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La prima grande bonifica fu quella della valle Volta (1756 ettari), iniziata nel 1874, seguita da valle Gallare (3700 ettari), alle quali si aggiunsero le adiacenti valli Provane, Raino e Dossi. I terreni liberati dalla prima valle però finirono col diventare proprietà dei Pavanelli, agiata famiglia borghese che tanto influenzò l'economia locale, che la rivendette subito all'ing. Girolamo Chizzolini di Milano, il quale ottenne la proprietà, congiuntamente con i banchieri viennesi Schanzer e Klein, anche dei terreni di valle Gallare<ref>Vedi: [[:s:L'epopea della bonifica nel Polesine di San Giorgio/12|L'epopea della bonifica nel Polesine di San Giorgio]], di [[Antonio Saltini]].</ref>. Negli anni successivi passarono ad altri grandi proprietari terrieri o grosse società, senza mai interessare la gran massa degli abitanti della zona, la stessa impegnata dalle opere di bonifica, la quale si vide privata anche dalle forme di sostentamento valligiane e costretta ad impegnarsi nel lavoro agricolo sotto i nuovi grandi proprietari. Ne conseguirono violente agitazioni sociali che squarciarono la vita comunitaria<ref>{{cita |Mezzogori |pp. 197-210}}</ref>.
 
Le proteste continuarono negli anni e si espansero nelle zone circostanti, esasperate anche dalla contestuale [[Grande depressione (1873-1895)|depressione del 1873-1895)]] che determinò un costante calo degli occupati nel settore agricolo.
Tuttora l'impegno sociale e politico del ferrarese orientale, rivolto spiccatamente verso i partiti di sinistra, è uno dei più alti d'Italia<ref>{{cita testo|titolo=RAITre: TG3 Omnibus |url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1995/05/12/Spettacolo/RAITRE-TG3-OMNIBUS_205500.php |editore=RAI |data=12 maggio 1995 |citazione=Da Massafiscaglia, vera isola rossa d'Italia, in provincia di Ferrara, dove il Pds ha raccolto il 70% dei voti lasciando il restante 30% a Rifondazione Comunista }}</ref>.