Arturo Toscanini: differenze tra le versioni

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Il 21 maggio [[1892]], al [[Teatro Dal Verme]] di Milano, diresse la prima di ''[[Pagliacci (opera)|Pagliacci]]'', di [[Ruggero Leoncavallo]]<ref name=":4" /><ref>{{Cita web|url=http://www.operamanager.com/cgi-bin/process.cgi?azione=ricerca&tipo=OP&id=1502|titolo=Opera Manager - Opera: Ruggero Leoncavallo Pagliacci|sito=www.operamanager.com|accesso=2017-05-18}}</ref>.
 
Nel [[1895]], nel nome di Wagner, avvenne l'esordio da direttore al [[Teatro Regio di Torino]], con il quale collaborò fino al [[1898]] e di cui, il 26 dicembre [[1905]], inaugurò la nuova sala con ''[[Sigfrido (opera)|Sigfrido]]''. Nel giugno 1898 iniziò a dirigere al Teatro alla Scala (fino al [[1903]] e nel [[1906]]/[[1907]]), col duca [[Guido Visconti di Modrone (senatore)|Guido Visconti di Modrone]] come direttore stabile, il librettista e compositore [[Arrigo Boito]] vice-direttore e [[Giulio Gatti Casazza]] amministratore. Toscanini divenne il direttore artistico del teatro milanese e, sulla scia delle [[Innovazione|innovazioni]] portate dal suo idolo Richard Wagner, si adoperò per riformare il modo di rappresentare l'opera, ottenendo nel [[1901]] quello che ai tempi era il sistema di illuminazione scenica più moderno e nel 1907 la [[Golfo mistico|fossa per l'orchestra]]<ref>{{Cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/unita/MIUD02C2AE/|titolo=Teatro alla Scala: bozza per pubblicazione, vignette satiriche sui lavori di abbassamento della fossa dell'orchestra, ante 1977 – Archivi storici – Lombardia Beni Culturali|autore=Codex, Pavia (IT) - http://www.codexcoop.it|sito=www.lombardiabeniculturali.it|lingua=it|accesso=2017-05-18}}</ref>; pretese inoltre che le luci in sala venissero spente durante la rappresentazione, proibì l'ingresso agli spettatori ritardatari, vietò alle signore di tenere in testa il [[Copricapo|cappello]] e tolse di mezzo i bis; ciò creò non poco scompiglio, dato che i più consideravano il teatro d'opera anche come un luogo di ritrovo, per chiacchiere e far mostra di sé<ref name=":4" /><ref name=":7" />. Come scrisse il suo biografo [[Harvey Sachs]]: "''egli credeva che una rappresentazione non potesse essere artisticamente riuscita finché non si fosse stabilita una un'unità di intenti tra tutti i componenti: cantanti, orchestra, coro, messa in scena, ambientazione e costumi''". Il 26 febbraio 1901, in occasione della traslazione delle salme di Giuseppe Verdi e di [[Giuseppina Strepponi]] dal [[Cimitero Monumentale di Milano]] a [[Casa Verdi]], diresse 120 strumentisti e circa 900 voci nel ''[[Va, pensiero]]'', che non compariva alla Scala da vent'anni.
Nel [[1908]] si dimise dalla Scala e dal 7 febbraio fu invitato a dirigere presso il [[Metropolitan Opera House|teatro Metropolitan]] di New York, venendo molto contestato per la sua decisione di abbandonare l'Italia. Proprio durante tale esperienza Toscanini comincerà a considerare gli [[Stati Uniti]] come la sua seconda [[patria]]<ref name=":7" />.
[[File:Toscanini poster.jpg|thumb|upright=1.0|Poster di un [[concerto]] dell'[[Orchestra del Teatro alla Scala]] da lui diretto]]
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Il 14 maggio 1931, trovandosi a [[Bologna]] per dirigere al [[Teatro Comunale (Bologna)|Teatro Comunale]] un [[concerto]] della locale orchestra in commemorazione di [[Giuseppe Martucci]], si era rifiutato in partenza di eseguire come introduzione gli [[Inno|inni]] [[Giovinezza (inno)|''Giovinezza'']] e ''[[Marcia Reale]]'', al cospetto di [[Leandro Arpinati]], [[Costanzo Ciano]] e di vari [[Gerarca|gerarchi]]; dopo lunghe [[Negoziazione|negoziazioni]], che il Maestro non aveva accettato, si arrivò alla defezione di Arpinati e Ciano, e alla perdita di ufficialità del concerto, e di conseguenza alla non necessità di esecuzione degli inni; ma Toscanini, al suo arrivo in macchina al teatro in compagnia della figlia Wally, proveniente dall'hotel e in ritardo a causa delle negoziazioni, venne, appena sceso, circondato e aggredito da un folto gruppo di fascisti, fortemente schiaffeggiato sulla guancia sinistra si presume dalla [[camicia nera]] Guglielmo Montani, e colpito da una serie di pugni a viso e collo; fu messo in salvo dal suo autista che lo spinse in macchina, affrontò brevemente gli aggressori e poi ripartì; il gruppo di fascisti giunse poi all'hotel e intimò a Toscanini di andarsene immediatamente; verso le ore 2 della notte, dopo aver dettato un