano avuto gli [[Scriptorium|scriptoria]] dei secoli V-VI. Caratteristica comune è l'uso di una decorazione zoomorfica e fitomorfica fitta e intrecciata, stesa senza diretto contatto con il testo e senza lasciar troppo spazio alla figurazione umana: oltre ai centri merovingici (<ref>''Sacramentario di Cellone'', Parigi, Bibliothèque Nat.)</ref> e dell'Italia settentrionale (<ref>''Omelie di san Gregorio'', Vercelli, Biblioteca Capitolare)</ref>, vanno ricordati i manoscritti miniati nelle Isole Britanniche (<ref>''Vangelo di Kells'', ''Vangelo di Durrow'', Dublino, Trinity College Library; </ref><ref>''Vangelo di Lindisfarne'', Londra, British Mus.)</ref> per l'esuberanza e la fantasia degli ornati, spesso ispirati a coeve opere di oreficeria (tesoro di Sutton Hoo) e che raggiungono esiti altissimi nelle cosiddette "pagine tappeto", per la raffinata cromia e l'astratta bellezza della fitta decorazione.
[[File:Meister des Book of Lindisfarne 001.jpg|miniatura|259x259px|Artista: Maestro del Libro di Lindisfarne; Data: fine del VII secolo]]
Nel [[IX secolo]], la "[[rinascita carolingia]]" porta a uno stile largo, monumentale, cromaticamente ricco, che attinge coscientemente anche al repertorio classico (<ref>''Evangeliario di Godescalco''; ''Evangeliario di Soissons'', Parigi, Bibliothèque Nat.; </ref><ref>''Bibbia di Alcuino'', Roma, Biblioteca Vallicelliana; </ref><ref>''Evangeliario di Ebbone'', Espernay, Bibliothèque; </ref><ref>''Phenomena di Arato'', Leida, Biblioteca dell'Università)</ref>. Tale stile prosegue in età ottoniana, ma con un ritmo più pacato che nasce dalla semplificazione formale e dalla stesura a larghe zone cromatiche (<ref>''Codice di Cerone'', Darmstadt Hessische Landesbibliothek; </ref><ref>''Pericopio di Enrico II'', ''Codice aureo di sant'Emmeran'', Monaco, Staatsbibliothek; </ref><ref>''Salterio di Egberto'', Cividale, Mus. Archeologico Naz.)</ref>.
 
==== La miniatura nel Basso Medioevo ====
Con l'[[XI secolo]], le scuole nazionali tendono a differenziarsi in varie interpretazioni del nuovo stile romanico. La prima scuola, in ordine cronologico, è quella sviluppatasi in Spagna dalla metà del [[X secolo]]: a contatto con il mondo islamico, acquista fisionomia lo stile "mozarabico", caratterizzato da una estrema essenzialità compositiva, da colori forti e piatti serrati entro contorni robusti e da una singolare immediatezza espressiva: opera chiave è l'''Apocalisse'' di Magius pictor (New York, Pierpont Morgan Library), da cui derivano quelle di Gerona, Madrid, Seo de Urgel, ecc. In Francia, le varie componenti culturali (mozarabica, ottoniana, bizantina) pervengono a una sintesi originale solo più tardi, nei grandi monasteri cistercensi del nord, come Citeau Saint-Bertin (<ref>''Vie de saint Bertin'', Boulogne, Bibliothèque)</ref>, Corbie e, soprattutto, Saint-Amand (<ref>''Vie de saint Amand'', Valenciennes, Bibliothèque)</ref>: si tratta di un linguaggio mosso, robustamente plastico, che sa piegarsi alla solennità monumentale come a fresche notazioni realistiche. Strettamente legata a questa produzione è l'attività dei monasteri inglesi, Canterbury, Hereford, Saint Alban (<ref>''Salterio di Saint Alban'', Hildesheim, Bibliothek)</ref>, che si distinguono per una espressività più immediata e una più brillante gamma cromatica. Più complessa è infine la situazione in Italia, dove la tradizione bizantina, coscientemente ripresa a Montecassino (<ref>''Vita di san Benedetto'', Biblioteca Vaticana)</ref>, mantiene comunque un più duraturo vigore. Tipica è la produzione pugliese degli ''Exultet'' (Cattedrale di Bari e Cattedrale di Troia; Pisa, Archivio del Capitolo), grandi rotoli con illustrazioni leggibili dai fedeli mentre l'officiante scorreva il testo, e delle Bibbie "atlantiche", dette così per le grandi dimensioni (Biblioteca Apostolica Vaticana); nel nord erano attivi i centri di Nonantola, Milano, Padova ecc.
[[File:Pentecost 01.jpg|miniatura|La Pentecoste, da un manoscritto miniato cattolico liturgico. 1310-1320 circa]]
Nel [[XIII secolo]] l'attività miniatoria disi sposta dagli scriptoria dei monasteri a quelli delle università e delle corti, la cui iniziativa porta a un grande sviluppo della miniatura, non più riservata ai testi sacri. Cambia anche lo stile, che acquista toni di eleganza profana, di grazia decorativa: il codice miniato è ora ricercato principalmente come oggetto di lusso e di bellezza. Il centro maggiore della miniatura gotica è senza dubbio la Francia, specie la scuola di Parigi. Di qui escono, all'inizio del Duecento, il ''Salterio di Luigi IX'' e la ''Bible Moralisée'' (Parigi, Bibliothèque Nat.), dalle fitte, coloratissime scene di tono profano disposte a coprire tutta la pagina come riquadri di vetrate; più tardi, all'inizio del XIV secolo, a Parigi operano [[Jean Pucelle]], che inaugura un nuovo tipo di decorazione a sottili, eleganti racemi incornicianti fantasiosamente il testo, e altri importanti maestri che determinano il gusto europeo ([[Maitre aux Bouquetaux]], [[Hennequin de Bruges|Jean de Bondol]] ecc.). Mentre l'Inghilterra prosegue nella sua linea di imitazione francese (<ref>''Salterio della Regina Maria'', Londra, British Mus.)</ref>, la Germania riesce ben presto ad assumere una posizione autonoma, con opere come il ''Salterio di santa Elisabetta'' (Cividale, Mus. Archeologico Naz.) e i ''Minnesanger'' (Heidelberg, Università): il contorno secco, l'impostazione decisamente grafica, la ricercatezza formale, le dure osservazioni realistiche distinguono nettamente la scuola tedesca da quella francese. Breve ma vivissima è la fioritura della scuola boema, con una serie di codici (<ref>''Passionario di Cunegonda'', ''Bibbia di Velislav'', Praga, Biblioteca Naz.)</ref> miniati con linguaggio nervoso, fatto di linearismo spezzato e puntato e di colori aspri. In Italia, l'età gotica conosce, in parallelo con le vicende della pittura, la fioritura di una serie di scuole stilisticamente molto differenziate: Bologna, il cui forte senso costruttivo ed espressionistico culmina nella personalità di [[Niccolò da Bologna|Nicolò di Giacomo]]; Firenze, con il giottesco [[Pacino di Buonaguida|Pacino di Bonaguida]] e poi con la fiorente Scuola degli Angeli ([[Simone Camaldolese]], [[Lorenzo Monaco]]); Siena, con [[Simone Martini]] e l'elegantissimo [[Maestro del Codice di San Giorgio|Maestro del Codice di san Giorgio]]; il Veneto, prima aperto a influenze ibride con I'''Entrée d'Espagne'' (Venezia, Biblioteca Marciana), poi dominato da artisti "padani" come [[Giusto de' Menabuoi]] e [[Altichiero|Altichiero da Zevio]]; e infine la Lombardia, forse il centro più importante, in cui, con il [[Maestro di Tristan]], [[Giovanni di Benedetto da Como]] e infine G. De' Grassi. si impone uno stile ornamentale e finemente realistico, affine e concorrente di quello francese. Le varie esperienze nazionali si concludono, all'inizio del Quattrocento, nel comune linguaggio "internazionale", che accosta nel gusto della narrazione "cortese", del realismo aneddotico, dello sfarzo decorativo, gli artisti attivi in Lombardia ([[Michelino da Besozzo]]), in Francia e in Borgogna per Jean de Berry e altri committenti ([[André Beauneveu]], [[Jacquemart de Hesdin]], i [[Fratelli Limbourg|Limbourg]], [[Maestro di Bedford|Maestro del duca di Bedford]], [[Maestro di Boucicaut]], [[Maestro delle Ore di Rohan]], ecc.) e in Boemia.
[[File:Girart de Roussillon (full page).jpg|miniatura|281x281px|Il matrimonio di Girart e Bertha dal ''Roman de [[Girart de Roussillon]].'' 1450 circa]]
 
