Ettore Tolomei: differenze tra le versioni
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Forte della sua esperienza internazionale, fu addetto alla direzione generale delle scuole italiane all'estero dal [[1901]] al [[1921]].
Nel [[1906]] si stabilì a [[Montagna (Italia)|Gleno di Montagna]], dove già i nonni avevano un fondo, e coi risparmi fatti nel tempo dell'insegnamento all'estero acquistò dalla famiglia Tiefenthaler il maso ''Thalerhof''<ref>già ''Lippen-'' o ''Schönhanslhof'', cfr. Rosa Stocker-Bassi; Georg Tengler, «Häuser- und Höfegeschichte», in Werner Thaler et. al. (a cura di), ''Montan'', vol. 2, Montagna, Fotolitho, 2003, p. 7-110. ISBN 88-8300-023-4 - a pag. 74-76 (con fotografia): ''KG Glen - BP 101 - EZ 38 I - Wohnhaus Nr. 59 Thaler - Theresian. Kataster Nr. 433'' ...''Thalerhof'' (perché dal 1750 al 1873 di proprietà dei Thaler, poi dei Tiefenthaler), già Lippenhof o anche Schönhanslhof.</ref> che venne ristrutturato in linea con lo stile neoclassico caro a Tolomei. Qui fondò la rivista
Dalle sue pagine Tolomei voleva dimostrare l'italianità della regione e dunque la necessità di porre il confine al [[Passo del Brennero|Brennero]]. Irredentista radicale, comprendeva anche l'importanza strategica dell'Alto Adige e l'opportunità di avanzare il confine italiano fino allo [[spartiacque]] [[alpi]]no. Perciò tacciò di rinunciatarietà i cosiddetti "salornisti" – come per esempio il socialista [[Leonida Bissolati]] –, i quali limitavano le rivendicazioni alla [[Chiusa di Salorno]]. La pubblicazione dell
Sempre nel [[1906]] cominciò la stesura del [[Prontuario dei nomi locali dell'Alto Adige|''Prontuario dei nomi locali dell'Alto Adige'']], pubblicato poi a Roma dalla Reale Società Geografica Italiana nel [[1916]]. Al contrario di come spesso viene affermato, la [[toponomastica dell'Alto Adige|toponomastica italiana dell'Alto Adige]] non è dunque opera fascista, infatti la stesura avvenne diversi anni prima dell'avvento di [[Mussolini]] al potere. Anche la realizzazione del programma tolomeiano non fu voluta dal fascismo, come spesso erroneamente si crede, ma dal governo democratico di [[Giovanni Giolitti]] che assegnò l'incarico al presidente dell'Istituto geografico italiano di rilevare ed elencare i toponimi italiani in Alto Adige. La redazione della toponomastica ufficiale fu dovuta ad una decisione del [[Governo Giolitti V]], perfezionata durante i governi Bonomi e Facta e portata a compimento con un regio decreto del marzo del [[1923]], quando il primo governo Mussolini si era instaurato da meno di 5 mesi.<ref>[[Camera dei Deputati]], [http://www.camera.it/410?idSeduta=0688&tipo=stenografico#sed0688.stenografico.tit00040.sub00070 Intendimenti del Governo in merito all'ipotesi di impugnazione della legge recentemente approvata dal consiglio provinciale di Bolzano in materia di toponomastica - n. 3-02483]'' cit.: G. Holzmann: «La toponomastica di lingua italiana è stata introdotta con un regio decreto del marzo del 1923: il fascismo era al potere da soltanto 5 mesi. Infatti, l'incarico venne dato al presidente dell'Istituto geografico italiano dal Governo Giolitti, che era un Governo democratico. Quindi, quando si parla di toponomastica fascista, si equivoca sul fatto che il primo decreto l'abbia introdotta durante l'avvento del fascismo, ma, in realtà, l'incarico era stato assegnato da un Governo democratico, di cui faceva parte proprio il Partito Popolare.»</ref>
=== Prima guerra mondiale tra gli alpini e carriera politica ===
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Tolomei possedeva un importante archivio a Gleno, che venne sequestrato dalle [[Schutzstaffel|SS]] (organizzazione culturale ''Ahnenerbe'') e scomparve dopo la guerra.<ref>Federico Scarano, Tra Mussolini e Hitler. Le opzioni dei sudtirolesi nella politica estera fascista, Franco Angeli, ISBN 978-88-204-0918-0, pag. 27</ref>
Scrisse le proprie
== Critiche ==
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Le proposte nazionaliste di Tolomei erano fortemente osteggiate e criticate da alcuni esponenti dell'Italia liberale, rappresentati nell'immediato dopoguerra soprattutto dal governatore [[Luigi Credaro]]. Solo con l'avvento del fascismo riuscì a far prevalere le sue opinioni, funzionali al programma sistematico di [[italianizzazione (fascismo)|italianizzazione]] del regime.
