Il pianeta delle scimmie (romanzo): differenze tra le versioni

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{{citazione|Jinn e Phyllis stavano passando delle meravigliose vacanze nello spazio, il più lontano possibile dagli astri abitati. In quel tempo i viaggi interplanetari erano all'ordine del giorno|Incipit de “''Il pianeta delle scimmie''”}}
 
L'autore introduce la storia attraverso una breve [[prolusione]]: in un contesto futuristico e alieno, Jinn e Phyllis, una coppia di facoltosi e sfaccendati turisti, conducono la loro navicella per lo spazio in una romantica gita intersiderale; durante questa crociera Phyllis nota una bottiglia fluttuante senza meta all'esterno dell'abitacolo. Acciuffato il recipiente, Jinn, esperto in lingue, comin potevano neanche [[Parola|parlare]], [[Sorriso|sorridere]] o [[Gesto|gesticolare]], pena un irrazionale terrore colpivacomincia la moltitudine sororiana. Mérou passò la notte con Nova, abbracciato in una tana. La mattina seguente vennero svegliati da colpi di [[fucile]] e [[Tamburo|tamburi]]: una battuta di [[caccia]] in cui, come poterono notare, le prede erano gli uomini e i cacciatori dei gorilla vestiti da caccia. Durante questa inusuale azione venatoria, Arturo Levain, impazzito per le disavventure, rimase vittima dei fucili, mentre Mérou, perso di vista il prof. Antelle, venne catturato. Portato in una specie di campo base, ai suoi occhi comparve uno spettacololettura del tutto singolare: vari gorilla e scimpanzé, vestiti in modo “umano”, mostravano alle loro donne le prede. Il giornalista venne portato in una città e rinchiuso in una gabbia di quellomanoscritto che lui riconobbe come un centro di ricerche scientifiche; con sua grande gioia nella gabbia accanto venne posta Nova, con cui era riuscito ad instaurare, seppur attraverso gesti animali, le basivi ditrovano unal primitivosuo rapportointerno.
==== La storia ====
{{citazione|Eravamo immersi in un’avventura mille volte più straordinaria di quella dei primi navigatori terrestri, e volevamo preparare lo spirito ad affrontare le strane sorprese che hanno acceso la fantasia di parecchie generazioni di poeti a proposito delle spedizioni intersiderali. }}
L'[[io narrante]] e il [[protagonista]] della storia è Ulisse Mérou, [[Giornalismo|giornalista]] [[Francia|francese]] nato nel [[XXVI secolo]]. La sua narrazione comincia con il proposito che lo spinge a scrivere le sue avventure, lo scongiuramento di uno “''spaventoso flagello che minaccia la razza umana''”. Mérou racconta che nell'anno 2500 era stato invitato dal suo buon amico il professor Antelle, geniale scienziato di fama mondiale, a seguirlo in un'avventura pionieristica sul suo vascello spaziale, costruito con lo scopo di raggiungere un pianeta extrasolare; il [[Sistema planetario|sistema astrale]] prescelto fu quello di [[Betelgeuse]], una stella distante circa trecento [[anni luce]] dalla [[Terra]]. Oltre allo studioso e al giornalista, incaricato di raccontare gli avvenimenti, vi sono Arturo Levain, il giovane [[Fisica|fisico]] discepolo di Antelle, ed Ettore, un piccolo e allegro [[scimpanzé]], oltre a varie specie vegetali ed animali.
 
Il viaggio dura all'incirca due anni e, giunti in prossimità di Betelgeuse, i tre uomini scelgono come primo obbiettivo e punto di sbarco un pianeta del tutto simile alla Terra, salvo ovviamente la conformazione fisica dei [[continenti]] e una [[temperatura]] leggermente più alta, ma del tutto sopportabile. I tre, lasciato il mezzo principale a orbitare intorno al pianeta, ribattezzato dagli stessi ''Soror'', approdarono insieme ad Ettore con una navicella più piccola, una [[scialuppa]], sul nuovo mondo. Durante il progressivo avvicinamento riuscirono a scorgere nitidamente una [[città]] artificiale, costruita dagli abitanti di Soror, ma Antelle preferì attraccare in un luogo più appartato, ma abbastanza vicino da poter raggiungere la città agevolmente; scesi dall'imbarcazione, gli astronauti trovarono un [[ambiente naturale|ambiente]] del tutto simile a quello terrestre, con [[fauna]] e [[flora]] simili a quelle di un paese esotico terrestre. Addentrandosi in una foresta vicina al punto di sbarco il gruppo scorge un [[lago]], e con loro grande stupore, un'orma umana femminile. Tuffatisi nel lago per rinfrescarsi, i tre vennero fulminati dall'apparizione di una donna bellissima, nuda, che li osservava dall'alto della cascata; con qualche accorgimento riescono a farla avvicinare e notano nel suo sguardo e nel suo comportamento una mancanza di raziocinio e di umanità che li lascia sbalorditi: una donna allo stato animalesco. L'alone di mistero che circondava questa donna aumentò quando, con la comparsa di Ettore, terrorizzata dalla presenza della scimmiotta inizia a ringhiare e lo uccide a mani nude. Passata la notte sulla navicella, la mattina ritornano sul luogo dove incontrarono la donna, ma stavolta questa non era sola: insieme a lei molti altri uomini e donne, tutti nudi e con lo stesso atteggiamento animalesco di Nova, la bellissima ragazza che venne così battezzata da Ulisse Mérou. I tre uomini notarono che questi uomini sororiani erano terrorizzati da qualsiasi oggetto artificiale, infatti quando li avvicinarono, vennero spogliati e vennero distrutti sia i loro vestiti sia la loro navicella. Un'altra paura di questa tribù era l'atteggiamento ”umano”: i tre astronauti, ormai prigionieri di questa gente, vennero scortati in una radura dove vi erano solo delle semplici tane costituite da ramoscelli e buche nel terreno dove dormire; nessun segno di civiltà, i tre uomini non potevano neanche [[Parola|parlare]], [[Sorriso|sorridere]] o [[Gesto|gesticolare]], pena un irrazionale terrore colpiva la moltitudine sororiana. Mérou passò la notte con Nova, abbracciato in una tana. La mattina seguente vennero svegliati da colpi di [[fucile]] e [[Tamburo|tamburi]]: una battuta di [[caccia]] in cui, come poterono notare, le prede erano gli uomini e i cacciatori dei gorilla vestiti da caccia. Durante questa inusuale azione venatoria, Arturo Levain, impazzito per le disavventure, rimase vittima dei fucili, mentre Mérou, perso di vista il prof. Antelle, venne catturato. Portato in una specie di campo base, ai suoi occhi comparve uno spettacolo del tutto singolare: vari gorilla e scimpanzé, vestiti in modo “umano”, mostravano alle loro donne le prede. Il giornalista venne portato in una città e rinchiuso in una gabbia di quello che lui riconobbe come un centro di ricerche scientifiche; con sua grande gioia nella gabbia accanto venne posta Nova, con cui era riuscito ad instaurare, seppur attraverso gesti animali, le basi di un primitivo rapporto.
 
