Africa occidentale: differenze tra le versioni

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=== Il post-colonialismo ===
Gli imperi coloniali europei cominciarono a declinare dopo la seconda guerra mondiale. La quarta Repubblica francese stabilì nel 1946 la fine dell'impero coloniale francese, sostituito con l'Unione francese. Anche la Gran Bretagna stabilì un processo graduale di indipendenza delle proprie colonie a partire dal 1946 volto al loro ingresso come Stati indipendenti all'interno del Commonwealth. La colonia inglese della Costa d'oro (oggi Ghana) ottenne già nel 1946 una prima Costituzione, e Nkrumah divenne segretario di un partito indipendentista che rappresentava l'elite indigena occidentalizzata, ma attraverso scioperi e proteste difendeva gli interessi della popolazione contro il governo. Nel 1951 vi fu una seconda revisione costituzionale, che consentiva libere elezioni per una amministrazione autonoma civile del Paese, mentre il governo coloniale conservava il controllo della polizia e dell'esercito e la politica estera. Nelle elezioni del 1951 Nkrumah fu eletto a grande maggioranza, sebbene il popolo Asante della regione interna rivendicasse una propria identità e ambisse a un governo di tipo federale del Paese. In questi anni 1955 anche il limitrofo Togoland, ex colonia tedesca fino alla prima guerra mondiale, in seguito amministrato congiuntamente da Francia e Gran Bretagna, venne associato per la parte orientale all'Unione francese come colonia, mentre per la parte occidentale a seguito di referendum fu annesso alla Costa d'oro inglese, che nel 1957 ottenne la piena indipendenza cambiando nome in Ghana. Questo Stato assunse un ruolo di guida nel processo di indipendenza delle colonie africane dell'Africa occidentale, in quanto primo ad ottenere l'indipendenza. Negli stessi anni, a partire dal 1956, anche a seguito della guerra del Vietnam e di quella in Algeria, la Francia si decise a concedere maggiore autonomia a tutte le sue colonie, e con la quinta Repubblica francese nel 1958 il generale de Gaulle, mentre concesse l'indipendenza all'Algeria, trasformò l'Unione francese nella Comunità francese, a cui ogni ex colonia poteva liberamente aderire o meno. La colonia francese della Guinea, sotto la guida di Tourè, decise di non aderire ed ottenne l'indipendenza nel 1958, così anche il Togo francese, con presidente Olympio, mentre le altre colonie dell'ex AOF entrarono a far parte della Comunità francese. Il Ghana tentò una confederazione con la Guinea, che sarebbe stata economicamente isolata nel sistema postcoloniale francese, ma questa confederazione ebbe breve durata, in quanto già nel 1960 anche le altre colonie francesi uscirono dalla Comunità e divennero Stati indipendenti: la repubblica di Dahomey (oggi Benin) con presidente Maga, l'Alto Volta (oggi Burkina Faso) con presidente Yameogo, la repubblica Sudanese, unione di Mali con presidente Keita, e Senegal con presidente Senghor, il Niger con presidente Diori, la Cote d'Ivoire con presidente Boigny. Nel 1960 Nkrumah divenne anche presidente del Ghana, mentre nel 1962 anche il Gambia avviò il processo di indipendenza dalla Gran Bretagna, conclusosi tre anni dopo con l'ingresso nel Commonwealth. In alcuni Paesi la decolonizzazione si svolse senza discontinuità, per esempio in Cote d'Ivoire, dove il presidente Boigny era stato negli anni 1950 un sindacalista a favore dei neri che lavoravano nelle piantagioni francesi, quindi membro del parlamento francese e ministro francese, e dall'indipendenza governò come presidente ininterrottamente fino al termine della guerra fredda e all'introduzione del multipartitismo, così in Senegal con il presidente filooccidentale Senghour (1960-1981), succeduto da Djouf (1981-2000), o inizialmente in Niger con il presidente filoccidentale Diori (1960-74), che però fu successivamente deposto dal golpe del colonnello Kunche (1974-86), succeduto da Seibou. In altri Paesi, complice il contesto della guerra fredda, la transizione verso la democrazia fu più difficile, con l'instaurazione di sistemi dittatoriali o la sospensione della democrazia attraverso ripetuti golpe. Ad esempio, in Dahomey il presidente Maga fu deposto da de Souza nel 1963, riprese il potere con un golpe nel 1970 per due anni, poi fu deposto nel 1972 da Kerekou, che ribattezzò lo Stato col nome di Benin e instaurò un governo filosocialista (1972-1991). In Togo il presidente Olympio fu deposto da Grunitzky nel 1963 e questi nel 1967 da Eyadema, che instaurò un lungo governo personalistico dittatoriale che superò indenne anche la fine della guerra fredda (1967-2005). O in Ghana dove nel 1964 Nkrumah si proclamò presidente a vita causando una fase di torbidi dal 1966-69 fino all'insediamento di Acheampong (1969-79) e Rawlings (1979-2000). O ancora in Alto Volta dove Yameogo fu deposto da Lamizana (1966-1980), cui seguirono i golpe di Zarbo 1980, Ouedraogo 1982 e Sankara 1983. Questi ribattezzò il paese Burkina Faso e instaurò un governo filomarxista (1983-87), e pertanto fu fatto assassinare dal suo vice filooccidentale Campaorè (1987-2014). In altri casi si instaurarono fin da subito governi dittatoriali personalistici, come in Guinea dove il presidente Tourè instaurò una dittatura su base etnica malinké (1958-1984), poi deposto da Contè (1984-1991), o in Mali dove il filocomunista Keita (1960-68) fu poi deposto dal filooccidentale Traorè (1968-1991). Nel 1970 anche il Gambia completò il processo di indipendenza con l'uscita dal Commonwealth e divenne una repubblica con presidente Jawara (1970-1994), tentando negli anni ottanta una confederazione con il Senegal. Con la fine della guerra fredda, in molti Paesi è stato imposto il multipartitismo, ma in alcuni casi le elezioni hanno confermato con plebiscito i precedenti dittatori, come Contè in Guinea, Compaorè in Burkina Faso o Eyadema in Togo, seguito dal 2005 da suo figlio, o Boigny in Cote d'Ivoire, seguito con elezioni di fatto monopartitiche da Bediè e Gbagbo nel 2000, sebbene infine le elezioni del 2010 abbiano portato alla vittoria il candidato dell'opposizione Ouattara. In altri casi ciò ha consentito un inizio di democrazia, come in Benin con libere elezioni nel 1996 che hanno riconfermato Karekou ma nel 2006 vinte da Boni, in Senegal con libere elezioni nel 2000 e 2007 vinte da Wade e nel 2012 vinte da Sall, o in Ghana, con libere elezioni nel 2000 vinte da Kufuor e 2009 vinte da Mills, o in Mali, con libere elezioni nel 1992 vinte da Konarè e nel 2002 da Tourè e, sebbene dopo un golpe e una guerra negli anni 2012-13, nuove elezioni nel 2013 vinte da Keita. In altri casi proseguono ancora sistemi monopartitici dittatoriali, come in Gambia, a seguito del golpe del 1994 del generale Jammeh, o in Mauritania, a seguito di golpe nel 2005 di Abdallahi e nel 2008 di Abdel Aziz.
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== Curiosità ==