Grottesca: differenze tra le versioni

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Nel [[1480]], in seguito al ritrovamento di questo genere di decorazione nella [[Domus Aurea]] di [[Nerone]], le grottesche vennero riproposte sotto pretesto della ''imitatio antiquitatis''. Il Vasari dedica loro il capitolo XXVII della sua ''Introduzione alle tre arti del disegno''.<ref>[http://vasari.sns.it/cgi-bin/vasari/Vasari-all?code_f=print_page&work=le_vite&volume_n=1&page_n=143 Capitolo XXVII Come si lavorino le grottesche su lo stucco]</ref> e seguendo l'esempio vitruviano le definì "pitture licenziose e ridicole molto", traendo tuttavia motivo di orgoglio dal fatto che il modello antico sia stato reinterpretato dai moderni con esiti superiori all'archetipo neroniano.
Di fatto, pittori illustri come [[Filippino Lippi]], il [[Pinturicchio]], [[Amico Aspertini]] e [[il Sodoma]] furono tra i primi a utilizzare queste stravaganze antiche.Secondo il Vasari il primo fu il pittore chiamato "Morto da Feltre" ( vedi vita di Morto da Feltro e Andrea di cosimo Feltrini). Fu la bottega di [[Raffaello Sanzio]] ad effettuare una vera e propria riforma di questo genere aumentando così il numero di richieste da parte dei committenti e instaurando una sorta di canone che sarà ripreso dal manierismo.
 
[[Giovanni da Udine]], contrariamente a [[Morto da Feltre]] ({{cn|che meritò questo appellativo, secondo il racconto delle ''[[Le Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Vite]]'' di [[Vasari]], per aver trascorso più tempo sotto che sopra la terra, studiando e ricopiando i motivi ornamentali delle grottesche}}), diede vitalità e vivacità a questo genere, ponendo l'accento sugli aspetti più naturalistici ed eliminando le componenti più fantastiche e le inquietanti mostruosità [[paganesimo|pagane]].