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=== Storia ed evoluzione della "grafica d'arte" ([[XV secolo|XV]]-[[XVIII secolo]]) ===
[[File:Gutenberg Bible, New York Public Library, USA. Pic 03.jpg|miniatura|277x277px|Bibbia di Gutenberg, New York Public Library, USA]]
L'arte della grafica nasce in [[EmisferoCiviltà occidentale|occidenteOccidente]] nel [[XV secolo]] dall'esigenza di produrre più esemplari di una stessa immagine, in una società dove si sta sviluppando una nuova classe [[Mercante|mercantile]] e [[borghesia|borghese]] che dispone di mezzi economici e conseguentemente elabora esigenze culturali più o meno numerose, si realizza attraverso la lavorazione di una [[matrice (incisione)|matrice]], [[incisione|incisa]] manualmente al fine di poter essere utilizzata per trasportare il soggetto su un foglio attraverso l'uso di un [[torchio calcografico|torchio]]. Le tecniche di lavorazione delle matrici derivano dall'esperienza degli [[incisione|incisori]] di [[metallo|metalli]] pregiati e ricevono un impulso fondamentale dalla quasi contemporanea invenzione del libro a [[stampa a caratteri mobili]], alla metà del [[XV secolo]].
 
I più importanti protagonisti delle arti grafiche di questo periodo sono<ref name=":2" />: [[William Caxton]] (ca. 1421-1491), [[Pasquier Bonhomme]] (fl. 1476), [[Jean Dupré]] (fl. 1481-1504), [[Albrecht Dürer]] (1471-1528), [[Johannes Fust|Johann Fust]] (ca. 1400-1466), [[Francesco Griffo]] (ca. 1450-1518), [[Johannes Gutenberg]] (ca. 1397-1468), [[Nicolas Jenson|Nicholas Jenson]] (1420-1480), [[Anton Koberger]] (ca. 1445-1513), [[Aldo Manuzio|Aldus Manutius]] (1450-1515), [[Arnold Pannartz]] (d. 1476), [[Albrecht Pfister]] (fl. 1461), [[Heinrich Quentell]] (d. 1501), [[Peter Schöffer|Peter Schoeffer]] (ca. 1425-1502), [[Conrad Schweynheym|Conrad Sweynheim]] (d. 1477), [[Anton Vérard]] (fl. 1486), [[Wynkyn de Worde]] (fl. 1490), [[Günther Zainer]] (fl. 1468-1478).