Iliade: differenze tra le versioni

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=== La figura dell'eroe ===
[[File:Moreau, Gustave - Hésiode et la Muse - 1891.jpg|thumb|left|''Esiodo e una [[Muse (mitologia)|Musa]]'', di [[Gustave Moreau]] ([[1891]]).]]
La virtù dell'eroe omerico è incentrata nell' ''`αρετή'', ossia la virtù, intesa qui come valore militare, un'innata eccellenza, spesso voluta dal fatto che l'eroe è il prodotto dell'unione tra un dio e una mortale. Propria dell'eroe è quindi la καλοκαγαθία ("kalokagathía"), cioè la Perfezione (da καλός καί `αγαθός "kalós kaí agathós", cioè "bello e buono". Tale "eccellenza innata" porta l'eroe ad avere gli appellativi di "bello e valoroso", caratteristiche peculiari per distinguersi nelle battaglie, e soprattutto per essere cantato dai poeti dopo la morte. Lo spirito competitivo nelle vicende porta l'eroe ad una ricerca dell'onore, e da qui la disperata ricerca smisurata di Achille, che si converte in eccesso e peccato; in quanto il successo nella battaglia per l'eroe deve raggiungere l'approdo ultimo del "rispetto collettivo" e dell'approvazione della comunità.
 
Tra gli eroi giovani vi sono anche i due anziani Fenice e [[Nestore (mitologia)|Nestore]]. Costoro rappresentano il profondo rispetto che i giovani hanno per gli anziani più sapienti, che hanno compiuto esperienze anni prima della loro nascita, e custodi del sapere antico e del rispetto religioso. Nestore inoltre è raffigurato da Omero come "pastore di genti", perché incarna la buona figura dell'oratore che riesce, con la quiete e la saggezza, a calmare gli animi e a portare sempre la concordia tra i contendenti. Fenice dal canto suo è l'unico anziano in grado di riuscire a placare la furia di Achille, dopo l'offesa di Agamennone, e a tentare di farlo ragionare.