durissimo [[telegramma]] di protesta a Mussolini in persona in cui denunciava di essere stato aggredito da “''una masnada inqualificabile''” (telegramma che non avrà risposta), avendo persino rifiutato di farsi vistare da un medico, partì in macchina da Bologna diretto a Milano, mentre organismi fascisti si preoccupavano che la stampa sia italiana che estera non informasse dell'accaduto. Da quel momento Toscanini visse principalmente a New York; per qualche anno tornò regolarmente a dirigere in Europa ma non in Italia, nella quale tornerà a dirigere solamente alla fine del fascismo e della [[Seconda guerra mondiale]]<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=https://storiedimenticate.wordpress.com/2012/05/14/lo-schiaffo-a-toscanini/|titolo=Lo schiaffo a Toscanini|autore=Author Com, ante Lupo|sito=STORIE DIMENTICATE|data=2012-05-14|accesso=2017-05-17}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/solferino/montanelli/01-02-09/02.spm|titolo=Corriere della Sera - Lo schiaffo a Toscanini|sito=www.corriere.it|accesso=2017-05-17}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|autore=|url=http://www.radiocittadelcapo.it/archives/quello-schiaffo-a-toscanini-che-bologna-non-dimentica-162144/|titolo=Quello schiaffo a Toscanini che Bologna non dimentica {{!}} Radio Città del Capo|pubblicazione=Radio Città del Capo|data=|accesso=2017-05-17}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/05/16/toscanini-la-verita-sul-famoso-schiaffo.html|titolo=TOSCANINI, LA VERITA' SUL FAMOSO SCHIAFFO - la Repubblica.it|pubblicazione=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2017-05-17}}</ref>.
[[File:Arturo Toscanini2.jpg|thumb|Il Maestro nel [[1934]]]]
Nel [[1933]] infranse i rapporti anche con la [[Germania nazista]], rispondendo con un rifiuto duro e diretto a un invito personale di [[Adolf Hitler]] a quello che sarebbe stato il suo terzo Festival di Bayreuth<ref>{{Cita libro|nome=Kenneth A.|cognome=Christensen|titolo=The Toscanini Mystique: The Genius Behind the Music|url=https://books.google.it/books?id=NXVNBQAAQBAJ&pg=PT278&lpg=PT278&dq=toscanini+bayreuth+1933&source=bl&ots=jWG_FfPkpN&sig=D6JL9SDzEdSUwEGDUCM9ldsCoco&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwju-PiWwvfTAhUGblAKHfucC7wQ6AEITjAI#v=onepage&q=toscanini%20bayreuth%201933&f=false|accesso=2017-05-17|data=2014-10-31|editore=Xlibris Corporation|lingua=en|ISBN=9781493190683}}</ref>. Le sue idee lo portarono fino in [[Palestina]], dove il 26 dicembre 1936 fu chiamato a [[Tel Aviv]] per il concerto inaugurale dell'Orchestra Filarmonica di Palestina (ora [[Orchestra filarmonica d'Israele|Orchestra Filarmonica d'Israele]]), destinata ad accogliere e a dare lavoro ai musicisti ebrei europei in fuga dal [[Nazionalsocialismo|nazismo]], e che diresse gratuitamente<ref name=":2">{{Cita libro|nome=Mario|cognome=Avagliano|nome2=Marco|cognome2=Palmieri|titolo=Di pura razza italiana|url=https://books.google.fr/books?id=Pn6ZBQAAQBAJ&pg=PT83&lpg=PT83&dq=toscanini+casa+lavoro+ebrei&source=bl&ots=1FgQbywJxP&sig=j60H1nXHFTQRmovQvwvW3mtABrg&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjh-I2AxffTAhXEWBoKHS3ICqYQ6AEILDAC#v=onepage&q=toscanini%20casa%20lavoro%20ebrei&f=false|accesso=2017-05-17|data=2013-11-20|editore=Baldini & Castoldi|lingua=en|ISBN=9788868656218}}</ref>. Nel [[1938]], dopo l'[[Anschluss|annessione dell'Austria]] da parte della Germania, abbandonò anche il Festival di Salisburgo, nonostante fosse stato caldamente invitato a rimanere. Nello stesso anno inaugurò il Festival di [[Lucerna]] (per l'occasione molti, soprattutto [[Antifascismo|antifascisti]], vi andarono dall'Italia per seguire i suoi concerti); inoltre, quando anche il governo italiano, in linea con l'alleato tedesco, adottò una politica [[Antisemitismo|antisemita]] promulgando le [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali del 1938]], Toscanini mandò su tutte le furie Mussolini definendole, in una un'intercettazione telefonica che gli causò un nuovo temporaneo ritiro del passaporto, "''roba da [[medioevo]]''"; ribadì inoltre in una lettera all'amante [[pianista]] [[Ada Colleoni]]: "''maledetti siano l'[[asse Roma-Berlino]] e la pestilenziale atmosfera mussoliniana''"<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=http://www.finanzaonline.com/forum/l-amaca/1396926-uomo-donna-il-grande-spettacolo-dopo-il-big-bang-94.html|titolo=Uomo + Donna = Il + grande spettacolo dopo il big bang - Pagina 94|sito=www.finanzaonline.com|lingua=it|accesso=2017-05-17}}</ref>.
 