Gli uomini, rinchiusi nelle gabbie di quella stanza, vennero sottoposti da due gorilla, che in seguito si scoprirà essere due inservienti del laboratorio, ad una serie di esperimenti scientifici con cui Mérou, cercando in vari modi di comunicare e dimostrare la sua superiorità, riuscì a farsi notare dai due scimmioni. La sua unicità venne fatta notare alla scienziata a capo del reparto, una graziosa scimpanzé di nome Zira. Mérou riuscì ad attirare l'attenzione della scimpanzé sulla sua vivacità intellettuale, incuriosendola e riuscendo a venire sottoposto all'esame di [[Dr. Zaius|Zaius]], un orang-utan a capo del laboratorio; nonostante gli sforzi dell'uomo però, Zaius non si convince e attribuisce la parola e la mimica ad un esperimento precedente o comunque ad un'opera di ammaestramento. Continuò quindi ad essere sottoposto ai test scientifici e, per una ricerca sul comportamento sessuale in cattività, gli venne affiancata in gabbia Nova.
 
=== Parte seconda ===
{{citazione| Illustrissimo signor presidente, nobili gorilla, sapienti orangutan, arguti scimpanzé, scimmie tutte! Permettete che un uomo si rivolga a voi. So che il mio aspetto è grottesco, la mia forma ributtante, il mio profilo bestiale, infetto il mio odore e ripugnante il colore della mia pelle}}
Mérou viveva in condizioni privilegiate rispetto alle altre cavie, privilegi che ricadevano anche su Nova, con cui aveva ormai un rapporto affettivo, ma purtroppo basato solo sulla fisicità, sebbene Nova continuava a mostrare piccolissimi miglioramenti intellettuali. Durante le sempre più frequenti visite a cui veniva sottoposto da Zira, Ulisse venne folgorato da un'idea che gli concesse la fiducia della scienziata: avvicinatosi a Zira riuscì ad appropriarsi della penna e della cartelletta su cui cominciò a disegnare e scrivere, riuscendo a far comprendere il suo stato e la sua origine. Zira con grandissimo stupore comprese, ma lo pregò di non esporsi più a Zaion. Cominciò un rapporto di amicizia fra l'uomo e la scimpanzé, rapporto in cui lui le insegnò il francese e lei le passò segretamente libri attraverso cui poté imparare la lingua, la storia e la cultura scimmiesca. Tempo dopo Zira acconsentì ad accompagnarlo fuori dall'”Istituto di Alti Studi Biologici” e condurlo a fare un giro in città; il giro si concluse in un parco dove lei le espone il suo piano per rendergli la libertà e poter dimostrare al Mondo la sua origine aliena. In questo piano venne coinvolto anche Cornelius, il fidanzato di Zira e grande scienziato, le cui conoscenze e i cui contatti permisero lo svolgimento del piano. Le uscite per incontrare Cornelius aumentarono, ed in una di queste gite Ulisse convinse la coppia di scienziati a portarlo in uno zoo dove, fra i molti animali, vide con suo enorme dispiacere il prof. Antelle, ridotto a bestia irrazionale, con lo stesso sguardo privo di spirito che caratterizza gli uomini di Soror; ogni tentativo di comunicazione che fece con lui risultò vano.
Giunto il giorno prescelto per l'annuncio, Ulisse fu condotto al congresso scientifico che si svolgeva in un enorme anfiteatro dove, davanti ad un pubblico composto dalle più importanti cariche della civiltà scimmiesca, Mérou espose loro la sua storia; Ulisse fu riconosciuto per ciò che era, sebbene non venisse ben visto da tutti. Divenuto libero, venne preso da Cornelius, insignito della carica di nuovo direttore del laboratorio, come collaboratore; come prima richiesta chiese e gli fu concesso di liberare il prof. Antelle il quale, a causa della sua condizione mentale, dovette essere rinchiuso in una gabbia del laboratorio.
 
=== Parte terza ===
{{citazione|Il gorilla era con me da anni e mi serviva fedelmente. A poco a poco è cambiato. Si è messo ad uscire la sera, ad assistere a delle riunioni. Ha imparato a parlare.}}