Beretta MAB 38: differenze tra le versioni

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==Storia==
Le radici del MAB vanno ricercate nei moschetti automatici prodotti dalla [[Fabbrica d'Armi Pietro Beretta|Beretta]] nel 1918 e nel 1930, e che, pur non essendo stati adottati dalle Forze Armate deldal [[Regno d'Italia (1861-1946)|RegnoRegio d'ItaliaEsercito]], avevano mostrato ottime caratteristiche generali, per cui l'azienda di [[Gardone Val Trompia]] credeva fermamente nella validità del progetto. Inoltre, il mercato degli anni '30 richiedeva insistentemente delle armi di questa categoria, e i vari [[MP28]], [[MP 34|MP34]] tedeschi, oltre ai [[Thompson Submachine Gun|Thompson M1928]] statunitensi erano molto venduti.
 
Il MAB 1938 fu progettato e disegnato dall'ingegner [[Tullio Marengoni]] tra il 1935 e il 1937 ed entrò in produzione nel [[1938]]. Primo e più importante acquirente dell'arma fu il Ministero delle Colonie che equipaggiò con esso la [[Polizia dell'Africa Italiana]], tanto che nel maggio [[1939]] il sopra citato ministero ne aveva ordinati già 2000 esemplari all'azienda di [[Gardone Val Trompia]]. Contemporaneamente, ne fu iniziato l'acquisto anche dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza del [[Ministero dell'Interno]] per potenziare l'armamento dell'allora [[PoliziaCorpo didelle Stato|Regio corpo degli agentiguardie di pubblica sicurezza]].
 
Benché già presentato con successo nel giugno del 1938 alle autorità militari e nonostante fosse stato subito omologato dall'Ispettorato di Artiglieria del [[Regio Esercito]], non fu adottato altrettanto velocemente e si decise di introdurlo in servizio solo nel dicembre del [[1941]]. In effetti i vertici militari italiani dell'epoca non consideravano il MAB 38 adatto al combattimento di fanteria a causa della scarsa gittata della munizione da 9mm, e ne ordinarono solo pochi esemplari da destinare a reparti speciali, ai Reali Carabinieri e di polizia. Il Regio Esercito richiese inoltre delle modifiche all'arma, in particolare l'eliminazione della baionetta e la modifica del compensatore di volata, dando così vita al modello MAB 1938A (''vedi sotto''). L'esercito fu seguito dalla [[Regia Marina]] che ne armò il personale del [[Battaglione Nuotatori-Paracadutisti|Battaglione "NP" (Nuotatori Paracadutisti)]] e dalla [[Regia Aeronautica]] che ne consegnò pochi esemplari al suo [[Arditi distruttori della Regia Aeronautica|Battaglione "ADRA" (Arditi Distruttori Regia Aeronautica)]].
 
A causa del lento ritmo di produzione iniziale l'arma rimase poco diffusa nel [[Regio Esercito Italiano]]. Solo nel 1943, parallelamente alla [[ordine del giorno Grandi|caduta di Mussolini]] e alla [[fuga del re Vittorio Emanuele III]] ed i suoi congiunti in Puglia, vennero raggiunte quote di produzione significative. Per questo motivo il mitra venne utilizzato soprattutto dalle forze della ''[[Repubblica Sociale Italiana]]'' e, conseguentemente, cadde spesso nelle mani dei [[partigiani]] della [[resistenza italiana]].