Civiltà nuragica: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Shardan (discussione | contributi)
cita web + citazione Lilliu + tolto periodo sulla databilità dei bronzetti: quelli della vecchia scuola sono con certezza datati al XII-XI sec. a.C.
Shardan (discussione | contributi)
Riga 544:
==== Le statue dei giganti di Mont'e Prama ====
{{Vedi anche|Giganti di Mont'e Prama}}
Ai luoghi di culto si associava, in genere, l'offerta dei bronzetti votivi che raffiguravano uomini e donne, animali, modellini di imbarcazioni, modellini di nuraghi, esseri fantastici, riproduzioni in miniatura di oggetti e arredi. Questa importante produzione artistico-religiosa ha prodotto un'iconografia ben codificata e tipizzata che, nel 1974, è stata arricchita dai resti di 32 (forse 40) statue in pietra arenaria di dimensioni monumentali (alte da 2 a 2,5 metri) comunemente conosciute come [[Giganti di Monti Prama]] dal nome della località del Sinis presso [[Cabras]], in [[provincia di Oristano]], nella quale vennero ritrovate. Queste statue richiamano la tipologia dei bronzetti stile Abini-Serri.
 
La scoperta degli enormi frammenti di queste statue giganti che rappresentano guerrieri, arcieri, lottatori, modelli di nuraghe e pugilatori dotati di scudo e guantone armato, che si ritiene siano risalenti al X-VIII secolo a.C., sta proiettando nuova luce sull'arte e la sulla cultura delle popolazioni della Sardegna nuragica. La datazione confermerebbe la sopravvivenza e la forza della cultura nuragica nel periodo feniciodella frequentazione fenicia.
 
Il sito di Monti Prama raffigura un complesso di personaggi che in tutta probabilità rivestivano carattere eroico, in ricordo di imprese andate oggi dimenticate, poste a guardia di un sepolcro. Potrebbe anche trattarsi, con minore probabilità, della rappresentazione di una sorta di olimpo con peculiari divinità nuragiche. Le statue dei Giganti di Monte Prama hanno occhi come dischi solari, volutamente privi di espressione e di bocca, con acconciature che lasciano cadere sulle spalle 2 trecce per lato, e abito di foggia orientale con scollo a V. Sono ben visibili importantissimi dettagli relativi alla foggia delle armature e delle protezioni. Per l'archeologo Giovanni Lilliu rappresentano la massima espressione della civiltàCiviltà nuragica, e su di esse così si esprime: {{citazione|E, infine, il santuario degli eroi di Monti Prama-Cabras, con le grandi statue aggruppate a formare una «memoria» di antenati presso le tombe, abbellitaabbellite di betili, cippi scolpiti. Immagini di una saga protosarda, forse rispecchiata nei miti di Iolaos, Sardus, Norace e altri eroi ricordati dalla tradizione letteraria classica. Le statue, episodio artistico eccellente della cultura figurativa geometrica mediterranea dell'VIII secolo a.C, al pregio estetico aggiungono valore storico-culturale. Sono il prodotto elevato d'una condizione etnico-etica nazionale della Sardegna antica, né subalterna né dipendente, d'una Sardegna «maggiore». Con questa manifestazione plastica d'un gusto anticlassico, l'isola giunse al culmine della sua civiltà e toccò il meglio dell'assetto sociale.|Giovanni Lilliu, ''Civiltà nuragica: origine e sviluppo'', p. 328.}}<ref>{{Cita|G.Lilliu(1981)|p. 328}}</ref>
 
== Note ==