Isola di Ortigia: differenze tra le versioni

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Ortigia in epoca greca fu, soprattutto inizialmente, il centro politico e religioso della città; lo dimostra il fatto che nell'isola venne edificata la ''via sacra''(la quale attualmente ricade nell'asse urbano della via Dione e del secondo tratto della via Roma), ovvero quella via che conteneva importanti [[templi]] degli dei, come l'[[Artemision di Siracusa|Artemision]] e l'[[Tempio di Atena (Siracusa)|Athenaion]] (attuale [[Duomo di Siracusa]]). Dagli studi fatti si è potuto constatare che i templi greci erano sempre rivolti a [[Est|oriente]], osservando infatti l'antica linea urbana di Ortigia, si nota come gli edifici sacri fossero stati posti in luce, ne è un esempio il Tempio di Atena, il quale secondo gli studiosi svolgeva una funzione di "faro" per tutti i naviganti che si avvicinavano verso Siracusa dal lato del mare di Ortigia; sopra il tetto del tempio era posta una grande statua di [[Atena]] con uno scudo dorato, visibile da molto lontano, ed era esso che fungeva da faro e punto di riferimento per chi navigava in mare in prossimità della città.
 
In Ortigia venne edificato il ''palazzo del tiranno'', ovvero la sede del potere politico dei tiranni siracusani. Dalle testimonianze pervenuteci dagli storici dell'epoca, si pensa fosse un palazzo imponente, soprattutto a partire dalla tirannia di [[Dionisio I di Siracusa]] (detto anche "Dionigi il Vecchio" e "Dionigi il Grande") che evacuò interamente la popolazione di Ortigia per sostituirla con la sua [[corte (storia)|corte]], i suoi amici e i suoi mercenari. Dotò l'isola di mura autonome e le lettere di [[Platone]] consentono di farsi un'idea della ricchezza di questa dimora; il [[filosofo]] [[ateniese]] racconta che il palazzo era dotato di ampliampi [[giardino|giardini]] e suddiviso in parti che diventavano sempre meno accessibili, difese da alte mura. La parte più intima della dimora di Dionigi, era costituita da una piccola isola, separata dal resto del palazzo da un canale con [[ponte levatoio]], alzato o abbassato dal tiranno stesso, il quale poteva così ritrovarsi completamente al sicuro. (Cicerone, Tusculanae, 5, 59).
 
Questo palazzo fu successivamente distrutto da [[Timoleonte]], comandante [[corinzio]] e uno dei pochi [[sovrano|sovrani]] [[democrazia|democratici]] che la Siracusa greca ebbe. (Plutarco, Vita di Timoleonte, 21) La dimora dei tiranni fu poi ricostruita in forme più sontuose da [[Agatocle di Siracusa|Agatocle]] e si pensa che ad esso apparteneva l'edifìcio detto « dei 60 letti », che sarebbe stato il più sontuoso della Sicilia (Diodoro, XVI 85).