Basilica di Santa Maria Assunta (Atri): differenze tra le versioni

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=== Lato sinistro e campanile ===
Rispetto al lato destro, che si affaccia su un'ampia via e che è quindi visibile in tutta la sua lunghezza, il lato sinistro affaccia sui vicoli di Atri e su largo dei Faugni ed è "soffocato" anche dai locali della sagrestia dei canonici e dell'antisagrestia che gli sorgono accanto e perciò sembra che sia molto più corto del lato destro. Sul lato sinistro ci sono due recenti vetrate decorate con santi che danno luce all'antisagrestia e uno dei 3 ingressi del Museo Capitolare; ma il lato sinistro sarebbe anonimo se non vi fosse la presenza del campanile, che è visibile nella sua interezza solo dal lato sinistro. Il campanile, con i suoi quasi 64 metri d'altezza, svetta sui tetti e sugli altri campanili della città e non solo, essendo visibile anche di notte (grazie a sofisticate illuminazioni) fino alle valle circostanti. Inoltre, raggiungendo i quasi 64 metri d'altezza, è il campanile e anche la torre più alta dell'Abruzzo.
 
Il campanile, a pianta quadrata, fu iniziato forse nel [[1264]] in sostituzione di uno a vela; nel 1305 Rainaldo d'Atri concluse la costruzione fino alla cella con le campane. Nel [[1502]] Antonio da Lodi, un architetto lombardo che riscosse un gran successo in regione (realizzando campanili simili, per non dire uguali, a quello di Atri), terminò l'opera aggiungendo la parte superiore con l'ottagono cuspidato e la palla (di cui si è già parlato). Interessante la decorazione della parte superiore, fatta soprattutto di formelle di ceramica dipinta provenienti dalle prime botteghe ceramiche di [[Castelli (Italia)|Castelli]]. È abbastanza facile riconoscere la parte eseguita da Rainaldo da quella aggiunta poi da Antonio da Lodi: la prima è più chiara, la seconda presenta toni più scuri. La cella campanaria ha ben 7 campane, ognuna con nome diverso e con un'iscrizione che le contraddistinguono: ''il campanone, la mare, la sole, la vure, le cincipà'' (due campane chiamate precisamente ''la cima'' e ''la cinciarella''), ''la parrocchiale''. Si può salire sul campanile dall'interno della chiesa (previa autorizzazione) tramite una serie di 147 gradini all'interno della costruzione e affacciarsi anche sulle varie aperture e finestre: durante giornate limpide e con un buon cannocchiale, si possono arrivare a vedere le [[Alpi Dinariche]].
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Questo affresco è ottimamente conservato: infatti solo la parte sinistra e la parte superiore sono andati in parte perduti.
L'opera è attribuita al [[Maestro di Offida]], della fine del Trecento, ed è davvero splendida, soprattutto per la ricca e vivace cromia (blu chiaro, blu scuro, giallo, rosso....) e la delicatezza dei volti dei personaggi. L'affresco rappresenta la Madonna con bambino e i santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e santo vescovo. La Madonna si trova nella parte centrale; è vestita di un lungo manto blu ed è seduta su un trono marmoreo con uno schienale coperto da un tendaggio rosso. La Vergine tiene stretta a sé il piccolo Gesù, che è in piedi sulle ginocchia della Madre e porta un abitino giallo di foggia preziosa: il Bambino è in stretto colloquio con san Giovanni Battista, a sinistra della Vergine, e porta i suoi classici attributi (mantello rosso, pelle di cammello, capelli lunghi, barba), mentre il suo sguardo esprime tristezza, forse ricordando il fatto che dovrà morire decapitato oppure pensando al destino del cugino Gesù, che dovrà morire in croce per salvare gli uomini dai peccati. Il piccolo Gesù offre al cugino un piccolo uccello, il cardellino, simbolo del suo martirio, da cui il nome dell'affresco. A destra della Vergine a osservare la scena c'è san Giovanni Evangelista, vestito di giallo e di rosso, con la boccetta per l'inchiostro e il Vangelo di Giovanni tra le mani aperto al primo capitolo: ''In principio era il Verbo e il Verbo era...''.
