Ambiguità: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Aggiunto collegamento mancante.
Mi fai schifo
Riga 1:
L<nowiki>'</nowiki>'''ambiguità''' è un [[fenomeno]] intrinseco al [[Parole (linguistica)|fatto linguistico]], alla testualità e alla comunicazione. La ''[[Langue (linguistica)|langue]]'', il patrimonio linguistico di ciascun parlante, [[Idioletto|è diverso da individuo a individuo]] quindi ogni [[testo]] potenzialmente potrebbe essere [[Polisemia|polisemico]]. Ovvero il significato che dà il [[mittente]] potrebbe essere diverso da quello [[Interpretazione (filosofia)|interpretato]] dal [[destinatario]]. L'ambiguità è di quattro tipi: fonetica, lessicale, sintattica o pragmatica.
 
==Ambiguità fonetica==
Il funzionamento del [[codice linguistico]] è garantito dalla diversità dei [[significanti]], in rapporto tra loro in base al principio di [[interrelazione oppositiva]]. Accade però che [[significati]] diversi coincidano nel medesimo significante. Sono [[segno linguistico|segni linguistici]] diversi fra loro, che casualmente si trovano ad avere lo stesso significante: se hanno in comune la grafia, si chiamano [[Omografia (linguistica)|omografi]]; se hanno in comune la realizzazione fonetica (il suono), si dicono [[Omofonia (linguistica)|omofoni]]. Si dicono invece [[Omonimia|omonime]] le parole che hanno identica grafia e identica pronuncia, ma significato diverso (o anche opposto, come nel caso delle locuzioni [[Enantiosemia|enantiosemiche]]).
 
Un esempio di omofonia in lingua italiana è tra ''l'amorale'' e ''la morale''<ref>Esempio tratto dalla [http://www.treccani.it/enciclopedia/omofonia/ scheda sull'omofonia], su treccani.it.</ref>.
 
==Ambiguità lessicale==
L'ambiguità lessicale riguarda il contenuto concettuale del singolo [[lessema]]: ad esempio la parola ''acuto'' indica in italiano sia una persona intelligente che un suono di timbro superiore alla norma.
 
Tipi di ambiguità lessicale semantica sono la cosiddetta ambiguità complementare (o [[polisemia]]) e l'ambiguità contrastiva (o omonimia). Nel primo caso, i diversi significati del lessema sono comunque legati, o fanno parte di domini affini, nel caso dell'omonimia invece si tratta di due lessemi differenti che per diverse controversie etimologiche sono venuti a coincidere nella loro forma grafica/fonetica. La risoluzione automatica dell'ambiguità delle parole prende il nome di [[disambiguazione]]<ref>{{en}} Roberto Navigli. ''[http://www.dsi.uniroma1.it/~navigli/pubs/ACM_Survey_2009_Navigli.pdf Word Sense Disambiguation: A Survey]'', ACM Computing Surveys, 41(2), 2009, pp. 1-69.</ref>.
 
==Ambiguità sintattica o strutturale==
Si ha [[ambiguità sintattica]] quando la [[sintassi]] di una frase può essere interpretata in diversi modi, di modo che la frase stessa ha significati diversi. Ad esempio:
{{frase|Chiara ha visto Luca in giardino con il cannocchiale.}}
Chi aveva il cannocchiale? Luca o Chiara?
 
{{frase|Una vecchia legge la regola.}}
Qual è il [[soggetto (linguistica)|soggetto]]? Qual è il [[verbo]]? La frase allude a un'anziana signora che scorre con gli occhi il testo di una norma oppure di una fattispecie, qui indicata dal pronome ''la'', regolamentata da un'antica legge?
 
==Ambiguità pragmatica==
L'ambiguità pragmatica si produce quando l'intenzione comunicativa viene recepita dal destinatario secondo una funzione dominante diversa. Siamo in presenza di un fraintendimento relativo alla struttura dominante di un messaggio. Ad esempio, nella frase
{{frase|Se Altobelli non gioca, l'Italia perderà il mondiale.}}
la funzione dominante potrebbe essere quella emotiva (la presenza del giocatore è fondamentale psicologicamente per i tifosi) o quella referenziale (l'assenza del giocatore rende la nazionale tecnicamente più debole).
 
== Esempi letterari ==
Il termine "ambiguità" è ritornato in auge nel linguaggio della critica letteraria in seguito al successo dell'opera di [[William Empson]] ''Seven types of ambiguity'' ([[1930]]), ma non bisogna dimenticare che già ai tempi della [[retorica]] [[medievale]], l'ambiguità era considerata una chiave di lettura per riconoscere i vari significati di un [[testo]]. Non è un caso se nei secoli successivi l'ambiguità, intesa come strumento stilistico, verrà utilizzata a piene mani da letterati come [[Mallarmé]], [[Apollinaire]] e [[James Joyce]].<ref>"Le Muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol. I, p. 178.</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
*[[Ambiguità sintattica]]
*[[Polisemia]]
*[[Omonimia]]
*[[Disambiguazione]]
*[[Pragmatica]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikt=ambiguità}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Thesaurus BNCF}}
 
{{relazioni di significato}}