Storia romana: differenze tra le versioni
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Strumento delle nuove conquiste, ma anche delle violente guerre civili, fu la nuova, formidabile organizzazione dell'esercito progressivamente sviluppatasi, poi sancita dai provvedimenti di [[Gaio Mario]] intorno al 107 a.C..<ref>Giovanni Brizzi, ''Il guerriero, l'oplita, il legionario. Gli eserciti nel mondo classico'', Il Mulino, 2008.</ref> A differenza di quello precedente, formato da cittadini-contadini ansiosi di tornare ai propri campi una volta finite le campagne belliche, questo era un esercito stanziale e permanente di volontari arruolati con ferma quasi ventennale, ovvero un esercito di professionisti attratti non solo dal salario, ma anche dal miraggio del bottino e dalla promessa di una terra alla fine del servizio. I proletari ed i nullatenenti vi si arruolarono in massa. Non era tanto un esercito di cittadini motivati dal senso del dovere, ma piuttosto di militari legati dallo spirito di corpo e dalla fedeltà al capo.<ref>Giorgio Ruffolo, ''Quando l'Italia era una superpotenza'', Einaudi, 2004, p. 49</ref>
Nel [[I secolo a.C.]] la Repubblica cominciò a cedere:
Nonostante le fortissime tensioni politiche interne, arriveranno comunque altre conquiste: la [[Numidia]] grazie alla campagna di [[Gaio Mario|Mario]] contro [[Giugurta]]; la [[Bitinia]], il [[Ponto]], l'isola di [[Creta]], la [[Cilicia]] e la [[Siria]] con le campagne militari di Pompeo contro i pirati e [[Mitridate VI del Ponto]]; la [[Gallia]] con le legioni guidate da [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]].
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