Voto di preferenza: differenze tra le versioni

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Il '''voto di preferenza''' è il voto espresso da un [[elettore]] per un [[candidato]] all'interno di una [[lista elettorale]].
 
Il [[sistema elettorale]] usato per una determinata [[elezione]] può prevedere o non prevedere il voto di preferenza. Se lo prevede, tra i candidati presenti in ciascuna lista vengono eletti quelli che hanno ottenuto più voti di preferenza, in numero pari agli eletti spettanti alla lista in base ai voti da essa ottenuti. Se non lo prevede, gli eletti vengono scelti in base all'ordine in cui compaiono in lista; in questo caso si parla di ''lista bloccata''.
 
Il voto di preferenza è proprio dei sistemi elettorali di tipo [[proporzionale]]; non si applica ai sistemi elettorali [[maggioritario|maggioritari]], nei quali vengono eletti tutti i candidati della lista vincente e quindi non si pone il problema di scegliere tra di loro.
Il dibattito italiano intoreintrodurre il voto di preferenza, animatosi soprattutto in occasione dell’elaborazione dell’[[Legge elettorale italiana del 2015|Italicum]], vede due fronti contrapposti sui diversi aspetti controversi. Innanzitutto, in riferimento alla rappresentatività e al mantenimento del legame con il territorio: se per alcuni il voto di preferenza è l’unico modello in grado di garantirli,<ref>{{Cita web|url=http://www.c3dem.it/wp-content/uploads/2014/01/Non-si-può-rinunciare-alle-preferenze-s.-passigli-stampa.pdf|titolo=Non si può rinunciare alle preferenze|cognome=Passigli|nome=Stefano|sito=La Stampa|data=30 gennaio 2014}}</ref> per i contrari, invece, la maggiore rappresentatività delle preferenze è un mito da sfatare, lo dimostrerebbe il fatto che la maggior parte dei paesi democratici opta per sistemi elettorali diversi senza che venga messa in dubbio la loro capacità rappresentativa. Per questi ultimi, il vero elemento discriminante dei sistemi sembrerebbe riguardare la fase della selezione dei candidati: con le preferenze ciascun candidato affronta la competizione elettorale autonomamente (anche in dissenso col partito), mentre con le liste i candidati sono soltanto quelli graditi ai partiti. Quindi si avrà un Parlamento di nominati e non di eletti, ovvero la rappresentatività sarà intermediata dal partito in coerenza con le norme costituzionali.<ref>{{Cita web|url=http://www.lavocedeldiritto.it/index.php/interviste/item/707-la-nuova-legge-elettorale-l-italicum-al-vaglio-del-senato-intervista-al-prof-celotto|titolo=La nuova legge elettorale. L'Italicum al vaglio del Senato|autore=Roberta Nardi, Riccardo Aiello|sito=La voce del Diritto|data=2 settembre 2014}}</ref>
 
Sull'opportunità di consentire il voto di preferenza vi sono argomenti sia a favore sia contro. Da un lato esso conferisce all'elettore un maggiore potere di scelta, permettendogli di scegliere non solo la lista, ma anche le persone da eleggere all'interno della lista; in regime di liste bloccate questa scelta è invece compiuta dalle segreterie dei partiti. Dall'altro lato, però, alcuni paventano che il voto di preferenza possa alimentare la [[corruzione]] e il [[voto di scambio]] come metodi a cui alcuni candidati potrebbero ricorrere per prevalere sugli altri.
 
Per ridare agli elettori il potere di scegliere gli eletti anche in presenza di liste bloccate, alcuni suggeriscono di ricorrere alle [[elezioni primarie]] per la compilazione delle liste. Questo sistema però non elimina i timori di corruzione e voto di scambio, in quanto la competizione tra i candidati non verrebbe eliminata, ma soltanto spostata dalle elezioni politiche alle primarie.
 