A chiudere l'affresco c'è tutto quello che rimane di una figura ritraente un santo Vescovo (come si evince dal pastorale e dall'abbigliamento) di cui è andata perduta la testa e in mancanza di attributi non si è riusciti ad identificare il santo. Pregiato anche lo sfondo dell'affresco, dello stesso colore del manto della Vergine, blu chiaro, e la cornice dipinta che circonda l'affresco, decorata con motivi vegetali e geometrici.
 
==== Affreschi del XIII-XIV secolo ====
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*''Madonna con Bambino'': affresco della seconda metà del Trecento opera del [[Maestro di Offida]], con i suoi soliti influssi giotteschi. L'affresco è abbastanza ben conservato, visto che manca solo la parte centrale, e ha ritrovato nuovo splendore dopo il recente restauro. La Vergine è seduta su un trono marmoreo dorato con decorazioni vegetali, che ha uno schienale cuspidato; la Vergine volge il suo sguardo ieratico verso il fedele, mentre quello del Bimbo si perde in direzione del manto della Madre. Il manto della Vergine è marrone con bordature dorate e scende fino ai piedi; sotto questo manto si trova un velo ricamato che ricopre il capo. La tunica che indossa, anche questa bordata d'oro, è di un rosso acceso. L'aureola dorata si è sbiadita tendendo ad un grigio-ocra. Il bambino, serio, è seduto sulle ginocchia della Madre ed è abbastanza robusto; la sua aureola, ben conservata, ha nel mezzo la croce rossa simbolo della redenzione. Il Bimbo è vestito di una tunica gialla con un manto verde. La parte bassa dell'affresco lascia vedere il gradino del trono, i lembi della tunica e del manto.
*''San Giovanni Battista'': realizzato da [[Antonio Martini di Atri]] tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento, durante il rientro nella città natia compreso tra il [[1397]] e il [[1410]] circa, con influenze marchigiane ed emiliane unite a quelle della sua formazione senese. Il Santo è raffigurato, penitente, seduto lungo le rive rocciose del [[Giordano (fiume)|Giordano]], che dopo una breve cascata va a formare un piccolo lago (simboleggiante il [[Lago di Tiberiade]]). Giovanni Battista, vestito con una veste di cammello e un mantello verde mela, regge tra le mani scheletriche una scodella con l'acqua del Giordano di cui si serviva per battezzare e un rotolo con un passo sacro poco leggibile. Con l'indice della mano destra indica l'Agnus Dei (Agnello di Dio) che simboleggia Cristo, sulla sfondo. Attorno all'Agnus Dei vi sono alcuni alti alberi a formare una foresta. La caratteristica non è data tanto dal paesaggio, dal bosco e dall'Agnus Dei, ma dalla figura del santo. Il santo è raffigurato con molte rughe, vecchio, anziano, magro, con lunghi capelli e una barba folta, con un lungo mantello e una tunica fatta di pelle di cammello e con occhi penetranti, severi, che fissano lo spettatore, testimone della forte espressività che il pittore di [[Atri]] dava alle sue figure. La cornice è a bande alternare rosse, gialle, nere e bianche. L'affresco è ben conservato, qualche caduta di colore e intonaco solo nella parte bassa.
