Soluzione finale della questione ebraica: differenze tra le versioni

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Esiste ancor oggi un considerevole dibattito tra gli storici sul periodo esatto nel quale la ''leadership'' nazionalsocialista decise lo sterminio della popolazione ebraica europea. La conferenza di Wannsee del gennaio [[1942]] fu considerata nell'immediato dopoguerra il punto di origine e la pietra miliare della «soluzione finale». Tale interpretazione è stata successivamente rivista in considerazione del fatto che alla Conferenza parteciparono figure di secondo piano che non avrebbero potuto decidere autonomamente il genocidio, stimato nel corso dell'incontro in oltre 11 milioni di individui. A proposito del protocollo redatto nel corso della Conferenza e che ne tratteggia sinteticamente lo svolgimento lo storico [[Mark Roseman]] afferma:
 
{{Citazione|I pubblici ministeri americanistatunitensi pensavano di aver scoperto l'equivalente della [[stele di Rosetta]] per quel che riguardava lo sterminio nazista e il Protocollo del Wannsee risulta ancora tale nell'odierno immaginario popolare. Ma gli storici hanno sostenuto da tempo che potrebbe non essere quel che sembra. Intanto alla conferenza del Wannsee Hitler non c'era e gli uomini presenti non avevano incarichi tali nella gerarchia nazista da poter decidere un genocidio.<ref>Citato nella recensione di ''[http://www.sissco.it/index.php?id=1291&tx_wfqbe_pi1%5Bidrassegna%5D=565 Il Protocollo di Wannsee e la «soluzione finale» di Mark Roseman]'' dal sito web «Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO)». Riportato il 1º maggio 2013.</ref>}}
 
La maggior parte degli storici sono concordi nel porre la decisione di dare avvio ad una «soluzione finale» nell'anno [[1941]], anche se lo specifico periodo varia considerevolmente (tra il marzo e il dicembre). Non esistono prove incontrovertibili dato che non è mai stato trovato un ordine scritto firmato da Hitler e che, forse, tale ordine non è mai esistito. La precedente ''[[Aktion T4]]'' (il programma di uccisione dei disabili tedeschi) aveva mostrato ad Hitler come il popolo tedesco non fosse «ancora pronto» per le sue radicali politiche, tanto che questo programma dovette essere bloccato nel maggio [[1941]] in seguito alle numerose proteste. In questo caso Hitler aveva firmato un documento segreto, poi ritrovato, per dare una parvenza di legalità all'operazione del quale, però, si era successivamente lamentato, temendo che si potesse collegare la sua figura al programma. Tale timore può aver influito sulla decisione di non lasciare nessuna traccia scritta, limitandosi ad ordini verbali, e di utilizzare, nel caso della «soluzione finale», un linguaggio circonvoluto e burocratico teso a nascondere alla maggior parte della popolazione tedesca ed all'estero quello che stava realmente accadendo.