== Il voto di preferenza nei vari Paesi ==
 
=== Italia ===
In [[Italia]], la [[Legge elettorale italiana del 1946|legge elettorale proporzionale]] promulgata nel [[1946]] per le [[elezioni legislative]] prevedeva la possibilità di esprimere fino a quattro voti di preferenza, scrivendo sulla scheda elettorale i cognomi dei candidati prescelti oppure i loro numeri di lista. Il [[Referendum abrogativo del 1991 in Italia|referendum tenutosi nel 1991]] aveva modificato la legge consentendo un solo voto di preferenza; questa modifica fu applicata unicamente durante le elezioni politiche del 1992 in quanto prima delle elezioni svoltesi nel [[1994]] venne varata una nuova legge elettorale che introduceva un sistema misto maggioritario-proporzionale con liste bloccate, eliminando quindi completamente il voto di preferenza. Anche la successiva legge elettorale entrata in vigore nel [[2005]] ha mantenuto il sistema delle liste bloccate. Il voto di preferenza è invece tuttora previsto dai sistemi elettorali usati per le [[elezioni comunali]], [[elezioni regionali|regionali]] ed [[parlamento europeo|europee]].
 
Il dibattito italiano intoreintrodurreintorno alla possibilità di reintrodurre il voto di preferenza, animatosi soprattutto in occasione dell’elaborazione dell’[[Legge elettorale italiana del 2015|Italicum]], vede due fronti contrapposti sui diversi aspetti controversi. Innanzitutto, in riferimento alla rappresentatività e al mantenimento del legame con il territorio: se per alcuni il voto di preferenza è l’unico modello in grado di garantirli,<ref>{{Cita web|url=http://www.c3dem.it/wp-content/uploads/2014/01/Non-si-può-rinunciare-alle-preferenze-s.-passigli-stampa.pdf|titolo=Non si può rinunciare alle preferenze|cognome=Passigli|nome=Stefano|sito=La Stampa|data=30 gennaio 2014}}</ref> per i contrari, invece, la maggiore rappresentatività delle preferenze è un mito da sfatare, lo dimostrerebbe il fatto che la maggior parte dei paesi democratici opta per sistemi elettorali diversi senza che venga messa in dubbio la loro capacità rappresentativa. Per questi ultimi, il vero elemento discriminante dei sistemi sembrerebbe riguardare la fase della selezione dei candidati: con le preferenze ciascun candidato affronta la competizione elettorale autonomamente (anche in dissenso col partito), mentre con le liste i candidati sono soltanto quelli graditi ai partiti. Quindi si avrà un Parlamento di nominati e non di eletti, ovvero la rappresentatività sarà intermediata dal partito in coerenza con le norme costituzionali.<ref>{{Cita web|url=http://www.lavocedeldiritto.it/index.php/interviste/item/707-la-nuova-legge-elettorale-l-italicum-al-vaglio-del-senato-intervista-al-prof-celotto|titolo=La nuova legge elettorale. L'Italicum al vaglio del Senato|autore=Roberta Nardi, Riccardo Aiello|sito=La voce del Diritto|data=2 settembre 2014}}</ref>
 
Altro fronte di contrapposizione è tra coloro i quali sostengono che un sistema elettorale che non preveda il voto di preferenza determini la composizione di un Parlamento di nominati dai partiti e non di eletti dal popolo, poiché, in tal modo, quest’ultimo non sceglierebbe liberamente il proprio candidato.<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/politica/2014/03/12/news/azzariti_troppa_continuit_col_porcellum_la_costituzionalit_a_rischio-80788999/|titolo=Azzariti: "Troppa continuità col Porcellum, la costituzionalità è a rischio"|autore=Liana Milella|sito=La Repubblica|data=12 marzo 2014}}</ref>'' ''Di contro, c’è chi sostiene che le preferenze siano il mezzo con il quale i candidati, e gli eventuali gruppi di interesse nazionali o locali che li appoggiano, entrano in competizione con gli altri candidati del loro stesso partito. Con le preferenze, quindi, alla competizione fra partiti si sostituirebbe quella interna tra i candidati dello stesso partito.<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/opinioni/14_agosto_03/farina-diavolo-6ef3e7ce-1ad2-11e4-b652-72373bf3d98f.shtml|titolo=Preferenze, farina del diavolo|autore=Angelo Panebianco|sito=Corriere della Sera|data=3 agosto 2014}}</ref>