Grande balzo in avanti: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|il termine usato in antropologia|Il grande balzo in avanti (antropologia)|Il grande balzo in avanti}}
{{F|storia della Cina|novembre 2015|arg2=politica}}
Il '''grande balzo in avanti''' ({{cinese|大跃进|''Dàyuèjìn''|大躍進}}) fu il piano economico e sociale praticato dalla [[Repubblica Popolare Cinese]] dal [[1958]] al [[1961]], che si propose di mobilitare la vasta popolazione cinese per riformare rapidamente il paese, trasformando il sistema economico rurale, fino ad allora basato sull'[[agricoltura]], in una moderna e [[Industrializzazione|industrializzata]] società [[socialismo reale|comunista]] caratterizzata anche dalla [[collettivizzazione]].
 
[[Mao Zedong]] basò il suo programma sulla ''teoria delle forze produttive''. Il ''Grande balzo'' si rivelò tuttavia un disastro economico tale da condizionare la crescita del paese per diversi anni. Storicamente, è considerato dalla maggior parte degli autori come la principale causa della [[Grande carestia cinese|gravissima carestia]] del [[1960]] in cui morirono da 14 a 43 milioni di persone (a seconda delle fonti).<sup>([[#La carestia e le sue cause|vedi paragrafo]])</sup>
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=== Le "due linee" e la collettivizzazione ===
All'interno del Partito, coesistevano due visioni differenti sulla riforma agraria. Secondo i moderati, rappresentati da [[Liu Shaoqi]], tra l'altro membro dell'[[Ufficio politico del Partito comunista cinese|Ufficio politico del PCC]], avrebbe dovuto essere graduale e la collettivizzazione avrebbe dovuto attendere i progressi dell'industrializzazione, che avrebbe fornito all'agricoltura le macchine necessarie.
 
Secondo la fazione più radicale, capeggiata da Mao Zedong, il modo migliore per finanziare l'industrializzazione era di ridurre l'agricoltura a regime di [[monopolio di stato]], sia nella distribuzione, che nella fornitura dei prodotti agricoli; questo avrebbe consentito allo stato di acquistare a basso costo e vendere a un prezzo più alto, finanziando il capitale per le industrie. Siccome fu presto chiaro che tale politica era impopolare, fu proposta la creazione di collettivi per facilitare la condivisione delle risorse (strumenti e animali) e per portare i contadini sotto il controllo diretto del Partito.
 
La collettivizzazione avvenne gradualmente, dal 1949 al 1958, prima attraverso le ''Squadre di mutuo aiuto'' (5-15 famiglie), poi nel [[1953]] con le ''Cooperative semplici'' (20-40 famiglie), infine nel [[1956]] con le ''Grandi cooperative'' (100-300 famiglie). Tali riforme, da alcuni chiamate ''Piccolo balzo in avanti'', furono generalmente impopolari, e condussero a forti resistenze fra i contadini, costretti a partecipare a riunioni di villaggio di giorni o settimane, finché "volontariamente" non aderissero alla collettivizzazione<ref>Jasper Becker (''La rivoluzione della fame'', pag.53); l'autore afferma che tali metodi coercitivi erano gli stessi usati durante la collettivizzazione in Unione Sovietica</ref>; moltissimi capi d'allevamento furono abbattuti dai contadini, che preferirono mangiarli piuttosto che cederli alle cooperative. Il partito usò metodi coercitivi e requisì i raccolti con la forza; nel 1956, fu introdotto un passaporto interno per costringere i contadini a restare nelle campagne, notevolmente più povere delle città.
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== Grande balzo in avanti ==
''Grande balzo in avanti'' è anche il nome che in origine fu dato al secondo piano quinquennale, previsto per gli anni [[1958]]-[[1963]]. Dopo il suo fallimento, il nome si riferisce ai primi tre anni del periodo. Mao rivelò il progetto a [[Nanning]], nel gennaio del 1958.
 
L'idea centrale consisteva in uno sviluppo rapido e parallelo di agricoltura e industria, in modo da evitare l'importazione dall'estero di macchinari pesanti, finanziando il settore industriale attraverso uno sfruttamento di massa del lavoro a basso costo, garantito dall'enorme disponibilità di manodopera contadina.
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=== Comuni popolari ===
[[File:People's commone canteen3.jpg|upright=1.4|thumb|All'inizio i membri dei Comuni popolari potevano mangiare gratuitamente nelle mense. La situazione cambiò quando la produzione di cibo cominciò a rallentare e infine a bloccarsi]]
Mao spinse ulteriormente la collettivizzazione unendo le ''Grandi cooperative'' in gigantesche '''Comuni popolari'''. La prima comune sperimentale fu creata a Chayashan, nella provincia dello [[Henan]], nell'aprile del 1958.
 
