Extraterrestre: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Biochimiche ipotetiche|Esobiologia|Equazione di Drake}}
Tutta la vita sulla [[Terra]] è basata su [[carbonio]], [[idrogeno]], [[azoto]] e [[ossigeno]], e questo fatto potrebbe essere una costante anche per quanto riguarda altri pianeti alieni. Ci sono però altri [[elemento chimico|elementi chimici]] che potrebbero ipoteticamente costituire la base per la vita, come ad esempio il [[silicio]].
Il punto di vista secondo il quale il carbonio è necessariamente la base di tutta la vita sugli altri pianeti, in quanto le sue proprietà chimiche e termodinamiche lo rendono di gran lunga superiore a tutti gli altri elementi, è stato sopranominatosoprannominato ''[[sciovinismo del carbonio]]''.
 
Lo studio scientifico sulla possibile base biomeccanica della vita extraterrestre è noto con il nome di [[esobiologia]] o ''xenobiologia''. Per alcuni la vita nell'universo è nata e si è evoluta autonomamente in punti diversi, differenziandosi. Mentre per altri, sostenitori della teoria detta [[panspermia]], la vita è stata generata da un unico tipo di spore che hanno provveduto a inseminare dallo spazio ogni pianeta. Una variante della panspermia vuole che il passaggio della vita sia dovuto non solo a schianto su un certo pianeta "vergine" di meteoriti "viventi", ma anche di interi pianeti "viventi".
 
==Sull'esistenza di forme di vita aliene==
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[[Aristotele]] e [[Platone]] tuttavia propugnavano l'unicità metafisica del mondo (inteso come creato). Dopo che il [[Cristianesimo]] ebbe preso piede, sulla scorta di Aristotele l'idea di vita su altri mondi venne prevalentemente rigettata, in quanto era vista in contraddizione con la pretesa centralità dell'uomo nel piano della [[Creazione (teologia)|creazione divina]], ma rimase comunque oggetto di dibattito nel corso del tempo. Il [[arcidiocesi di Parigi|vescovo di Parigi]] [[Étienne Tempier]] nel 1277, nell'intento di portare un po' di quiete nel mondo intellettuale assai vivace e per questo propenso a litigi e agli scontri, nell'elenco di 219 proposizioni da rigettare poneva anche quella - di tradizione aristotelica - che negava a Dio la possibilità di aver creato o di creare altri mondi diversi dal nostro (art 34).
 
Significativa la testimonianza di [[Basilio di Cesarea]] che riteneva gli antichi Egizi essere la progenie di una civiltà proveniente da luoghi collocabili "fuori dalle sfere abitate dagli uomini o dai denonidemoni" alludendo inequivocabilmente a esseri non terrestri né divini, aggiungendo che quella dei faraoni fu una "stirpe non discendente da Adamo" e dotata di poteri superumani ("διὰ ὑπερανθρωπίνης δυνάμεως") grazie ai quali fu possibile edificare le piranidipiramidi.<ref>Basilius Caesariensis, "Quod Deus non est auctor malorum" [[Patrologia Graeca]] vol. 31 p.338-9. </ref>
 
L'ammissione, dunque, di tale possibilità appare indirettamente una condizione per poter operare nell'ambito degli istituti della cultura del tempo. [[Tommaso d'Aquino]], in piena egemonia tolemaica, ventilò l'ipotesi di più mondi abitati e perciò bisognosi di redenzione (cfr. III libro delle Sentenze), negando invece quella di altri universi (diversi dall'unico creato da Dio).<ref>''Summa Theologiae'', I parte, questione 47, art. 3</ref> Il cardinale e teologo [[Nicola Cusano]], nella sua opera più importante ''[[De docta ignorantia]]'' del 1440, ammetteva la possibilità che Dio potesse avere creato altri mondi con altri esseri razionali in uno spazio senza limiti. Anche questi esseri razionali, egli scriveva, sono creati ad immagine di Dio ed eredi delle promesse di [[Cristo]].