Invecchiamento: differenze tra le versioni

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Nel tentativo di comprendere i meccanismi dell'invecchiamento sono state formulate più di 300 teorie, ma con nessuna ricerca si è riusciti ad individuarne una singola causa. Pertanto si pensa che il fenomeno nei suoi molteplici aspetti (molecolari, cellulari, di organi e tessuti) sia il risultato di cambiamenti causati da più fattori e che le diverse ipotesi proposte possano spiegare parte di questi. Le teorie possono ricondursi a due diversi filoni di pensiero, ovvero quello secondo cui l'invecchiamento sarebbe un evento geneticamente programmato, che si manifesterebbe mediante cambiamenti del funzionamento del [[sistema nervoso]], [[sistema immunitario|immunitario]] ed [[sistema endocrino|endocrino]], e quello del progressivo accumulo di danni determinato dall'influenza dell'ambiente. Attualmente sembra che l'invecchiamento dipenda da una serie di cause genetiche, ambientali e stocastiche, ai quali le varie specie di diversa longevità risponderebbero con metodi di difesa più o meno efficaci<ref name=articolo>{{cita web|url= http://www.academia.edu/13824313/Biologia_dell_invecchiamento|titolo=Biologia dell’invecchiamento|autore1=Roberto Testa|autore2=Fabiola Olivieri|autore3=Antonio Cerello|autore4=Lucia La Sala|sito=academia.edu|editore=Springer|data=2011|accesso=2 dicembre 2016}}</ref>.
 
Da un punto di vista [[evoluzione|evolutivo]] l’esistenza dell’invecchiamento potrebbe essere giustificata dalla necessità che le risorse consumate da un individuo che ha già svolto la sua funzione riproduttiva e di accudimento della prole, il cui organismo è magari stato danneggiato durante la vita, siano utilizzate dagli individui delle generazioni successive. La [[menopausa]], una delle conseguenze dell’invecchiamento, sarebbe utile ad evitare che [[ovuloOvulo (gamete)|gameti femminili]] danneggiati a causa del processo [[meiosi|meiotico]] possano originare una prole non sana, mentre i maschi, i cui [[spermatozoo|spermatozoi]] sono sottoposti ad una dura selezione, non perdono la loro fertilità con l'età. In quest’ottica gli individui di sesso maschile in età avanzata avrebbero una riduzione meno repentina di ''appeal'' sessuale rispetto alle donne coetanee, che a causa della menopausa hanno meno probabilità di riprodursi<ref name=uniba>{{cita web|url=http://amsacta.unibo.it/3067/74/24_senescenza_I_ed_ebook.pdf|Senescenza|autore1=Luigi Barbieri|autore2=Enrico Strocchi|Università di Bologna|accesso=11 dicembre 2016}}</ref>.
 
;Teoria della regolazione genica
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Secondo la teoria di Martin, le influenze nocive dell’ambiente causerebbero, soprattutto nei tessuti a scarsa capacità rinnovamento, mutazioni ed una ridotta capacità di replicazione e riparazione del DNA. Una variante di questa teoria si basa invece sull’idea che le mutazioni delle cellule del [[sistema immunitario]] o delle cellule bersaglio dello stesso causerebbero dei danni dovuti all’[[autoimmunità]].<ref name=uniba/>
;Teoria immunologica
Proposta da Roy Walford, questa teoria riconduce l'invecchiamento agli errori del [[sistema immunitario]], dalle cui disfunzioni deriverebbero l'autoimmunità ed una ridotta capacità di difesa dal [[Neoplasia|cancro]] e dagli [[agenti patogeni]]. Del resto il sistema immunitario subisce una serie di cambiamenti nel corso del tempo, come quelli legati, dopo la [[pubertà]], all'atrofia del [[timo (anatomia)|timo]], in cui maturano i [[linfocita T|linfociti T]]<ref name=gerontologia>{{cita web|url=http://www.sigg.it/public/doc/GIORNALEART/446.pdf|titolo=Teorie dell’invecchiamento|autore1=N. Ferrara|autore2=G. Corbi|autore3=D. Scarpa|autore4=G. Rengo|autore5=G. Longobardi|autore6=M. Mazzella|autore7=F.Cacciatore|autore8=F. Rengo |editore=Società Italiana di Gerontologia e Geriatria|accesso=11 dicembre 2016}}</ref>.
 
Nel 1989 Franceschini propose la teoria dell’immuno-senescenza, secondo cui col passare del tempo si assiste ad un’eccessiva produzione di [[linfociti T]] di memoria, a discapito di altri linfociti T, e ad un’attivazione patologica del [[immunità innata]]. Sempre Franceschini, analizzando alcune cellule del sistema immunitario di un gruppo di centenari sani, affermò che l’immuno-senescenza riguardasse soprattutto l’[[immunità acquisita|immunità specifica]]. Tutto ciò si ricollega al fatto che alcune malattie correlate alla senilità siano imputabili a disfunzioni del sistema immunitario, ma, in ogni caso, lo stato infiammatorio cronico di basso grado che si osserva in alcuni anziani potrebbe essere un effetto, più che la causa, delle malattie di cui soffrono<ref name=articolo/>.