Tre Grazie (Canova): differenze tra le versioni

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In quest'opera Canova riprende il soggetto d'ispirazione mitologica delle [[Grazie (mitologia)|Grazie]] figlie di Zeus, Aglaia, Eufrosine, e Talia, le tre divinità benefiche che diffondevano splendore, gioia e prosperità nel mondo umano e naturale. Si trattava, pertanto, di un soggetto che ben si adattava alla volontà di Canova di voler riprodurre in scultura l'ideale di una bellezza serenatrice femminile riprendendo l'esempio della statuaria classica, in perfetta linea con le teorie neoclassiche promosse da [[Johann Joachim Winckelmann]]. Il principio estetico perseguito dal Canova, d'altronde, è riflesso in maniera quasi subliminale nell'etimologia stessa del termine «grazia», dal latino ''gratia'' a sua volta derivato da ''gratus'' «gradito; riconoscente».<ref>{{cita web|titolo=gràzia|accesso=11 novembre 2016|url=http://www.treccani.it/vocabolario/grazia/|editore=Treccani|città=Roma|opera=Enciclopedie on line}}</ref>
 
Il gruppo scultoreo descritto d'ora innanzi è quello custodito al Victoria and Albert Museum di Londra, siccome è quello in migliore stato di conservazione: le due opere, tuttavia, differiscono solo per alcuni piccoli, ininfluenti particolari. Le tre Grazie sono raffigurate nella loro posizione più canonica, ovvero quella in cui sono mostrate ritte in piedi e avvinghiate in un intimo abbraccio: nessuna delle tre figure dà del tutto le spalle allo spettatore, cosìdifferentemente comeda giàcome avvenne in una tavola di [[Raffaello Sanzio]] probabilmente conosciuta dal Canova.<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/scuola/lezioni/lingua_e_letteratura/grazie_foscolo_canova.html|titolo=Le Grazie di Foscolo e di Canova|editore=Treccani|accesso=11 novembre 2016}}</ref> I loro volti, infatti, sono tutti di profilo: nel punto canonico di visione (ortogonale, ovvero "davanti" alla scultura), la Grazia al centro è vista frontalmente, quella di destra è colta ''quasi'' di spalle e quella di sinistra, infine, rivolge il fianco allo spettatore. Il senso di unione dettato dall'abbraccio della figura centrale è rafforzato da un morbido velo che, ricalando dal braccio della Grazia di destra, cinge le tre fanciulle celandone parzialmente le nudità.
 
Oltre che nella consistenza quasi tattile del velo marmoreo, il virtuosismo di Canova si manifesta anche nelle fluenti capigliature delle tre Grazie, che presentano tutte un'elaborata acconciatura raccolta in nodi sulla nuca e in ciocche minutamente arricciolate,<ref>{{cita|Cricco, Di Teodoro|p. 1413|CT}}.</ref> e nell'applicazione di una patina per imitare il calore rosato dell'incarnato. L'unico ornamento ambientale presente nella scultura, infine, è una colonna dorica sulla sinistra, utile base d'appoggio per le tre fanciulle.