Campo di sterminio: differenze tra le versioni

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La fase successiva della "catena" era il discorso di benvenuto congegnato per prolungare le illusioni e tranquillizzare le vittime; a [[campo di sterminio di Bełżec|Bełżec]], nei primi tempi, lo stesso Wirth pronunciava il discorso, mentre successivamente il ruolo venne assunto da uomini delle SS preparati a pronunciare parole rassicuranti; a [[campo di sterminio di Sobibór|Sobibór]] in genere parlava il sergente [[Hermann Michel]], che, vestito di bianco per sembrare un medico, era soprannominato il Predicatore per la sua abilità di inganno<ref>AA.VV., ''Il Terzo Reich. Macchina di morte'', pp. 112-114.</ref>. Ad Auschwitz, dopo la fase iniziale caratterizzata da violenza e disordine, dal 1943 i discorsi ingannevoli furono tenuti dagli ufficiali SS [[Hans Aumeier]], [[Maximilian Grabner]] o [[Franz Hössler]]<ref>R.Hilberg, ''La distruzione degli ebrei d'Europa'', p. 1074.</ref>.
 
A questo punto gli uomini e le donne venivano separati e condotti in baracche per svestirsi prima delle "docce"; si cercava ancora di mantenere l'inganno esortando le vittime a disporre ordinatamente gli abiti e a raccogliere in appositi contenitori effetti personali, denaro, gioielli, orologi, anelli<ref>AA.VV., ''Il Terzo Reich. Macchina di morte'', p. 114.</ref>. Nei campi della ''Aktion Reinhard'' le deportate e i ragazzi venivano rasati completamente con il pretesto di prevenire infestazioni di parassiti, mentre sembra che ad Auschwitz i capelli non venivanovenissero tagliati ma eranofossero prelevati sui cadaveri dopo le gasazioni<ref name="R.Hilberg, 1077">R.Hilberg, ''La distruzione degli ebrei d'Europa'', p. 1077.</ref>. La procedura veniva quindi velocizzata al massimo nell'ultima fase per paralizzare le vittime che potevano prendere finalmente coscienza della situazione; gli ebrei, completamente nudi, venivano incanalati con violenza nel "cunicolo", lo stretto percorso che conduceva alle camere a gas, in file di cinque con gli uomini davanti, preceduti da una SS e le donne dietro, seguite da guardie ucraine con fruste, bastoni e baionette. Le vittime erano costrette a percorrere di corsa con le mani in alto la cosiddetta "strada per il Paradiso" fino all'edificio della camera a gas, identificato con il cartello "locale doccia e inalazioni" dove, ormai in preda al terrore, alla disperazione o a rassegnato fatalismo, dovevano attendere il loro turno di entrata nella sala di annientamento<ref>AA.VV., ''Il Terzo Reich. Macchina di morte'', pp. 114-115.</ref>.
 
Gli ebrei venivano ammassati brutalmente all'interno della camera a gas, stipati al massimo, quindi le porte venivano ermeticamente chiuse; le vittime si accorgevano delle finte docce, alcuni urlavano o piangevano, altri pregavano. Dopo lo spegnimento di tutte le luci, nei campi della ''Aktion Reinhard'' l'addetto all'accensione del motore dava il via, su preciso ordine, alla gasazione; a [[Treblinka]] il compito spettava a una guardia ucraina, mentre a [[Campo di sterminio di Bełżec|Bełżec]] al sergente [[Lorenz Hackenholt]]<ref>AA.VV., ''Il Terzo Reich. Macchina di morte'', p. 115.</ref>. L'operazione di sterminio poteva essere piuttosto lenta e durare anche trenta o quaranta minuti, mentre ad Auschwitz la procedura era più efficiente. Dopo lo spegnimento delle luci all'interno della camera a gas, arrivava un autocarro con le insegne della Croce Rossa che trasportava lo Zyklon B; SS equipaggiati con [[maschere antigas]] (i "disinfestatori") aprivano i contenitori del gas e, dopo l'ordine dell'addetto, sergente maggiore [[Otto Moll]], versavano i cristalli. Lo Zyklon B veniva immesso, nel quantitativo letale di un milligrammo per ogni chilo di peso, attraverso botole nascoste in strutture di cemento a fungo presenti nella terrazza erbosa che copriva il soffitto dell'edificio; i cristalli scendevano all'interno di pilastri perforati lateralmente che arrivavano fino alle pareti delle stanze<ref>AA.VV., ''Il Terzo Reich. Macchina di morte'', pp. 154-155.</ref>. A contatto con l'aria i cristalli si trasformavano in gas che fuoriusciva dai fori dei pilastri e invadeva la stanza; la gasazione durava tra i cinque e i quindici minuti ed era accuratamente controllata dallo ''Untersturmführer'' Grabner, mentre all'interno tra urla, terrore e impossibili tentativi di sfuggire al gas, si consumava l'annientamento delle vittime<ref>R.Hilberg, ''La distruzione degli ebrei d'Europa'', p. 1076.</ref>.