Cinema giapponese: differenze tra le versioni

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In un simile contesto, ostile all'espressione artistica personale, i maggiori autori dell'epoca tentano invece di conservare una relativa indipendenza, ripiegando su temi "innocui", quale le biografie di artisti o il repertorio kabuki.<ref name=Tessier37/> È il caso di Mizoguchi, con ''Zangiku monogatari'' ("Storia di crisantemi tardivi") (1939), ''Geido ichidai otoko'' ("Vita di un attore") (1941), una versione in due parti del classico ''I quarantasette ronin'' (''Genroku Chushingura'') (1941-1942) e un adattamento di ''Miyamoto Musashi'' (1944), e di Mikio Naruse, con ''Tsuruhachi Tsurujiro'' (1938). Un altro cineasta di primo piano, Yasujiro Ozu, in questo periodo riesce a realizzare solo tre film, perché coinvolto più direttamente nell'impegno bellico: come membro dell'esercito imperiale trascorre due anni in Cina ed in seguito viene fatto prigioniero a Singapore e rientra in Giappone solo a guerra conclusa, nel [[1946]].<ref>Max Tessier, op. cit., p. 38</ref>
 
Nel pieno della guerra esordisce, con il film ''[[Sugata SanshiroSanshirō]]'' ([[1943]]), uno dei cineasti giapponesi più importanti del dopoguerra e il più conosciuto a livello internazionale, [[Akira Kurosawa]].
 
=== La rinascita del dopoguerra ===