Gli appezzamenti privati furono aboliti e furono introdotte mense collettive. Il Politburo si riunì ad agosto e stabilì che le comuni sarebbero diventate la nuova forma di organizzazione economica e politica della Cina rurale. Per la fine del 1958, furono create 25.000 comuni, ognuna delle quali contava in media 5.000 famiglie. Le retribuzioni in denaro furono sostituite con ''punti lavoro''. Le comuni erano relativamente autosufficienti: a fianco dei campi agricoli, sorsero piccole industrie, scuole e organizzazioni militari.
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=== Produzione di acciaio ===
[[File:Backyard furnace4.jpg|thumb|left|[[Fornace|Fornaci]] da giardino utilizzate per la lavorazione dell'acciaio]]
Mao considerava il grano e l'acciaio come i pilastri portanti dell'economia e dichiarò che la Cina avrebbe raggiunto l'Inghilterra in 15 anni, nella produzione di acciaio. Il Politburo stabilì che la produzione di acciaio sarebbe dovuta raddoppiare in un anno, soprattutto grazie all'introduzione di piccole fornaci "da cortile".
 
[[Zeng Xisheng]], primo segretario provinciale dell'[[Anhui]], mostrò a Mao nel settembre del [[1958]] una di queste fornaci presso [[Hefei]]. L'unità dichiarò che l'acciaio così prodotto era di elevata qualità (sebbene fosse stato probabilmente prodotto altrove). Mao incoraggiò la creazione di piccole fornaci in ogni comune e quartiere cittadino. Enormi sforzi furono richiesti a contadini, operai e singoli cittadini, al fine di produrre acciaio a partire da rifiuti e scarti di metallo. L'energia necessaria per alimentare le fornaci fu ricavata tagliando gli alberi.
 
Per raggiungere le quote di produzione stabilite, la pressione sulla popolazione fu molto elevata, soprattutto sui contadini: gli oggetti più svariati, dalle reti dei letti agli utensili da cucina (ritenuti ormai inutili a causa dell'obbligo di mangiare alla mensa comune) furono requisiti e destinati alla fusione, mobili, porte e finestre furono sottratti per essere bruciati. Decine di milioni di contadini (60 milioni secondo alcune fonti) furono allontanati dai lavori agricoli per produrre acciaio, così come gli operai, gli insegnanti e addirittura il personale degli ospedali.
 
Come avrebbe potuto prevedere un qualunque tecnico con minime nozioni di metallurgia, l'acciaio prodotto nelle fornaci “da cortile” si rivelò inutilizzabile<ref>Pascal Acot - ''Storia del clima'', pag. 153 - Donzelli Editore, 2011 - ISBN 9788860366337</ref>. Ad ogni modo, la mancanza di fiducia negli intellettuali, allontanati nel 1957, e la fede ideologica nel "potere delle masse", condussero Mao a spingere verso un progetto sconsiderato senza consultare tecnici ed esperti. L'esperienza della Campagna dei cento fiori impedì ogni accenno di dissenso.
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=== Opere idrauliche ===
La realizzazione di grandi opere idrauliche per mezzo di lavoro coatto e massivo, caratterizza la natura stessa delle cosiddette "società idrauliche".
 
L'impero cinese realizzò in questo modo il [[Grande canale]], in virtù della sua capacità di mobilitare masse di lavoratori. Gli argini del [[Fiume giallo]] richiedevano continue e ingenti manutenzioni, dal momento che il letto del fiume corre per centinaia di chilometri a un livello sopraelevato rispetto alle campagne circostanti. La mobilitazione delle masse era dunque l'unico modo per fronteggiare la forza della natura, che spesso causava la perdita di molte vite.
 
Per questo motivo, la realizzazione dei lavori idraulici era parte integrante della figura dell'imperatore benevolo nei confronti del popolo. Il vuoto di potere politico della prima metà del [[XX secolo]], causato dal crollo della [[Dinastia Qing]], dai [[Signori della guerra]] e dalle guerre civili e con il Giappone, aveva lasciato la popolazione in balia degli elementi.
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Sia la politica del ''Grande balzo'' che la carestia continuarono fino al gennaio del [[1961]], quando vennero fermate dal IX Plenum dell'VIII Comitato Centrale che adottò una differente politica, restaurando la produzione agricola. Le esportazioni di grano furono interrotte e sostituite da importazioni dal [[Canada]] e dall'[[Australia]], che contribuirono a risolvere i problemi di alimentazione almeno nelle città costiere.
 
La fallimentare politica agraria del ''Grande balzo'', che ridusse le forniture alimentari a livelli da carestia, fu seguita da una graduale de-collettivizzazione negli [[anni 1960|anni sessanta]] e in seguito alle riforme di Deng Xiaoping dopo il [[1978]].
 
