Mitra (copricapo): differenze tra le versioni

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→‎Note: V. raffigurazione del vescovo Urbano di Parma del 360 che indossa la mitra
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[[File:Rapperswil - Stadtmuseum - Kloster Rüti - Mitra.jpg|thumb|upright=0.5|left|Mitra latina medievale. È possibile notare le due [[infule]] scendere dal bordo inferiore]]
 
Compare in occidente attorno alsino [[Xdal IV secolo]], ed ha forma di un cono. Nell'arco di dueNel secolimedioevo divienedivenne di uso comune da parte dei vescovi, ed assunse la forma attuale. Nei secoli divennero copricapi di stoffe preziose e cariche di oro e pietre. Tra le più curiose quella conservata nel [[duomo di Salisburgo]] con tali elementi preziosi da farla pesare circa 2,5 [[Chilogrammo|kg]], e quella conservata nel tesoro del [[duomo di Milano]] fatta con penne di [[colibrì]].
 
Nel [[rito latino]] è oggi formata da due pezzi di stoffa rigida di forma approssimativamente pentagonale, uniti parzialmente nella parte laterale in modo tale che le due punte superiori siano libere e che nella parte inferiore si formi lo spazio per poterla indossare. La mitra presenta anche due nastri di tela nella parte posteriore, detti [[infule]] o vitte, che scendono sino alle spalle. La mitra dei prelati di rito orientale ([[Chiesa sui iuris|cattolico]] e [[Chiesa ortodossa|ortodosso]]) ha, invece, forma di corona e non presenta infule.
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* [[processione]] di congedo.
 
[[File:Coat of Arms of Benedictus XVI.svg|left|thumb|upright=0.7|Stemma di [[papa Benedetto XVI]], sormontato dalla mitra con tre fasce per ricordare il triregno.]]
La mitra è concessa anche agli [[Abate|abati]] non vescovi. Il primo a concedere l'uso della mitra agli abati fu [[papa Urbano II]] nel III concilio di [[Melfi]] del [[1089]], per la supplica di san [[Pietro Pappacarbone]], abate della santissima Trinità di [[Cava de' Tirreni]].<ref>Vincenzio d'Avino, [http://books.google.it/books?id=fUIsAAAAYAAJ&pg=PA331 ''Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili e prelatizie (nullius) del Regno delle Due Sicilie''], Napoli 1848, pp. 331</ref>