Emodialisi: differenze tra le versioni

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All'inizio della seduta dialitica il paziente viene connesso (con due aghi posizionati nella [[Fistola artero-venosa (emodialisi)|fistola]] o attraverso il catetere venoso) all'apparecchio per emodialisi, quindi gli viene iniettata una dose di [[eparina]] che evita che il sangue coaguli nel circuito extracoproreo. Solo in rari casi (ad esempio in pazienti che hanno subito recentemente un intervento chirurgico) la emodialisi si effettua senza eparina.
 
La seduta dura di norma 4 ore e viene eseguita tre volte per settimana. Il punto centrale del trattamento è il ''filtro dializzatore'' (un elemento a doppio comparto nel quale viene impiegata una membrana semipermeabile di porosità adatta). Nel secondo comparto viene fatta fluire una [[soluzione acquosa]] arricchita dei soluti che è necessario cedere al sangue e povera (o priva) di quelli da sottrarre. Questa soluzione viene chiamata ''soluzione dializzante''.
 
Per consentire una adeguata depurazione, il flusso sanguigno viene indotto da una pompa con portate tipiche di 250 ÷ 300 ml/min (in soggetti adulti) mentre la soluzione dializzante scorre tipicamente a 500 ml/min. La soluzione dializzante viene prodotta diluendo una soluzione concentrata con acqua depurata, utilizzata ed alla fine gettata ''(single pass)'' per un quantitativo di almeno 120 litri per ogni seduta dialitica. In passato sono state tentate tecniche ad anello chiuso, per ridurre i consumi, ma si sono praticamente estinte per motivi tecnici e di efficienza clinica.
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La [[concentrazione]] tipica dei soluti in una soluzione dializzante è la seguente espressa in mEq/l (milli[[Equivalente|equivalenti]] per litro):
 
{| class="wikitable"
| 140|| Na<sup>+</sup>|| ([[ione]] [[sodio]])
|-