Precetti coniugali: differenze tra le versioni

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Rivolgendosi agli amici Polliano ed Euridice, Plutarco inizia dando alcuni veloci riferimenti eruditi sui costumi nuziali in [[Grecia]] e afferma, poi, che il matrimonio migliore si fonda sulla comunanza di intenti e sull'emulazione, sicché uno sposo di condizione inferiore alla moglie dovrà sentirsi spinto a migliorare se stesso, non a umiliare la sposa<ref>139b.</ref>, mentre la donna saprà discretamente prendere esempio dal marito, senza esagerare<ref>142ac.</ref>.
 
Plutarco non era solo teorico in queste materie, in quanto egli stesso era felicemente sposato, come si nota dalla sua [[Consolazione alla moglie|lettera alla moglie]]<ref>''Moralia'', 608A.</ref>.
 
Il breve saggio<ref>Di fatto una sorta di epistolaː [[Moralia|''Moralia'']], 138B-146A.</ref>, ricco di aneddoti e citazioni per i due giovani sposo, è incluso nel [[Catalogo di Lampria]] ed è citato frequentemente da scrittori successivi, come [[Stobeo]], ad esempio, nel suo ''Florilegio''<ref>Soprattutto cap. LXXIV.</ref> e [[San Girolamo]]<ref>''Adversus Iovinianum'', fine libro I.</ref>.
 
== Note ==