*''I santi Nicola e Caterina d'Alessandria'': l'affresco, molto pregevole, risale alla fine del Trecento ed è una splendida opera del [[Tardo Gotico]]. È ormai considerata erronea l'attribuzione a Luca d'Atri, viste anche le differenze di stile, mentre tutti oggi assegnano l'affresco ad ambito senese, precisamente alla scuola di [[Simone Martini]] (a cui comunque era andato anche Luca d'Atri ma propendendo di più verso la maniera di [[Giotto]]). Molti sono infatti, in questo affresco, i riferimenti al pittore di Siena allievo di [[Duccio di Buoninsegna]]: le figure dei santi e le architetture sembrano essere riprese dagli affreschi da lui realizzati ad [[Assisi]]. In questa chiesa, inoltre, alla fine del Trecento operarono molti artisti di [[scuola senese]] (i cui affreschi però sono andati perduti o comunque limitati a pochissimi lacerti), e secondo alcuni (ma senza fondamento) lo stesso [[Bartolo di Fredi]] e [[Paolo di Giovanni Fei]]. In questo affresco i santi sono collocati sotto una bifora di stampo gotico decorata con motivi umani e vegetali. [[San Biagio]] è raffigurato con la mitria bianca in testa, con barba bianca e sguardi severi e penetranti che fissano il fedele. La testa leggermente reclinata rende ancora più evidente l'effetto. Il santo vescovo porta un camice bianco coperta da una [[casula]] verde foderata di un colore rosato; le mani sono coperte da candidi guanti. Con la mano sinistra regge un ricco pastorale dorato, mentre con la destra prende per i capelli un omino che rappresenta il giovane Adeodato, l'oste ucciso dai suoi clienti che il santo fece resuscitare. Il nimbo che circondava il suo capo fu poi ridipinto per faro posto ad un'aureola, anche se sono ancora visibili i raggi. [[Santa Caterina d'Alessandria]] è invece raffigurata bella, giovane e vestita con un abito principesco all'ultima moda. La testa è circondata da un'aureola ed è cinta da una corona; dal capo partono dei lunghi capelli color rame. La santa, dalla pelle candida, guarda anch'essa il fedele, ma il suo sguardo è meno severo e si fa più dolce. Le mani destra e sinistra reggono altre due corone. La santa è circondata dalle quattro ruote dentate con cui subì il martirio (la tradizione vuole che la ruota fosse una sola, ma un'altra versione dice che le ruote fossero quattro unite tra loro, in mezzo a cui stava la santa). L'affresco è delimitato ai lati dalle due esili colonne della bifora, mentre lo sfondo è blu; la cornice è rossa. L'opera è perfettamente conservata, con piccole cadute di colore solo ai lati e nella parte bassa; un'altra piccola caduta di colore si ha ai piedi di san Nicola.
*''[[San Sebastiano]]'': affresco realizzato intorno al 1470 dalla scuola di [[Andrea De Litio]]. Un tempo veniva creduto dello stesso De Litio ma, lo stile più duro e secco, la durezza del volto del santo, le colonne non proprio dritte, hanno fatto indirizzare i critici ad un pittore della sua scuola. Il Santo è collocato sotto un'edicola tardo gotica con tre monofore: una (la più grande) al centro, le altre due più piccole ai lati. Il soffitto in legno è cassettoni e proprio dal soffitto pende la colonna marmorea con capitello corinzio dove è legato il santo, trafitto da molte frecce. Il volto del santo è rivolto verso l'alto, con la bocca semiaperta e gli occhi sicuri. I capelli sono mossi con alcuni ricci. Dietro il santo si trova un tendaggio rosso con fodero dorato. L'affresco è conservato solo nella parte alta e centrale, mentre quella bassa è andata perduta. La cornice dipinta riproduce una finta decorazione in [[travertino]].
 
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==== L'altare ====
[[File:Atri - Duomo, coro affrescato.jpg|thumb|right|L'altare con le volte affrescate da [[Andrea De Litio]]]]
L'[[altare]] si trova al centro del [[presbiterio]]. Fu costruito nella seconda metà del [[XII secolo]] in [[marmo]], ma la mensa fu rifatta nel [[1570]] con pietra rossa, mentre il [[paliotto]] che l'orna sul lato rivolto verso la navata fu eseguito nel [[1223]]. Il paliotto è un interessante esempio di [[scultura romanica]], che rimanda alle decorazioni più note della chiesa di [[chiesa di San Clemente al Vomano|San Clemente al Vomano]], ed è in marmo bianco con decorazioni in stucco rosso con inserti (molto piccoli e visibili solo avvicinandosi e guardando attentamente) di brecce verdi, gialle e nere. L'autore è un certo 'Raulino', che si firma: ''Raulino me fecit''. Tra le preziosi decorazioni di stucco rosso, che risaltano sul bianco marmo e formano particolari disegni, spiccano un bassorilievo tondo con una testa di toro (alludente al [[Vecchio Testamento]]) e uno spazio bianco a forma di agnello attorno ad un tondo di stucco rosso raffigurante l'Agnus Dei, che allude al [[Nuovo Testamento]].
Nella parte rivolta verso la parete del coro, si trova una particolare decorazione consistente in tralci molto simili che vanno a formare 18 riquadri. Molto probabilmente questo "retropaliotto" fu eseguito nello stesso periodo.
