Aldo Lampredi: differenze tra le versioni

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* Nel 2009, i ricercatori Cavalleri, Giannantoni e Cereghino, effettuarono un attento esame dei documenti dei servizi segreti americani degli anni 1945 e 1946, desecretati dall'amministrazione [[Bill Clinton|Clinton]]. Dall'esame dei tre ricercatori sono emersi due rapporti segreti dell'agente dell'[[Office of Strategic Services|OSS]] Valerian Lada-Mokarski, il primo datato ai primi di maggio del 1945 ed il secondo il 30 maggio [[1945]]. L'agente americano, dopo aver ascoltato il resoconto di alcuni "testimoni oculari"<ref>Lada-Mokarski, in particolare, avrebbe raccolto le testimonianze di Giacomo De Maria e dei partigiani Giuseppe Frangi ''"Lino"'' e Luigi Canali Cfr: Giorgio Cavalleri, Franco Giannantoni, Mario J. Cerighino, ''cit.'', pagg. 170 e succ.ve.</ref>, conferma esattamente l'orario e il luogo della fucilazione di cui alla versione storica. Il più esauriente dei due rapporti, quello datato 30 maggio [[1945]], tuttavia, sembrerebbe indicare il ''“colonnello Valerio”'' nella persona di Aldo Lampredi, raffigurandolo in un uomo in vestito civile, armato di revolver, i cui colpi avrebbero raggiunto obliquamente Mussolini sulla schiena<ref>Ciò contrasta con l'autopsia effettuata sul corpo dell'ex-duce dal dr. Cattabeni, il quale ha constatato che i fori d'entrata dei colpi di arma da fuoco che ne hanno determinato la morte furono inferti di fronte e non da retro. Cfr.:''Verbale della necroscopia n. 7241 dell'Obitorio comunale di Milano del 30 aprile 1945''</ref>. Aldo Lampredi, infatti&nbsp;– come riferiscono concordemente le testimonianze raccolte a Milano, a Como e a Dongo - il 28 aprile [[1945]] indossava un impermeabile bianco, mentre Walter Audisio aveva indosso una divisa da partigiano color kaki o rosso-mattone con i gradi di colonnello.
* Nel [[1997]] [[Massimo Caprara]], già segretario particolare di [[Palmiro Togliatti]] per vent'anni e in seguito uscito dal [[Partito Comunista Italiano|PCI]] per fondare il gruppo del “[[il manifesto|Manifesto]]”, sostenne l'ipotesi che a uccidere Mussolini fosse stato Aldo Lampredi e non Walter Audisio. Caprara, nel volume “Quando le Botteghe erano Oscure”, pur senza citare il nome di battaglia dell'autore dell'esecuzione, dichiara di aver raccolto, in proposito, le confidenze dello stesso Togliatti e di [[Celeste Negarville]], all'epoca direttore de [[l'Unità]]. A domanda, Togliatti avrebbe risposto al suo segretario: ''“No, non è lui'' (Audisio, n.d.r.). ''Abbiamo deciso di coprire l'autore dell'esecuzione di Mussolini. L'uomo che ha sparato è Lampredi”''<ref>Massimo Caprara, ''Quando le Botteghe erano Oscure. 1944-1969. Uomini e storie del comunismo italiano'', Il Saggiatore, Milano, 1997, p. 71.</ref>.
:Successivamente Negarville confermò l'attribuzione dell'esecuzione a Lampredi, svelando anche i retroscena dell'insabbiamento: “(Togliatti) ''si premurò d'una cosa soprattutto: proteggere il funzionario kominternista che è Lampredi. Non solo sottraendolo alla curiosità della gente, ma salvandolo da una auto-esaltazione che avrebbe potuto travolgerlo: sentirsi all'improvviso il vendicatore-eroe, dopo una vita grigia e ingrata. Lui ha sparato a Mussolini. Con la Petacci non c'entra. Si limitò a prelevare Mussolini da casa De Maria e a portarlo con lo stivale rotto fino al cancello di Villa Belmonte. Queste cose le riferì a [[Luigi Longo]] il responsabile di partito per tutta l'operazione: [[Dante Gorreri]]''”<ref>Massimo Caprara, ''Quando le Botteghe erano Oscure'', op.cit., p. 72.</ref>.
 
=== L'attività di partito nel secondo dopoguerra ===