Fabrizio de Miranda: differenze tra le versioni

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Lo studio di questa nuova tipologia di ponte iniziò negli anni dal [[1967]] al [[1969]] in occasione della ricerca di uno schema strutturale adatto a risolvere il problema dell'attraversamento stradale e ferroviario dello stretto di Messina. La ricerca condusse al progetto presentato al Concorso internazionale indetto dall'A. N.A.S. nel [[1969]] che conseguì uno dei sei primi premi ex aequo. Detto progetto innovava decisamente la concezione dei ponti strallati fino ad allora realizzati proponendo una nuova concezione di ponte strallato analizzato come una grande travatura reticolare con strallatura continua e schema a ventaglio.<ref>[[Gruppo Lambertini]] (Lambertini G., Ceradini G., De Miranda F., Leonhardt F., Lotti C., Pandolfi C.), ''Monografia relativa al Concorso internazionale di idee per un attraversamento stabile stradale e ferroviario fra la Sicilia e il Continente bandito dal Ministero L.L.P.P. - Az. Naz. Autonoma Strade'', Roma 1969</ref><ref>De Miranda F., ''Ponti a struttura d'acciaio'', o.c., pp. 296-300</ref><ref>De Miranda F., ''Il ponte strallato soluzione attuale del problema delle grandi luci'', In "Costruzioni Metalliche" n. 1/1971</ref><ref>Fritz Leonhardt e Fabrizio de Miranda, La superiorità del ponte strallato per l'attraversamento dello stretto di Messina, Lambertini Edilsistemi S.p.A., 1971.</ref> Adottando questa nuova concezione strutturale il progetto del [[Gruppo Lambertini]] riusciva a proporre una luce libera di 1300&nbsp;m (il primato mondiale di luce libera dei ponti sospesi era detenuto dal ponte di Verrazzano con 1298&nbsp;m, quello dei ponti strallati era di circa 300&nbsp;m) e destò grande interesse a livello internazionale.
 
A partire dal [[1970]] i ponti strallati a comportamento reticolare continuo (la cosiddetta seconda generazione dei ponti strallati) si diffusero rapidamente in tutto il mondo e rappresentano, oggi ({{CURRENTYEAR}}), la tipologia più adottata per superare le grandi luci.<ref>Nel solo ultimoperiodo decennio([[2000]]-[[2010]]) sono stati ultimati circa un centinaio di ponti strallati di oltre 400 m di luce, tra cui ben tre hanno superato i 1.000 m di luce massima</ref>
 
Due contributi teorici significativi furono presentati nel [[1971]] e nel [[1973]] rispettivamente al III e al IV Congresso [[Collegio dei tecnici dell'acciaio|C.T.A.]], ''le Giornate italiane della costruzione in acciaio'', fornendo i criteri di progettazione, di calcolo e di verifica di questa nuova concezione di ponti strallati e offrendo un primo modello di calcolo, in forma chiusa, delle sollecitazioni flessionali nell'impalcato utilizzando lo schema della trave su suolo elastico continuo alla Winkler.<ref>De Miranda F., Atti del III Congresso C.T.A, Alberobello [[1971]] e Atti del IV Congresso C.T.A., Sorrento [[1973]], oppure in ''Il ponte strallato, soluzione attuale al problema delle grandi luci'', in ''Costruzioni Metalliche'' n. 1/1971, e in ''Contributo allo studio dei ponti strallati'', in ''Costruzioni Metalliche'' n. 3/1974.</ref>