 
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Durante l'Annunciazione, l'Angelo dice a Maria che sua cugina [[Sant'Elisabetta|Elisabetta]] è già incinta da sei mesi per opera del Signore, così la Vergine parte con Giuseppe per andare a trovare la cugina che abita nei pressi di [[Gerusalemme]]. Il Vangelo dice che quando Maria toccò il ventre della cugina, il bambino dentro il grembo della Vergine esultò. Nell'affresco Elisabetta riceve la cugina all'ingresso di casa, sotto un portico con alcune decorazioni cosmatesche. Elisabetta è più anziana rispetto alla cugina, che è una giovane donna. Maria pone la mano sinistra sulla spalla della cugina, mentre con la sinistra sfiora il ventre: il Bambino esulta ed Elisabetta esclama: ''Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo ventre...''.
Maria risponde: ''La mia anima magnifica il Signore...'', che sono le prime parole del [[Magnificat]]. Anche qui le parole sono "rappresentate" come in un fumetto.
L'ancella che accompagna Elisabetta si mette in posizione di preghiera, ma per non intromettersi in quell'intimo momento volge altrove lo sguardo. Anche Giuseppe, dietro a Maria, gira lo sguardo e tiene a bada l'asino che li ha accompagnati per il viaggio. Il paesaggio circostante è in parte montano e sullo sfondo spicca una città con poderose mura. L'iscrizione recita: ''quando lanostra ando avisitare Lisabetha''.
 
*'''Nascita di Gesù'''
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*'''Battesimo di Gesù'''
Il pittore colloca questo importante episodio della vita di Cristo, erroneamente, dopo le nozze di Cana. Gesù all'inizio del suo ministero, a 30 anni circa, andò nelle sponde del [[fiume Giordano]] dove suo cugino, [[Giovanni Battista]], battezzava annunciando la venuta del [[Messia]]: nonostante fosse senza peccato, Gesù lasciò che suo cugino compiesse il rito, durante il quale il cielo si aprì e scese lo [[Spirito Santo]]. Nell'affresco la scena del Battesimo si svolge a destra: in mezzo scorre il fiume Giordano, dove è immerso Gesù (questa volta più maturo, con barba) fino alla vita; sulla sponda destra Giovanni Battista, vestito di pelle di cammello, versa da una ciotola un po' d'acqua del Giordano sul capo di Gesù dove scende la [[colomba dello Spirito Santo]], mentre sulla sponda opposta due angeli reggono le vesti che Gesù si è tolto per immergersi nell'acqua. Davanti Gesù, tra due piante sei anatre si immergono nell'acqua, mentre lo sfondo è caratterizzato da alte colline solcate dal fiume, dove sorgono alcuni casali e piccole città. Sulla parte sinistra dell'affresco si vede un piccolo edificio aperto decorato a cosmateschi, sotto il quale Maria conversa con Gesù: lui, questa volta vestito, spiega alla Madre che quello che dovrà fare è tutta volontà del Padre e mostra il libro con il [[Vecchio Testamento]]; Maria si raccoglie in preghiera. Da notare come adesso Maria non sia più giovane come prima, ma comincia a presentare i primi segni dell'età. La didascalia è scomparsa.
 
*'''Annuncio della morte a Maria'''
[[File:De Litio Annunciazione.jpg|thumb|upright=1.4|Annuncio della morte a Maria.]]
