Wallāda non sembra aver subito alcuna persecuzione dopo la caduta degli Omayyadi di Cordova. Mantenne il suo status di principessa come prima e continuò a tenere incontri nei suoi salotti letterari (''Majālis al-adab''), dove si incontravano poeti, filosofi e intellettuali. Si occupava anche dell'educazione delle ragazze nobili.
Wallāda rappresentava l'ideale di bellezza del tempo: era morabionda, ,aveva deila lunghipelle capelli mossichiara e gli occhi molto scuri azzurri,<ref>Fatto non inconsueto in al-Andalus, dove i Califfi contraevano spesso nozze con donne iberiche, oltre che con arabe e berbere.</ref> oltre a essere intelligente, colta e orgogliosa. Camminava in pubblico senza velo, indossava tuniche semi-trasparenti con sopra ricamati i versi delle sue poesie. Il suo comportamento fu considerato dalle autorità religiose locali come perverso e venne criticato molto duramente, ma ebbe anche numerose persone che presero le sue difese, come il teologo [[Ibn Hazm|Ibn Ḥazm]], il celebre autore de ''[[Il collare della colomba]]''. Una consuetudine cordovana del tempo era la competizione tra i poeti. Wallāda ottenne il riconoscimento per la sua bravura, nonostante fosse una donna, in quella che era una competizione quasi interamente maschile.