L'[[1939|anno successivo]], anche a seguito della sempre più dilagante persecuzione razziale, abbandonò totalmente l'Europa per gli Stati Uniti d'America.
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Durante la Seconda guerra mondiale diresse esclusivamente concerti di beneficenza a favore delle forze armate statunitensi e della [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|Croce Rossa]], riuscendo a raccogliere ingenti somme di danaro. Si adoperò anche alla realizzazione di un filmato propagandistico nel quale dirigeva due composizioni di Giuseppe Verdi dall'alto valore simbolico: l'[[ouverture]] della ''[[La forza del destino|Forza del destino]]'' e l<nowiki>'</nowiki>''[[Inno delle Nazioni]]'', da lui modificato variando in chiave antifascista l'''[[Inno di Garibaldi]]'' e inserendovi l'inno nazionale statunitense e ''[[L'Internazionale (inno)|L'Internazionale]]''. Nel [[1943]] il Teatro alla Scala, sui cui muri esterni figuravano scritte quali "''Lunga vita a Toscanini''" e "''Ritorni Toscanini''", venne parzialmente distrutto durante un violento [[bombardamento]] da parte di [[Bombardiere|aerei]] [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]]. La ricostruzione avvenne in tempi rapidi, grazie anche alle ingenti donazioni versate dal Maestro.
 
Il 13 settembre 1943 la [[rivista]] statunitense ''[[Life (periodico)|Life]] ''pubblicò un lungo articolo di Arturo Toscanini col titolo "''Appello al Popolo d’America''". L’articolo era in precedenza un’accorata lettera privata di Toscanini al [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente]] [[Franklin Delano Roosevelt]]. "''Le assicuro, caro presidente,'', - scrive Toscanini - ''che persevero nella causa della libertà la cosa più bella cui aspira l’umanità (...) chiediamo agli Alleati di consentire ai nostri volontari di combattere contro gli odiati nazisti sotto la bandiera italiana e in condizioni sostanzialmente simili a quelle dei Free French. Solo in questo modo noi italiani possiamo concepire la resa incondizionata delle nostre forze armate senza ledere il nostro senso dell’onore. (...)''"
 