Dopo le Nozze di Cana, ritroviamo poco la Vergine nei Vangeli ma è sicuro che ella seguì Gesù durante tutto il suo Ministero. Cominciamo a ritrovare Maria con più assiduità a partire dalla [[Crocifissione]]. Il racconto dell'annuncio della sua morte a Maria fa parte dei testi apocrifi che raccontano gli ultimi giorni di vita terrena della Madonna. C'è scritto, infatti, che Maria avrebbe pregato il Figlio di annunziarle della sua morte due giorni prima che tutto ciò accadesse, e così fu. Nell'affresco la scena vera e propria dell'annunzio è a sinistra, e si svolge dentro una stanza decorata a cosmateschi: la Vergine, vestita di azzurro e bianco, è adesso anziana, con il volto rugoso. Un angelo, che viene dall'alto, le offre la palma annunciandole il suo transito. Ai piedi della Madonna c'è un [[Cassone (mobile)|cassone]] dove un gatto sta per mangiare un topo. Dalla stanza parte una scalinata che porta al piano superiore, dove c'è una stanza con una donna; sopra la stanza dove avviene l'annuncio del transito c'è un balcone colonnato rinascimentale. Sotto l'ingresso di casa (anche questo decorato a cosmateschi) una parente della Madonna dà la notizia dell'evento ad una comare, davanti al quale un cane sta camminando elegantemente e un pellegrino si è fermato a sentire cosa è accaduto. Sulla destra, fuori dalla sua casa, la Madonna viene ritratta per tre volte: questa volta l'abito è diverso (manto nero ed abito marrone), porta un libro in mano ed è raffigurata più giovane. Si vede la Madonna che si incammina lungo il sentiero davanti alla casa, più avanti la Vergine entra dentro un edificio a chiamare due donne, sullo sfondo Maria accompagnata dalle due donne si dirige verso un piccolo cenobio. Il paesaggio è prevalentemente pianeggiante con alcune colline. L'iscrizione è scomparsa.
 
*'''Commiato di Maria dagli Apostoli'''
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*'''San Giovanni evangelista e Sant'Agostino di Ippona; Fede e Speranza'''
L'affresco è presente nello spicchio centrale in basso. L'[[San Giovanni evangelista|evangelista Giovanni]], il prediletto di Gesù, è raffigurato come un giovane ragazzo, i cui tratti però sono secchi e duri: si sta avviando all'età matura. Nei vangeli infatti c'è scritto che Giovanni era tra gli apostoli il più giovane, infatti doveva avere tra i 15 e i 20 anni e alcuni racconti popolari dicono addirittura che ne avesse 12. Il capo, con una fluente chioma castano chiaro, è leggermente reclinato verso la spalla sinistra ed è cinto da una stupenda aureola dorata, come tutti gli altri evangelisti e dottori della Chiesa. Vestito con un manto rosso foderato di bianco e con una tunica verde, sta seduto su una panca e su un tavolinetto legge un libro sacro, molto probabilmente il [[Vangelo secondo Giovanni|suo Vangelo]]. Accanto a lui un'aquila, simbolo dell'evangelista Giovanni, con le ali spiegati apre un libro con una zampa. Accanto a Giovanni, a destra, c'è [[Agostino di Ippona|Sant'Agostino]] vescovo di Ippona, che venerato nell'omonima chiesa vicinissima al Duomo, che però dal Trecento fino al Seicento era dedicata ai santi Giacomo e Caterina. Sant'Agostino indossa la mitria e tutti gli altri paramenti vescovili, con una foggia molto preziosa e con ricchi ricami. Sant'Agostino è seduto su una ricca panca lignea con tanto di schienale con decorazioni rinascimentali, mentre sul leggio ligneo (riccamente decorato) sono posati alcuni libri. Sant'Agostino ascolta quello che dice Giovanni e sembra intervenire mentre alza il dito. Accanto al santo vescovo, raffigurato in posizione più bassa vi è san [[Tommaso d'Aquino]] che, seduto su una semplice panca, appoggia il gomito sul tavolino e con la mano regge il viso; sembra stia dormendo. Con la mano sinistra stringe un libro. Il pavimento è formato da formelle decorate a cosmateschi.
Agli angoli in basso dell'affresco si trovano le virtù della [[Fede]] e della [[Speranza]]; all'angolo sinistro si trova la Fede, una giovane donna (con fluenti capelli legati con un elegante nastro) che prega su un calice con l'ostia sacra, poggiato su un ricco altare, mentre sotto c'è un medaglione con un uomo anziano che sembra accennare uno sguardo triste. La Speranza è raffigurato nell'angolo destro ed è una ragazza in preghiera, cinta da una corona di fiori e con lo sguardo rivolto verso l'alto dove si trova una luce dorata che rappresenta la grazia divina, a cui tende l'uomo. Sotto c'è un medaglione con un uomo (che sembra ricordare il duca di Milano [[Piero il Gottoso]]) il cui volto sembra esprimere la speranza per l'avvenire.