Secondo Meredith Woo-Cumings:
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Successivamente, numerosi autori<ref>Marie Claire Bergère - ''La Cina dal 1949 ai giorni nostri'' pag. 118, 146; John King Fairbank - ''Storia della Cina contemporanea'' pag. 382; Jean-Luc Domenach - ''Aux origines du Grand Bond en avant: Le cas d'une province chinoise, 1956-1958''; Roderick MacFarquhar - ''The origins of the Cultural Revolution. 2: The Great Leap Forward 1958-1960'' pag.332; Lo Keng-mo - ''Analysis of the information of China's planned economy'' pag. 8; J. A. G. Roberts - ''Storia della Cina''; Jasper Becker - ''La rivoluzione della fame''; Jung Chang & Jon Halliday - ''Mao. La storia sconosciuta''; Gregory A. Ruf - ''Cadres and kin - Making a socialist village in west China 1921-1991'' pag. 106; Thomas Bernstein - ''Stalinism, famine and chinese peasants: grain procurement during the great leap forward''; Ralph A. Thaxton Jr. - ''Catastrophe and Contention in Rural China: Mao's Great Leap Forward Famine and the Origins of Righteous Resistance in Da Fo Village''</ref> hanno considerato l'errore umano come principale causa della carestia. Un articolo del settimanale [[Time]] pubblicato il primo dicembre 1961<ref>{{Cita web|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,938802,00.html|autore=|editore=Time|data=1º dicembre 1961|titolo=Red China: The Loss of Man|lingua=en}}</ref> attribuì le cause della carestia, così definita da molti giornali occidentali mentre Mao parlò di semplice "periodo di scarsità", alla pianificazione politica invece che alle condizioni climatiche. Il 27 giugno 1981, il governo cinese<ref>Marie Claire Bergère - ''La Cina dal 1949 ai giorni nostri'' pag. 147</ref> ha precisato che la carestia fu dovuta ''"alla cattiva comprensione delle leggi dello sviluppo economico e dei fondamentali essenziali dell'economia cinese [...] al fatto che il compagno Mao Zedong insieme a molti compagni dirigenti ... avevano perso la testa per i successi riportati [...] e volevano ottenere risultati immediati e portare all'estremo, il ruolo dei fattori soggettivi"''.
 
La dislocazione di milioni di contadini per la produzione di acciaio e per le opere idrauliche, provocò in alcune aree l'abbandono dei raccolti. La ''[[campagna di eliminazione dei quattro flagelli]]'' e in particolare l'eliminazione dei passeri, causò lo sviluppo di parassiti che danneggiarono i raccolti.
 
Sebbene i raccolti si fossero ridotti, i quadri locali, sotto le forti pressioni dalle autorità centrali, affinché riportassero esiti positivi del ''Grande balzo'', entrarono in competizione fra loro nell'annunciare raccolti eccezionali ed esagerati. I dati irreali servirono da base per determinare la quantità di grano dovuta allo Stato, destinata sia alle città che all'esportazione verso le nazioni del blocco comunista, prima fra tutte l'Unione Sovietica, che reclamava il pagamento per l'assistenza tecnica fornita: nel periodo 1958-1960 la Cina continuò a esportare più grano di quanto ne importasse. A causa delle pressioni politiche e del ''passaporto interno'' introdotto nel 1956, che impediva ai contadini di recarsi alle fiere o di cercare lavoro fuori del villaggio senza permesso, vennero meno le tradizionali fonti d'informazione del mondo rurale: viandanti, venditori ambulanti, musicisti erranti e sacerdoti. Sia i contadini che gli stessi quadri di partito non poterono rendersi conto della reale portata della carestia, considerando il proprio come un caso isolato.
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=== Conseguenze politiche ===
L'impatto iniziale del ''Grande balzo'' fu discusso alla '''Conferenza di Lushan''' in luglio-agosto 1959. Sebbene molti ''leader'' moderati nutrissero riserve contro tale politica, l'unico a esprimerle apertamente fu [[Peng Dehuai]]. Mao usò la conferenza contro Peng, accusando lui e i suoi sostenitori come "borghesi" e lanciando una campagna contro gli "opportunisti di destra". Peng fu dimesso dalla carica di ministro della difesa e sostituito da [[Lin Piao]], che purgò l'esercito dai suoi sostenitori.
 
Peng affermò che "mettere la politica al posto di comando" (ovvero promuovere la direzione da parte di funzionari ideologicamente zelanti invece che di tecnici preparati nelle università su modello occidentale) non poteva cambiare le leggi economiche e la politica reale; alcuni leader non identificati furono ammoniti per aver tentato di "saltare nel comunismo in un solo passo".
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* [http://monthlyreview.org/0906ball.htm "Mao uccise veramente milioni di persone nel ''Grande balzo in avanti''?"], ''Monthly Review'', settembre 2006.
 
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[[Categoria:Cannibalismo]]