Carlo Gesualdo: differenze tra le versioni

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Il 16 ottobre [[1590]] il principe avvertì Maria che, insieme ad alcuni suoi servi, sarebbe andato a caccia nel bosco degli Astroni, restando lontano per due giorni. Questa era solo l'ultima parte di un piano già preparato in ogni minimo dettaglio dal principe stesso. Nella notte fra martedì 16 e mercoledì 17 ottobre [[1590]] i due amanti vennero colti in flagrante adulterio nella camera da letto di Maria e barbaramente trucidati.
 
Furono probabilmente le interessate delazioni che imponevano l'obbligo di "vendicare" col sangue l'offesa fatta al suo nome che spinsero il principe Carlo a compiere il delitto di [[Palazzo di Sangro|Palazzo San Severo]]. Non è da escludere, comunque, l'eventualità che quel delitto potesse essere anche la conseguenza di oscure trame ordite contro il suo casato, in quegli anni assai potente e mal visto dal corrotto mondo della nobiltà napoletana.<ref>Giovanni Savignano, ''Intrighi, Carlo Gesualdo tra musica, amore e morte'', 2010</ref> Le circostanze lo giustificavano dal punto di vista della legge e del costume del tempo, tanto che il viceré Miranda, dal quale Carlo si recò immediatamente a dare notizia personalmente dell'accaduto, lo esortò ad allontanarsi da Napoli [[Delitto d'onore|non per sfuggire alla legge]], ma per non esasperare il risentimento delle famiglie degli uccisi.
 
===La fuga===