San Girolamo: differenze tra le versioni

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Esistono due iconografie principali di Girolamo: una con l'abito cardinalizio e con il libro della ''Vulgata'' in mano, oppure intento nello studio della Scrittura. Un'altra nel deserto, o nella grotta di [[Betlemme]], dove si era ritirato sia per vivere la sua vocazione da eremita sia per attendere alla traduzione della Bibbia, in questo secondo caso viene mostrato senza l'abito e con il [[galero]] (cappello) cardinalizio gettato in terra a simbolo della sua rinuncia agli onori. Spesso si vedono il leone cui tolse la spina dal piede, un crocifisso a cui rivolgere l'adorazione, un teschio come simbolo di penitenza o la pietra con cui era solito battersi il petto.
 
A Firenze è presente un'iconografia di San Girolamo penitente in piedi, in logora veste bianca, che si batte il petto con un sasso. Di quest'iconografia - si veda anche l'[[Trinità e santi|affresco]] di [[Andrea del Castagno]] presso la [[basilica della Santissima Annunziata]] - , è assai significativa la scultura in terracotta di un anonimo plastificatore fiorentino (circa 1454) presso l'[[Loggia dei Servi di Maria|Oratorio di San Girolamo e San Francesco Poverino]] ([[Antonio del Pollaiolo]]? Andrea del Castagno?) di cui è da sottolineare il nervosismo degli arti e la tragicità del volto.
 
Sebbene l'abito rosso da [[cardinale]] sia stato molto usato nelle rappresentazioni pittoriche del santo, non è storicamente possibile che egli sia stato cardinale, poiché l'istituzione è altomedievale.