Ottobuono de' Terzi: differenze tra le versioni

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A settembre Ottobuono, con i fratelli Giovanni e Jacopo, fu aggregato alla nobiltà veneziana.
 
Il 1º di ottobre celebrò nel [[castello di Dinazzano]] le sue nuove nozze con Francesca figlia di [[Carlo da Fogliano]].<ref>All'ingresso degli sposi in Parma vi furono donativi offerti "dal" popolo con "Corte bandita in Vescovato per otto giorni. Feste universali." Il 31 di quell'ottobre si celebrarono quindi nella chiesa dei Frati Minori le esequie solenni della madre Margherita e della prima moglie di Ottobuono, madonna Orsina, defunte nell'agosto precedente. Cfr. F. Cherbi, idem, pag. 220.</ref>
 
Nei mesi di ottobre e novembre si riaccese il conflitto con i Pallavicini. Ottobuono costruì allora le bastie a Castione e a Carabiollo.
 
Il 2 dicembre si celebrarono a Parma le sue nuove nozze con Francesca figlia di [[Carlo da Fogliano]].<ref>All'ingresso degli sposi in Parma vi furono donativi offerti "dal" popolo con "Corte bandita in Vescovato per otto giorni. Feste universali."
 
Il mese successivo il Terzi parteciperà clandestinamente a una congiura contro i [[Duchi di Ferrara]], aiutando Obizzo da Montegarulli. Nel contempo si accorderà con [[Cabrino Fondulo]] per togliere [[Cremona]] ai [[Cavalcabò]].<ref>A luglio il Fondulo invierà ad Ottobuono a Parma il suo capitano delle milizie [[Niccolò Mauruzi da Tolentino]], con l'offerta della signoria di Cremona. Ottobuono, spedì allora a presidiare il contado cremonese lo Sparapano con 2000 fanti, in attesa del segnale di via libera. Segnale che non arriva, poiché il Fondulo, spregiando i patti, dopo avere allontanato con uno stratagemma lo Sparapano, si insediò egli stesso quale signore di Cremona. Ottobuono allora si alleò con il Vignati per aprire nuove ostilità contro il Fondulo, ma senza successo.</ref> In agosto presta aiuto a Giacomo e Pietro dei Rossi per la riconquista del castello di [[San Secondo Parmense]], dal quale erano stati estromessi da un loro parente.
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Il 2 ottobre, il duca di Milano, in contropartita della cancellazione del suo credito di 78000 fiorini, nominò Ottobuono conte di [[Reggio Emilia]], investendolo inoltre di Boretto, Brescello, Castelnuovo, Cavriago, Montecchio Emilia, Gualtieri, Campegine, Cogruzzo, Sant'Ilario d'Enza e Fiorenzuola d'Arda. Una settimana dopo Ottobuono scrisse ai reggitori di Reggio per darne notizia formale, ordinando fosse esposto il suo stemma con inquartata la vipera viscontea. Per conto di [[Giovanni Maria Visconti]] stipulò quindi una tregua con [[Carlo I Malatesta]].
 
Il 6 dicembre [[1406]] nacque a Ottobuono il figlio Niccolò Carlo, battezzato solennemente a Natale nel monumentale [[battistero di Parma]] alla presenza delle più eminenti personalità.<ref>Gli fu impartito il doppio nome di Niccolò-Carlo, cioè quello del nonno paterno, Niccolò Terzi il Vecchio, unito a quello materno, Carlo da Fogliano. Questo secondo la cronaca citata da F. Cherbi per l'anno [[1406]]: "Nascita ad Otto di un figlio. 6 dicembre. Detto Nicolò-Carlo. Grandi feste e suono di campane. La Comune col gonfalone ed arti a San Nicolò. Libertà ai prigioni di Parma, Reggio, e sue Castella. Battesimo nel Natale. Invito di vari compadri di messer Otto. Vescovo di Trento, Duca di Milano, Ugolotto, ed il Vescovo Rossi, Marchese di Ferrara, Signore di Mantova, Carlo Malatesta da Rimini, Comune di Venezia, Messer Giacomo del Verme, e Cardinale di Bologna" (Cfr. Francesco Cherbi, ''Le grandi epoche sacre, diplomatiche, cronologiche, critiche della chiesa vescovile di Parma'', vol. 2, Parma, Stamperia Carmegnani, 1837, pag. 223-224).</ref>
 
Nel gennaio del [[1407]] prestò aiuto al [[Dal Verme]] contro [[Facino Cane]], mettendo in campo una forza di 7000 uomini tra soldati e fuoriusciti di varie località. Il mese successivo passò il Po a Torricella e raggiunse il Bergamasco ove espugnò [[Comun Nuovo]], Spirano, Lurano, Brignano Gera d'Adda. Forte dell'appoggio del Colleoni, di Pandolfo Malatesta, dei Veneziani e del legato pontificio Cossa, passò l'Adda a Trezzo e raggiunse Vimercate. Conquistò Desio, Saronno, Magenta e Rosate; avanzò oltre il Ticinello e si batte a Morimondo con Facino Cane.
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Allorché il signore di [[Parma]] e il signore di [[Ferrara]] furono impegnati nell'usuale scambio di convenevoli, lo Sforza si pose alle spalle di Ottobuono de' Terzi e lo colpì proditoriamente con un pugnale, assassinandolo.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/ottobono-terzi/ Treccani.it. Terzi Ottobono.]</ref> Il cadavere, caricato poi su ''un vil carro'', fu recato a Modena, e qui orrendamente smembrato. La testa di Ottobuono, issata su una picca, fu esposta davanti al [[duomo di Modena]] e quindi alla rocca di [[Felino (Italia)|Felino]].
 
[[Carlo da Fogliano]], fuggendo a piedi, riuscì a portare in salvo il giovanissimo figlio di Ottobuono, e proprio nipote, Niccolò Carlo, entro le mura di [[Parma]]. Qui [[Giacomo Terzi]], fratello di Ottobuono, farà proclamare il fanciullo, che acquisterà fama di condottiero come Niccolò Terzi, signore della città. Ricoprirà quella carica solo per venti giorni.
 
== Note ==