Oggigiorno viene considerato dalla maggioranza dei sudtirolesi di [[lingua tedesca]] come "il becchino del Sud-Tirolo" (''Totengräber Südtirols'');<ref>Gisela Framke, ''Im Kampf um Südtirol. Ettore Tolomei und das'' ''«Archivio per l'Alto Adige»,'' Tübingen,
Già [[Gaetano Salvemini]], in un suo pamphlet polemico scritto durante l'esilio in Francia, lo definì “il boia del Tirolo […] l'uomo che escogitò gli strumenti più raffinati per tormentare le minoranze nazionali in Italia. I suoi ammiratori gli attribuiscono il merito di aver ‘creato' l'Alto Adige e lui accetta senza riserve quella gloria.”<ref>Gaetano Salvemini, ''Mussolini diplomatico (1922-1932)'', Parigi, Éditions Contemporaines, 1932 (La Pleiade, III); rist. Bari, Laterza, 1952.</ref>
Lo storico [[Claus Gatterer]], nella sua monografia di riferimento sulle minoranze in Italia dopo la Grande Guerra, considera il Tolomei una «figura di terz'ordine», il cui «fanatismo [lo] rese uno scomodo compagno di strada anche per coloro che lo adoperavano».<ref>Claus Gatterer, ''In lotta contro Roma. Cittadini, minoranze e autonomie in Italia'', Traduzione di Umberto Gandini, Bolzano, Praxis 3, 1994,
== Onorificenze ==
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== Bibliografia ==
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* Sergio Benvenuti
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=== Fonti normative ===
* [[Regio decreto]] 29 marzo 1923, n. 800, [http://augusto.digitpa.gov.it/gazzette/index/download/id/1923099_PNC ''Lezione ufficiale dei nomi dei comuni e di altre località dei territori annessi''], convertito in [[legge]] 17 aprile 1925, n. 473.
▲* Baratter, Lorenzo (2005), ''Le Dolomiti del Terzo Reich'', Milano, Ugo Mursia Editore.
▲* Ferrandi, Maurizio (1986), ''Ettore Tolomei: l'uomo che inventò l'Alto Adige''. Trento: Publilux.
▲* {{de}} Framke, Gisela (1987), '' Im Kampf um Südtirol. Ettore Tolomei (1865-1952) und das ‚Archivio per l'Alto Adige'.'' Tübingen: M. Niemeyer. ISBN 3-484-82067-5.
▲* Benvenuti, Sergio; Hartungen, Christoph von (eds.) (1998), ''Ettore Tolomei (1865-1952). Un nazionalista di confine / Die Grenzen des Nationalismus.'' Trento: Museo Storico in Trento.
▲* {{en}} Steininger, Rolf (2003), ''South Tyrol: a minority conflict of the twentieth century.'' New Brunswick, N.J., U.S.A: Transaction Publishers. ISBN 0-7658-0800-5.
== Voci correlate ==
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