Suardi (famiglia): differenze tra le versioni

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All'approssimarsi del [[XIV secolo]] la famiglia, già molto ramificata, occupava una posizione di predominio nella politica bergamasca; a testimonianza di questo, il grande affresco dell'''[[Albero della vita (Maestro dell'Albero della vita)|Alberto della vita]]'' opera di ignoto del [[1342]], nella [[Basilica di Santa Maria Maggiore (Bergamo)|Basilica di Santa Maria Maggiore]] eseguito su commissione di Guido Suardi come riporta il cartiglio ''Dominus Guidius de Suardis'' che si fece raffigurare come devoto genuflesso alla base del dipinto, rappresenta il potere che le autorità sia civili che religiose, davano alla famiglia concedendole un'intera parete della basilica più importante della città<ref>{{cita web|url=http://www.bergamosera.com/cms/2012/12/05/bergamo-scomparsa-il-ruolo-delle-torri/|titolo=Bergamo scomparsa, il ruolo delle torri|editore=Bergamo sera|accesso=13 settembre 2016}}</ref>. <br/>Alcuni dei suoi membri si distinsero anche altrove. Suardino fu [[capitano]] a [[Milano]], considerata città amica, dal momento che la famiglia fu tra gli artefici della presa del potere dei [[Visconti]], che ricambiarono aiutando i Suardi nelle loro mire. Degno di nota fu Vincenzo, che appoggiò l'impresa italiana del re tedesco [[Ludovico il Bavaro|Ludovico di Baviera]] e nel [[1328]] fu insignito da quest'ultimo di una signoria (in realtà piuttosto effimera) sui territori intorno al [[Brembo (fiume)|Brembo]] e su [[Romano di Lombardia]]; nei violenti disordini di quel periodo passò alla storia anche Ghisalberto (o Alberto), eletto [[podestà (medioevo)|podestà]] a Bergamo nel [[1330]].
 
Plevano fu castellano della [[Cittadella viscontea|Cittadella di Bergamo]] nel [[1405]], mentre Scipione fu castellano a [[Trescore Balneario]], dove ora sorge la villa intitolata alla famiglia. Nel [[1449]] Francesco fu podestà a [[Treviglio]].
 
Nel [[1517]] ebbe origine il casato dei Secco Suardo, a partire da [[Maria Secco Suardo]], figlia di Socino Secco e data in sposa a [[Lodovico Suardi]]. Il doppio cognome era dovuto a questioni di eredità che Socino Secco lasciò, a patto che il suo cognome fosse tramandato in aggiunta a quello del genero.