Battaglia di Tanagra (457 a.C.): differenze tra le versioni

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Anche Cimone vi prese parte con l'intenzione di mostrare con i fatti di non essere un filospartano e quindi di far capire agli ateniesi il loro errore nell'averlo [[ostracismo|ostracizzato]]. Ma il [[Consiglio dei Cinquecento]], venutolo a sapere, ebbe paura, poiché gli avversari di Cimone sparsero la voce che era venuto con l'intenzione di guidare gli spartani ad Atene. Venne quindi proibito ai generale di fargli prendere parte allo scontro. Egli accettò la decisione, ma prima pregò i suoi concittadini di riuscire, col loro comportamento in battaglia, a dissipare l'accusa che gli veniva mossa contro, così prese la [[panoplia]] e la pose nel mezzo della propria squadra, gli opliti si lanciarono tutti in una gara appassionata per impossessarsene.
 
Dopo questo fatto, la città non continuò più la sua ostinazione contro Cimone. Infatti a Tanagra gli ateniesi ricevettero una grave sconfitta, e si aspettavano, per la primavera dell'anno seguente, l'invasione dei [[peloponneso|peloponnesiaci]]. La paura di un assedio convinse gli Ateniesi a richiamare subito dall'esilio Cimone, il quale ritornò, grazie al decreto di [[amnistia]] proposto da [[Pericle]]. Subito dopo il suo ritorno, conclusa la guerra, Cimone riconciliò Sparta con Atene, nel [[451 a.C.]].
 
== Bibliografia ==