Atella (comune): differenze tra le versioni

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=== Sant'Ilario ===
Sant'Ilario è un piccolo borgo del comune di Atella situato a 870 m. sul livello del mare, su un contrafforte dell'appennino che da [[monte Caruso]] ( 1236 m, ) declina verso la [[Valle di vitalba|valle di Vitalba]] ( 450 m.) Aggrappato sul lato est del contrafforte,a ridosso dell'antico Tratturo Regio ,Potenza-Venosa, apre le sue finestre verso levante dove, imperterrito, troneggia l'autorevole mole del [[castello di Lagopesole]]. Il borgo di Sant'Ilario prende il nome dall' antico feudo omonimo che lo circonda, la cui origine si perde nella notte dei tempi. Un'antica leggenda racconta, che il nome gli fu lasciato da [[Ilario di Poitiers|Sant'Ilario da Poitiers]], il santo francese vescovo della chiesa, vissuto nel ‘300 d.C., dopo aver sostato alcuni giorni nel luogo durante il suo viaggio in [[Terra santa]]. I resti di un altro antico casale omonimo e i resti di due castelli denominati ,ancora oggi, Castelli di Sant'Ilario, risalenti all'anno 1000, testimoniano l'antichità del feudo. Tra la fine del ‘700 e gli inizi dell'800 nel feudo si insediano gruppi di coloni aviglianesi i quali, danno origine all'attuale borgo. La costruzione del borgo avviene in pochissimo tempo poiché vengono riciclate le pietre dei due antichi castelli,che sorgevano poco lontano, su un altopiano che domina tutta la valle di Vitalba, dal quale si può allungare lo sguardo fino ai lontani orizzonti [[Irpinia|dell'Irpinia]] e del [[Gargano]].
 
Nel 1861, con decreto di [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II di Borbone]], i coloni aviglianesi che abitavano il borgo, e che non avevano mai perso i contatti con la terra madre di [[Avigliano]], furono costretti a passare anagraficamente sotto il comune di Atella, proprietario ufficiale del feudo, per conservare il diritto di possesso sul territorio, nel quale si erano, da tempo, insediati. Durante la questione meridionale , per la sua posizione geografica, per la lontananza dai controlli e per la vicinanza al bosco, che favoriva la fuga, il borgo divenne un covo di [[briganti]]. Fu bruciato due volte: una volta da parte di questi ultimi e una volta da parte della [[Guardia Nazionale Italiana|Guardia Nazionale]] che cercava vanamente di riconquistare il controllo del territorio. Il borgo riuscì a sopravvivere alle vicende brigantesche, venne ricostruito interamente e si ripopolò di nuovo raggiungendo alla fine dell'800 circa 1000 abitanti. Si costruì il cimitero e si avviarono diverse attività commerciali e artigianali alle quali facevano capo altri 1000 abitanti delle contrade vicine. Il borgo è stato per lunghissimo tempo, fino agli anni 1963-64, il punto di riferimento per tutta la vasta zona circostante che ricadeva anche nei comuni di [[Bella]], [[San Fele]] ed [[Avigliano]]. Per questo motivo, si prospettò, addirittura, la possibilità di diventare comune autonomo. Ma ancora una volta l'emigrazione verso le grandi città industrializzate del nord ha avuto la meglio,così a poco a poco il borgo si è spopolato come tutti i paesi della Basilicata. Oggi il borgo di Sant'Ilario si riscopre come luogo turistico, sia estivo che invernale, poiché è sorta un'accogliente struttura alberghiera pronta ad ospitare scuole, visitatori e turisti.