Publio Scapzio: differenze tra le versioni

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I consoli (appartenenti al patriziato) cercarono di zittirlo accusandolo di raccontare bugie. Ma Scapzio gridava che la Repubblica stava per essere tradita. Fu ordinato di farlo allontanare. Scapzio si appellò ai [[Tribuni della plebe]], e questi ottennero che raccontasse alla plebe, intensamente incuriosita, quanto era in grado di riportare.
 
Scapzio raccontò che aveva 8283 anni e che, già in età matura, durante il suo ventesimo anno di servizio aveva combattuto, proprio in quella zona, contro [[Corioli]]. Quel terreno che adesso era conteso fra Ardea e Ariccia, lui era certo che fosse appartenuto a Corioli ed era passato, come preda di guerra proprio al popolo romano. Si chiedeva Scapzio, con quale faccia i due contendenti, che non erano riusciti a togliere il territorio a Corioli quando era potente, venissero a chiedere ora, e proprio al popolo romano, di decidere a chi assegnarlo fra loro due. Scapzio chiuse il suo discorso dicendo che gli restava poco da vivere ma che rivendicava quel terreno che tanto tempo prima aveva contribuito a conquistare con le armi.
 
Bisogna ricordare come venivano divisi i territori conquistati con le guerre; nonostante leggi e rivolte la maggior parte dei territori veniva assegnata ad esponenti del patriziato e, a parte qualche deduzione di colonia, la plebe non riceveva che briciole. Ed è difficile spiegare razionalmente come mai di quel terreno fosse stata dimenticata l'assegnazione. Una morte prematura dell'assegnatario, una rivolgimento politico al momento topico: le ipotesi restano tali.