=== Il ritorno ===
[[File:Toscanini4.jpg|thumb|Nel secondo dopoguerra]]
 
Nel [[1946]] Toscanini, settantanovenne, ritornò in Italia per dirigere lo storico concerto di riapertura del Teatro alla Scala, ricordato come il concerto della liberazione, dedicato in gran parte all'[[opera italiana]], e probabilmente per [[Nascita della Repubblica Italiana|votare a favore della Repubblica]]. Quella sera dell'11 maggio il teatro si riempì fino all'impossibile; il programma vide l'ouverture de ''[[La gazza ladra]]'' di [[Gioachino Rossini|Rossini]], il coro dell'''[[Imeneo (Händel)|Imeneo]]'' di [[Georg Friedrich Händel|Händel]], il Pas de six e la Marcia dei Soldati dal ''[[Guglielmo Tell (opera)|Guglielmo Tell]]'' di Rossini, la preghiera dal ''[[Mosè in Egitto]]'' sempre di Rossini, l'ouverture e il coro degli ebrei del ''[[Nabucco]]'' di Verdi, l'ouverture de ''[[I vespri siciliani]]'' e il ''[[Te Deum]]'' sempre di Verdi, l'intermezzo ede alcuni estratti dall'atto III di ''[[Manon Lescaut]]'' di Puccini, il prologo ede alcune arie dal ''[[Mefistofele (opera)|Mefistofele]]'' di Boito. In quell'occasione esordì alla Scala [[Renata Tebaldi]], definita da Toscanini "voce d'angelo".
 
Diresse ancora alla Scala il concerto commemorativo di Arrigo Boito, comprendente la ''[[Nona sinfonia di Beethoven]]'', nel [[1948]]; inoltre la ''[[Messa di requiem (Verdi)|Messa di requiem]]'' di Verdi nel [[1950]] e, come ultima volta, un concerto dedicato a Wagner nel settembre [[1952]].
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* ''[[La bohème]]'', di [[Giacomo Puccini]] – Torino, 1º febbraio 1896
* ''[[Forza d'Amore]]'', di [[Arturo Buzzi-Peccia]] – Torino, 6 marzo 1897
* ''[[La Camargo]],'', di [[Enrico De Leva]] – Torino, 2 marzo 1898
* ''[[Anton (opera)|Anton]]'', di [[Cesare Galeotti]] – Milano, 7 dicembre 1900
* ''[[Zazà (opera)|Zazà]]'', di Ruggero Leoncavallo – Milano, 10 novembre 1900
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* ''[[Debora e Jaele]]'', di [[Ildebrando Pizzetti]] – Milano, 16 dicembre 1922
* ''[[Nerone (Boito)|Nerone]]'', di [[Arrigo Boito]] (completata da [[Vincenzo Tommasini (compositore)|Vincenzo Tommasini]] e da Toscanini stesso) – Milano, 1º maggio 1924
* ''[[La cena delle beffe (opera)|La cena delle beffe]],'', di Umberto Giordano – Milano, 20 dicembre 1924
* ''[[I cavalieri di Ekebù]]'', di [[Riccardo Zandonai]] – Milano, 7 marzo 1925
* ''[[Turandot]]'', di Giacomo Puccini – Milano, 25 aprile 1926
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* L'[[Auditorium Rai di Torino]], sede dell'[[Orchestra sinfonica nazionale della RAI|Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai]], e il [[ridotto]] dei [[Palco (teatro)|palchi]] del Teatro alla Scala portano il nome di Arturo Toscanini.
* Era a lui intitolata anche la [[Piccola Scala]], situata a fianco all'omonimo teatro e demolita negli [[anni 2000]].
* Durante una prova al Metropolitan con il soprano Geraldine Farrar, Toscanini la interruppe per farle un'osservazione ede allora la cantante gli disse: "''Maestro, si ricordi che io sono una stella!''". Lui rispose (indicando se stesso): "''E lei si ricordi che quando il sole splende le stelle non si vedono!''".
* Era un appassionato intenditore e collezionista d'[[Pittura|arte]], nonché conoscente o amico di molti [[Pittore|pittori]]; secondo il nipote Walfredo (figlio di Walter e di Cia Fornaroli) solo la sua collezione nella casa milanese di via Durini poteva arrivare a contare anche fino a 200 quadri<ref name=":9" />.
 
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{{Portale|biografie|musica classica}}
 
[[Categoria:Senatori a vita italiani|Toscanini, Arturo]]
[[Categoria:Richard Wagner|Toscanini, Arturo]]
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