Benedetto Croce: differenze tra le versioni

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=== Il rapporto con la cultura cattolica ===
{{citazione|Pure filosofo quale sono [...] io stimo che il più profondo rivolgimento spirituale compiuto dall'umanità sia stato il cristianesimo, e il cristianesimo ho ricevuto e serbo, lievito perpetuo, nella mia anima» <ref>B. Croce, Maria Curtopassi, ''Dialogo su Dio: carteggio 1941-1952'', Archinto, 2007, p. 11. Il carteggio fra Croce e Maria Curtopassi è stato pubblicato presso la casa editrice Archinto da Giovanni Russo, autore anche della nota introduttiva (pp. 11-33).</ref>}}
Il rapporto di Croce con la cultura cattolica variò nel corso del tempo. Agli inizi del [[XX secolo|Novecento]] i filosofi idealisti, come Croce e [[Giovanni Gentile|Gentile]], avevano esercitato assieme alla cultura cattolica una comune critica al [[positivismo]] ottocentesco. Alla fine degli [[anni 1920|anni venti]] vi era stato un progressivo allontanamento della cultura laica e idealistica dalla cultura cattolica. Croce, pur non essendo un [[anticlericale]] militante, riteneva importante la separazione liberale tra Chiesa e Stato, propugnata da [[Cavour]].<ref name=Griffo>[http://www.loccidentale.it/node/8259 Maurizio Griffo, ''Il pensiero di Benedetto Croce tra religione e laicità'']</ref>